La curiosità

Conto alla rovescia per il premio «Orso cicciotto» del 2022

Inizia la tradizionale «Fat Bear Week», un torneo a eliminazione tramite i voti della comunità internet per eleggere il plantigrado più grasso prima del letargo
Commento in diretta da uno studio televisivo; in primo piano, Otis 480, il ‘Roger Federer’ degli orsi grassi: oltre ad aver vinto la prima edizione del 2014 e l'ultima del 2021, è stato incoronato altre due volte, nel 2016 e nel 2017
Jona Mantovan
07.10.2022 14:00

Il mondo di internet trattiene il respiro: uno dei più strambi e curiosi tornei a eliminazione entra nel vivo. Vincerà sempre Otis 480, come l'anno scorso? Oppure la ‘corona’ se la porterà a casa 128, 435 o 32? Dibattiti accesi, trasmissioni televisive in diretta. È questo il bello della Fat Bear Week, che si concluderà martedì 11 ottobre con l'elezione dell'orso più grasso favorito dal pubblico. Ogni giorno, attraverso il sito web fatbearweek.org è possibile votare i vincitori del doppio confronto. Gli animali sono numerati, in alcuni casi hanno anche un nome, come il campione in carica, appunto, Otis 480. Il grosso plantigrado è considerato un ‘Roger Federer’ dei ciccioni a quattro zampe. Oltre ad aver vinto la prima edizione della gara (nel 2014), è stato nominato altre due volte, e per due anni consecutivi: nel 2016 e nel 2017. Insomma, è un osso duro da battere. O—meglio—più che un osso un pallone da spiaggia.
Prenderà il titolo anche quest'anno? Si godrà un meritato letargo da campione, seppur ignaro? L'iniziativa è stata ideata e promossa dal Parco Nazionale Katmai dell'Alaska proprio nel periodo in cui la ‘popolazione’ di candidati si nutre a tutto spiano di salmoni nel fiume di Brooks Falls. A buona ragione, comunque, perché l'inverno è alle porte e occorre fare scorta per il letargo. Ingrassare, quindi, è d'obbligo. Pena la sopravvivenza stessa.
Sì, perché durante il periodo di ibernazione il battito dei nostri amici grizzly si riduce al minimo, come il respiro. Di andare ‘al bagno’ non se ne parla nemmeno e nonostante questo, al loro risveglio in primavera, sono in forma smagliante. Magri, certo, ma ancora in forze per riprendere il ciclo naturale. Nonostante gli occhi delle telecamere siano costantemente a caccia della celebrità in pelliccia allo stato selvatico, la questione è molto più seria di quanto si possa pensare. Il Washington Post, infatti, ha dedicato un lungo articolo dedicato a quanto noi umani possiamo imparare da questo fenomeno. Come fanno questi maestosi esemplari a sopravvivere settimane e settimane con un metabolismo rallentato al 75%? Vari nuovi studi molecolari suggeriscono che l'ibernazione rimodella il metabolismo e l'attività genica degli orsi in modi unici, che potrebbero avere rilevanza per l'uomo.

C'è tutta una scienza, dietro

Secondo gli studi citati nell'articolo della prestigiosa testata statunitense, gli orsi possono far progredire la nostra comprensione del diabete, dell'atrofia muscolare, dell'inattività e dell'ingegnosità dell'evoluzione. Se fossimo noi umani a seguire le orme dei nostri ‘eroi allo stato brado’, perderemmo gran parte della nostra massa muscolare a causa dell'inattività e probabilmente svilupperemmo diabete, malattie cardiache, insufficienza renale, fragilità e altri mali. Tenuto conto anche dell'abbuffata di salmone, cosa non proprio per tutti gli stomaci di noi bipedi...
Gli orsi, invece, mantengono la loro muscolatura e ristabiliscono rapidamente la normale e sana sensibilità all'insulina come pure la completa funzione degli organi dopo il letargo. «È molto più complicato e complesso di quanto pensassimo», spiega alla testata Joanna Kelley, docente di biologia alla Washington State University. Insomma, l'inversione alla resistenza all'insulina, il mantenimento dei muscoli e con un aumento seguita da una diminuzione di peso così massiccia, stagione dopo stagione e senza evidenti effetti negativi... «è una cosa straordinaria e notevole!», esclama Heiko Jansen, professore di fisiologia integrativa e neuroscienze, ‘collega’ di Kelley. 

In laboratorio

Per capire come gli orsi gestiscono questa situazione, gli scienziati hanno prelevato sangue e campioni di tessuto dagli orsi nell'arco di tutto l'anno, scoprendo così oltre 10.000 geni che funzionano in modo diverso durante il letargo, rispetto a quando ci si potrebbe aspettare in autunno o in primavera. Ma la cosa più interessante è che nelle ricerche sono emerse otto proteine chiave che entrano in gioco durante il processo. Queste compaiono anche nel sangue umano e potrebbero essere sfruttate a livello farmaceutico per migliorare la sensibilità all'insulina o trattare il diabete come pure altri disturbi metabolici nelle persone. Ma gli esperti sostengono come questa possibilità sia comunque molto lontana nel tempo e richiede molte più approfondimenti.

Dal letargo al futuro della medicina

L'obiettivo delle ricerche intenderebbe isolare e perfezionare tutte le sostanze che proteggono i plantigradi dal deperimento muscolare, con la speranza che questi stessi elementi possano trattare l'atrofia dovuta al riposo a letto o all'invecchiamento nelle persone. Tutti questi misteriosi meccanismi interni che operano nei corpi degli orsi in letargo potrebbero un giorno fornire una tregua dalla fragilità delle persone che non possono essere attive, per qualsiasi motivo.
Per il momento, gli scienziati sono stupiti dal fatto che l'evoluzione abbia già «capito» alla grande come gestire i problemi di inversione della resistenza all'insulina e di risparmio dei muscoli non attivi durante l'ibernazione. 

Ma la vera domanda è un'altra

Tutto molto interessante, tutto molto bello... ma la domanda che assilla il popolo del mondo digitale è un'altra: chi vince questa edizione del ‘Martedì dell'orso grasso’?! «Quando li osserviamo a Brooks River, possiamo vedere la loro individualità. Li vediamo tornare anno dopo anno e crescere e maturare. È un'esperienza straordinaria ed è una delle cose che mi spinge a guardare le webcam», ha dichiarato alla NBC Mike Fitz, naturalista di Explore.org che promuove la campagna con tanto di cartelloni, tabelloni per il torneo, adesivi e ogni sorta di accessorio. Il legame tra umani e natura selvaggia è molto più profondo. E, come ha scritto un utente di Twitter... «Felice settimana dell'orso grasso a tutti coloro che osservano questa festività!».

Vuoi inviarci una segnalazione? Scrivi a [email protected] oppure su WhatsApp: +41 79 596 64 11

Correlati