Cambiare gli aiuti al culto a Locarno? «Decidano le parrocchie»

La Sinistra Unita vuole vederci chiaro sulla questione dei soldi alla Chiesa, in particolare sui contributi versati dal Comune alle parrocchie. «Oggi, in Svizzera, quasi un terzo delle persone non si riconosce in nessuna appartenenza religiosa, oltre un quarto in Ticino», si legge nell’interrogazione dello scorso settembre sottoposta al Municipio di Locarno. «Eppure nel nostro Comune, così come altrove in Ticino, si versa tuttora un contributo che si appoggia su convenzioni datate e non più consone a una realtà sociale e storica mutata e che grava equamente su tutti i cittadini, credenti o meno che siano». Nella sua risposta, l’Esecutivo spiega che l’introduzione di un’imposta di culto come auspicato dalla Sinistra Unita (a mo’ di bollettino di versamento indirizzato ai singoli fedeli residenti e quindi una modifica della modalità di aiuto al culto) non compete all’autorità comunale, ma alle rispettive parrocchie, che possono prevederla nei loro regolamenti. Il Comune, in questo scenario, si limiterebbe a fornire le informazioni necessarie all’allestimento del catalogo tributario, che comprende le persone fisiche e giuridiche domiciliate nel comprensorio della parrocchia. Gli assoggettati, in questo caso, possono chiedere l’esenzione dall’imposta secondo le procedure previste dalla legge.
Impegni centenari
Gli obblighi del Comune verso la parrocchia di Locarno risalgono all’Ottocento, si legge sempre nella risposta all’interrogazione, quando la Collegiata di Sant’Antonio passò dalla Corporazione Borghese alla proprietà comunale. La Città, all’epoca, si era impegnata nel contribuire alle spese della parrocchia, che includeva tra i propri dipendenti un sagrestano, un organista e altri collaboratori. Nel documento precisa pure che l’edificio della Collegiata ha richiesto negli anni diversi interventi di manutenzione e restauro, per i quali sono stati erogati vari crediti. Alcuni di questi hanno beneficiato di sussidi cantonali o di altri fondi.
Quasi 76.000 franchi
In totale, i contributi ricorrenti erogati alle parrocchie cattoliche ammontano a 75.951 franchi all’anno, cifra della quale non sono tenute a giustificarne l’utilizzo.
C’è anche il tema degli abusi. Il gruppo politico, infatti, cita lo studio dell’Università di Zurigo che «mette in risalto una situazione preoccupante in Ticino». Il Municipio, in risposta, afferma che le questioni relative agli abusi non sono di sua competenza e che l’archivio storico della parrocchia non contiene atti relativi ad abusi sessuali.
I numeri: migliaia di franchi alle realtà religiose
Il gruppo Sinistra Unita chiede alla Città di Locarno l’entità dei contributi alle varie realtà religiose. Il Municipio risponde che i 75.951 franchi all’anno per la chiesa cattolica sono divisi tra la parrocchia di Gerra (10.951), quella di di Solduno (20.000), quella di Locarno (45.000), mentre alla chiesa evangelica riformata spettano 5.000 franchi all’anno. Sempre l’Esecutivo precisa come non ci sono contributi assegnati ad altre religioni.