Sanità

Cassa malati e costi della salute, «una tendenza preoccupante»

Nel 2023 la spesa pro-capite per l'assicurazione di base è aumentata del 4,6% a 4.513 franchi – Secondo il direttore di Curafutura Pius Zängerle è prematuro parlare dell'impatto sui premi, ma è giunto il momento di attuare le riforme
©Chiara Zocchetti

Certo, è ancora parecchio presto per fare previsioni. Anzi. Forse oggi è impossibile fare previsioni. Ma i primi segnali che giungono in questo inizio dell’anno non sono incoraggianti. Stando a un primo monitoraggio svolto dall’associazione mantello Curafutura, i costi sanitari (per l’assicurazione di base) hanno continuato a crescere rapidamente anche nel 2023. Più precisamente del 4,6% (da gennaio a dicembre 2023) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In soldoni, significa che avanti di questo passo, dal momento che i costi si ripercuotono sui premi, le prospettive non sono rosee.

Tre osservati speciali

Nel dettaglio, dal monitoraggio è emerso che i costi lordi per persona assicurata nel settore sanitario sono passati da 4.485 franchi nel 2022 a 4.513 nel 2023. Che in percentuale, come detto, equivale a una crescita del 4,6%. Ad emergere, in questo aumento generalizzato, sono tre ambiti in particolare: i costi di fisioterapia, cresciuti del 7%, quelli per gli Spitex e l’assistenza a domicilio (+6,1%) e infine quelli per il settore ospedaliero stazionario (+5,3%).

Un dato, quest’ultimo, definito dal direttore di Curafutura, Pius Zängerle, come «sorprendente» e allo stesso tempo «preoccupante».

«Sorprendente» perché da anni è in atto uno spostamento dal settore stazionario a quello ambulatoriale (di per sé meno oneroso), poiché sempre più operazioni possono essere eseguite in regime ambulatoriale, senza che il paziente debba passare la notte in ospedale. «I costi pro-capite per gli ospedali erano diminuiti nel 2021 e nel 2022. E pensavamo fosse l’inizio di uno spostamento verso l’ambulatoriale», spiega Zängerle. Ma, appunto, malgrado ciò il settore stazionario è cresciuto in maniera sensibile nel 2023. E per questo motivo Curafutura si dice «assolutamente insoddisfatta». Un dato, si diceva, anche «preoccupante» perché quest’ambito rappresenta una parte importante (circa il 19%) dei costi totali del settore sanitario. E quindi l’aumento di questa voce di costo si ripercuote in maniera più importante sull’aumento dei premi.

Niente speculazioni

Ma torniamo, per un momento, al quadro generale. A quell’aumento del 4,6%. Ciò significa che dobbiamo attenderci una stangata sui premi? Ancora Zängerle: «È assolutamente prematuro fare oggi delle previsioni sui premi di cassa malati del 2025», premette il direttore. Tuttavia, «questi dati mostrano una tendenza preoccupante perché non osserviamo un ribasso dell’evoluzione dei costi. Anzi, al contrario l’evoluzione rimane a un livello alto, superiore alla media pluriennale, che negli ultimi 10 anni è stata del 2,7%». Detto ciò, aggiunge il direttore di Curafutura, «la conclusione che dobbiamo trarre da questi dati è un’altra: se vogliamo contenere il tasso di crescita al 2,5% dobbiamo varare le riforme. Riforme che sono già pronte». E la palla, spiega Zängerle, ora è nel campo del Consiglio federale, del Parlamento e forse del popolo, i quali devono prendere delle decisioni. «Una volta che queste riforme saranno approvate, allora potremo vedere una tendenza alla stabilizzazione dei costi».

I cambiamenti da attuare

A quali riforme si riferisce? In primis a quella per il finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (EFAS). Una riforma approvata a dicembre dalle Camere federali ma contro la quale è stato lanciato un referendum. In estrema sintesi, si tratta di promuovere il ricorso al settore ambulatoriale, e quindi ridurre i costi. A questo proposito lo stesso Zängerle spiega che «il problema oggi riguarda proprio le prestazioni ospedaliere», con un aumento, come detto, del 5,3%. «Le infrastrutture sono sfruttate al massimo», evidenzia il direttore. Motivo per cui, appunto, un progetto come EFAS viene giudicato da Curafutura come più necessario che mai. «È importante far capire che questa riforma permetterà di contenere i costi», evidenzia Zängerle.

Ma non solo: anche il cosiddetto tariffario TARDOC, che dovrebbe sostituire l’attuale TARMED, è promosso con forza dall’associazione mantello. «Lo scorso 1. dicembre abbiamo trasmesso al Consiglio federale la nostra adesione al nuovo tariffario. Tocca dunque ora al Dipartimento di Baume-Schneider e al Governo decidere. Ma noi siamo pronti a partire dal 1. gennaio 2025». Come dire: Curafutura attende dalla politica, anche su questo fronte, risposte in tempi brevi.

Dai farmaci alla fisioterapia

Un’altra voce di costo importante, che rappresenta il 22% dei costi totali dell’assicurazione di base, riguarda infine i farmaci. Anch’essi, sempre stando al monitoraggio di Curafutura, sono cresciuti in maniera sensibile (+4%) nel corso del 2023.

«È un dato che va monitorato attentamente», avverte Zängerle. «Dobbiamo evitare che questa tendenza si ripeta più e più volte nei prossimi anni». L’auspicio dell’associazione, sul fronte dei farmaci, è che il Parlamento possa adottare una mozione tutt’ora pendente del «senatore» Josef Dittli (PLR/UR), il quale chiede, in sintesi, che nello stabilire i prezzi dei farmaci la Confederazione tenga conto anche delle conseguenze economiche che quel prezzo ha sul sistema sanitario nel suo insieme.

Curafutura punta lo sguardo anche sulla fisioterapia. Un settore che negli ultimi anni è cresciuto in maniera importante. E lo ha fatto pure nel 2023, con un aumento pari al 7%, giudicato dall’associazione come un «campanello d’allarme». Premettendo che l’evoluzione è in parte dovuta anche alla tendenza a trattamenti più conservativi, Curafutura rimarca la necessità di negoziare una nuova tariffa tra i partner, ma anche di migliorare la trasparenza nel settore per ottimizzare così la fatturazione. L’intervento tariffario previsto dal Dipartimento federale dell’interno va in questa direzione.