«Avanti con le nuove regole per costruire sul Monte Brè a Locarno»
Si avvicina il voto del Consiglio comunale di Locarno sulle nuove regole per costruire sul Monte Brè. La commissione del piano regolatore, infatti, ha elaborato il progetto di modifica in seguito all’iniziativa popolare «Salva Monte Brè», presentata nel 2019 da un comitato di cittadini preoccupati per la realizzazione di un complesso residenziale di lusso tra Monte Brè e Cardada, presentato dalla società Aedartis AG e denominato «Borgo Miranda», nel quale si ipotizzava la realizzazione di un albergo, una SPA, una cinquantina di appartamenti, ristorante e spazi commerciali su una superficie di 9.200 metri quadrati. Trascorsi i tempi necessari, sarà proprio in una delle prossime riunioni del Legislativo che si discuterà per poi andare verso la probabile approvazione del progetto, pubblicato nei Messaggi municipali venerdì, condiviso dalla commissione e, in questi tre anni di lavori, frutto anche di confronti con iniziativisti, altre associazioni che hanno potuto esprimere le loro osservazioni e del Municipio. In caso di parere positivo, entrerà in vigore il nuovo Piano regolatore allegato al progetto, trascorsi i termini di crescita in giudicato.
Come riportato dal Corriere del Ticino a maggio, la variante prevede una serie di misure che puntano alla sostenibilità territoriale e ambientale dei comparti, alla tutela del paesaggio e, laddove possibile, alla sua valorizzazione, con la qualificazione degli spazi pubblici e di fruibilità dell'area.
In particolare, il documento propone una riduzione del potenziale edificatorio, una revisione dei bonus per le attività alberghiere, una limitazione dei posteggi, l’istituzione di zone di protezione del paesaggio e agricole, l’obbligo di allestire piani di quartiere per le grandi superfici e il consolidamento degli elementi antropici che compongono il paesaggio (come muri a secco, fontane, cappelle). La procedura tecnica, vista la sua particolarità e complessità, è stata seguita dal cantone e dal servizio giuridico. Nel frattempo, la variante aveva ricevuto il sostegno del comitato d’iniziativa, che ha riconosciuto come le preoccupazioni all’origine dell’iniziativa siano state recepite in larga misura dalla commissione del piano regolatore.
Asticella più bassa
In sintesi, si potrà quindi costruire case, alberghi e anche il tanto controverso resort... ma in modo più contenuto sotto il profilo dello sviluppo edilizio. Un’asticella che si abbassa, insomma. D’altronde, Le norme in vigore risalivano al 1996, quando il comparto (scrive la commissione) «era pensato per insediamenti di natura estensiva, senza che fosse previsto un potenziamento tale da prospettare sviluppi turistici che andassero oltre la fruizione degli abitanti, anche stagionali, e degli escursionisti».
I numeri in discussione
Ecco dunque che, nel documento allegato al progetto a firma dell’architetto Mauro Galfetti di Viganello, l’indice di sfruttamento massimo della zona residenziale montana (alla quale appartengono appunto il comparto Monte Brè e Cardada-Colmanicchio), è abbassato dallo 0,4 allo 0,3, mentre il 75% della superficie edificabile deve essere mantenuta libera da costruzioni e per almeno la metà sistemata a verde qualificato. C'è poi la questione della strada, che da quanto si legge non sarebbe in grado sopportare un traffico molto superiore a quello attuale.
Come poi riportato sempre dal Corriere del Ticino in aprile e citando il medesimo documento, non cambia l’altezza massima consentita per nuovi edifici o riattazioni: 8,50 metri per terreni con una pendenza fino al 50% e 9,50 metri per terreni con pendenze superiori (per Cardada-Colmanicchio altezza massima di 7,5 metri). Invariata la distanza di 6 metri tra gli edifici.
Cinque anni di lavori
Per attività alberghiere e turistiche, su sedimi di una superficie minima di 1.500 metri quadrati, è concesso un bonus costruttivo sino ad un indice di sfruttamento massimo dello 0,375 (+25% dell'indice di sfruttamento, 0,3+25%, quindi 0,375; stesso tipo di trattamento anche per piccoli proprietari a patto che si tratti di residenze primarie) e fino al 70% di superficie edificabile da mantenere libera da costruzioni (per almeno la metà sistemata a verde qualificato); per usufruire del bonus edilizio, però, si dovrà prevedere un piano di quartiere unico. Dalla raccolta delle quasi 2.000 firme dell’iniziativa popolare «Salva Monte Brè» contro la «cementificazione» della collina di Locarno sono passati cinque anni. Ora, all’orizzonte, sembrerebbe proprio profilarsi uno sblocco della situazione.