Attentato a Donald Trump, da John Kennedy a Reagan i presidenti colpiti
«Questa sera abbiamo avuto quello che chiamiamo un tentativo di omicidio contro il nostro ex presidente Donald Trump»: Lo ha detto Kevin Rojek, l'agente speciale responsabile dell'ufficio locale dell'FBI a Pittsburgh, parlando in una conferenza stampa a Butler, in Pennsylvania.
Il tycoon sta bene, è rimasto ferito a un orecchio. Ma si è trattato di un attentato contro il candidato alla presidenza. «Incredibile che accada negli USA», ha scritto su Truth Trump. «Non c'è posto per la violenza in America», ha commentato Joe Biden. Ma l'inquilino della Casa Bianca, nella storia, è stato colpito più volte dalla violenza politica.
Quattro dei 46 presidenti americani sono stati assassinati: Abramo Lincoln nel 1865, James Garfield nel 1881, William McKinley nel 1901, John Kennedy il 22 novembre 1963.
Il 30 gennaio 1835 Andrew Jackson, 7. presidente degli Stati Uniti, uscì illeso da un duplice attentato alla sua vita mentre assisteva a un funerale. Richard Lawrence, con disturbi mentali, gli sparò per ben due volte senza riuscire a colpirlo. Abraham Lincoln venne ucciso il 14 aprile 1865 mentre assisteva allo spettacolo «Our American Cousin» al Ford’s Theatre di Washington: John Wilkes Booth, attore, s’introdusse sul palco e sparò un colpo alla nuca del presidente. Il 2 luglio 1881 a Washington, James Garfield, 20. presidente, venne ferito gravemente da Charles Guiteau, un avvocato che pretendeva di essere nominato console degli Stati Uniti a Parigi. Garfield, insediato, il 4 marzo, morirà dopo una lunga agonia il 19 settembre 1881. Il 6 settembre 1901, William McKinley venne gravemente ferito da Leon Czolgosz, un giovane immigrato polacco, che gli sparò due colpi a bruciapelo. Mckinley morirà otto giorni più tardi, il 14 settembre.
Il 14 ottobre 1912, Theodore Roosevelt uscì miracolosamente illeso da un attentato durante la sua terza campagna elettorale. A sparare fu John Schrank, ma il colpo venne fortuitamente attutito prima dalla custodia d’acciaio dei suoi occhiali e poi dal testo di un discorso di 50 pagine che portava nella giacca. Il 15 febbraio 1933, Franklin Delano Roosevelt sfuggì a un attentato poco prima di assumere la carica di presidente: a Miami, a sparare fu Giuseppe Zangara.
Harry Truman, successore di Roosvelt, subì un attentato il 1. novembre 1950: Grisello Torresola e Oscar Collazo gli spararono. Il presidente si salvò grazie a un uomo della guardia presidenziale che gli fece da scudo con il suo corpo.
I fratelli Kennedy
Ma fu l'attentato a John Kennedy, nel 1963, a toccare più di tutti gli americani, e a diventare l'assassinio più indagato del secolo. Kennedy fu ucciso mentre attraversava con il corteo presidenziale Dealey Plaza a Dallas, in Texas. Un «mistero infinito», ancora avvolto da numerose teorie complottistiche, nonostante ufficialmente il responsabile abbia un nome: Lee Harvey Oswald.
Cinque anni dopo, il 5 giugno 1968, lo stesso destino toccò anche al fratello Robert Francis Kennedy, che si trovava nel bel mezzo di una trionfale campagna presidenziale. Doveva tenere un comizio nella ballroom dell’Ambassador hotel di Los Angeles. L'allora senatore passò per la cucina, indicatagli come scorciatoia per la sala stampa, e fu colpito tre volte da Sirhan Sirhan, un 24.enne palestinese armato di un revolver calibro 22. Altre cinque persone rimasero ferite.
E ancora...
Sono stai due i tentativi di uccidere il repubblicano Richard Nixon. Il primo il 14 aprile 1972 a Ottawa a opera di Arthur Bremer, il secondo il 22 febbraio 1974 da Samuel Joseph Byck che cercò di dirottare il volo Baltimora-Atlanta con il piano di schiantarsi sulla Casa Bianca. Dopo una sparatoria con gli agenti si suicidò senza essere riuscito a far decollare l'aereo.
Gerald Ford uscì indenne da due attentati. Il 5 settembre 1975 Lynette Fromme, seguace di Manson, tentò di assassinarlo a Sacramento, ma venne fermata dagli agenti prima di riuscire a sparare. Il 22 settembre il secondo attentato all'uscita dell'Hotel St. Francis: Sara Jane Moore gli sparò da una distanza di 12 metri, ma il colpo fu deviato grazie all'intervento di un ex marine.
Gli spari a Ronald Reagan
Il 30 marzo 1981, a poco più di due mesi dall'inizio del suo mandato presidenziale, venne colpito Ronald Reagan. Stava lasciando l’Hilton hotel di Washington dopo un discorso, quando John Hinckley jr fece fuoco contro il neo presidente, perforandogli con un proiettile il polmone sinistro. Reagan rimase ferito quando uno dei proiettili rimbalzò sulla limousine, colpendolo sotto l'ascella. Fu portato al George Washington University hospital e sottoposto a intervento chirurgico. Secondo i medici rischiò di morire durante l'operazione. Fu dimesso una decina di giorni dopo.
Clinton, Bush e Obama
Nel 1994, Bill Clinton è stato vittima di due attentati: il 12 settembre Frank Eugene Corder si lanciò con un Cessna contro la Casa Bianca. Il 29 ottobre, Francisco Martin Duran esplose 30 colpi di fucile semiautomatico contro la Casa Bianca.
George W. Bush. Il 17 febbraio 2001, Robert Pickett sparò vari colpi verso la Casa Bianca. Il 10 maggio 2005 a Tbilisi, in Georgia, Vladimir Arutyunian lanciò una granata che non esplose contro il podio da cui stava parlando il presidente.
Nel 2008, durante la campagna elettorale, due giovani volevano decapitare Barack Obama. Nel 2013, Glendon Scott Crawford e Eric Feight misero a punto un'arma comandata a distanza che avrebbe dovuto emettere livelli letali di radiazioni e uccidere il presidente.