Corea del Nord, che cosa sta succedendo?
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«Una guerra può scoppiare in qualsiasi momento a causa delle mosse spregiudicate dei nemici per invaderci». Era il 31 dicembre, cinque giorni fa, e il leader nordcoreano Kim Jong-un lanciava nuove minacce contro Seul, ordinando anche di potenziare l'arsenale militare di Pyongyang. «Dobbiamo rispondere rapidamente a una possibile crisi nucleare e continuare ad accelerare i preparativi per pacificare l'intero territorio della Corea del Sud mobilitando ogni mezzo di forza, compresa la forza nucleare, in caso di emergenza». Kim, durante un lungo discorso al termine dei cinque giorni di incontri di fine anno del partito, aveva pure criticato duramente gli Stati Uniti di porre «minacce militare di vario genere», ordinando alle forze armate di mantenere «una superiore capacità di risposta bellica».
Nelle scorse le autorità dell'isola sudcoreana di Yeongpeyong, che si trova di fronte alla Corea del Nord, hanno emesso ordini di evacuazione per gli abitanti dopo che Pyongyang ha esploso circa 200 proiettili di artiglieria al largo della sua costa occidentale. Successivamente, le autorità sudcoreane hanno emesso un altro ordine di evacuazione, questa volta per l'isola di Baengnyeong.
L'isola sudcoreana di Yeongpeyong, che conta 1.700 abitanti e si trova nel Mar Giallo, 115 chilometri a ovest di Seul ad appena 10 chilometri dalla costa nordcoreana, è sul confine marittimo occidentale conteso tra i due Paesi ed era stata bombardata da Pyongyang nel novembre 2010.
La Corea del Sud ha definito le esercitazioni nordcoreane una provocazione. E ha annunciato che risponderà con misure adeguate. «L'intera responsabilità di tali situazioni di escalation ricade sulla Corea del Nord», ha detto il portavoce militare, il colonnello Lee Sung-jun. «Chiediamo con forza che si fermi immediatamente. In stretto coordinamento tra Corea del Sud e Stati Uniti, i nostri militari stanno seguendo e monitorando le attività».
Come reazione, le truppe di Seul «hanno compiuto un'esercitazione con proiettili da guerra da cannoni semoventi K9» al confine fra le due Coree, scrive l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.
I rapporti tra le due Coree si sono deteriorati (ulteriormente) dopo l'intensificarsi della cooperazione militare tra Seul e gli Stati Uniti, in risposta ai ripetuti test missilistici di Pyongyang. Il leader nordcoreano, a Capodanno, ha sottolineato che non cercherà più la riconciliazione e la riunificazione con la Corea del Sud. «Credo che sia un errore che non dovremmo più fare il considerare le persone che ci dichiarano come il "principale nemico" come qualcuno con cui cercare la riconciliazione e l'unificazione». Kim ha parlato di «una situazione di crisi incontrollabile e persistente» nella penisola, «innescata da Seul e Washington».
«Dobbiamo aumentare la produzione»
Kim Jong-un ha chiesto un aumento della produzione di lanciamissili durante una visita a una fabbrica di armi, affermando che il Paese deve essere pronto in vista di uno «scontro militare» con «i suoi nemici». Era accompagnato dalla secondogenita Ju Ae, indicata ieri per la prima volta dall'intelligence sudcoreana come «sua possibile erede».
La Casa Bianca ha dichiarato proprio ieri che Pyongyang ha fornito a Mosca missili balistici e sistemi di lancio utilizzati nei principali attacchi degli ultimi giorni contro l'Ucraina. Gli esperti affermano che Kim aumenterà i test sulle armi prima delle elezioni presidenziali americane di novembre poiché probabilmente ritiene che un potenziamento delle capacità militari aumenterebbe le sue possibilità di strappare concessioni (un alleggerimento delle sanzioni) agli Stati Uniti qualora Donald Trump venisse rieletto.
La reazione cinese
La Cina invita alla «moderazione» tutte le parti. «Nella situazione attuale, ci auguriamo che tutte le parti rilevanti mantengano la calma e la moderazione e si astengano da azioni che possano aggravare la tensione, evitino un'ulteriore escalation della situazione e creino invece le condizioni per la ripresa di un dialogo significativo», ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, aggiungendo: «Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi e i cambiamenti della situazione nella Penisola coreana».
La situazione
L'accordo del 2018 impone alle due Coree di fermare le esercitazioni e la sorveglianza aerea nelle no-fly zone e nelle zone cuscinetto stabilite lungo il confine. Ma i rapporti si sono incrinati dopo il lancio del primo satellite spia militare del Nord, lo scorso novembre. La Difesa nordcoreana sostiene che sta fornendo immagini di importanti installazioni militari statunitensi e sudcoreane. Kim Jong Un ha quindi promesso di lanciare altri tre satelliti militari di spionaggio, di produrre più materiali nucleari e di introdurre moderni droni d'attacco nel 2024. Nel frattempo, Seul ha accusato la Corea del Nord di ripristinare i posti di guardia in prima linea che aveva smantellato (proprio in base all’accordo del 2018), e ha ripreso la sorveglianza aerea in prima linea per protestare contro il lancio del satellite del Nord. Le tensioni fra le due Coree sono avviate e cresce il rischio di scontri lungo la linea del 38. parallelo.