Il caso

Corea del Nord: il soldato USA entrato illegalmente «è in cerca di rifugio»

Travis King, lo scorso mese era fuggito attraversando il confine del Paese – Arriva il primo commento pubblico di Pyongyang: «L'uomo nutriva rancore contro i maltrattamenti disumani e la discriminazione razziale all'interno dell'esercito degli Stati Uniti»
© AP/Ahn Young-joon
Irene Solari
16.08.2023 09:30

Il caso di Travis King aveva fatto parecchio discutere lo scorso mese. Già, perché il fatto, di per sé, appare come abbastanza insolito. Stiamo parlando del soldato dell'esercito americano che il 18 luglio scorso ha deciso di fuggire, attraversando «di corsa» il confine con la Corea del Nord per poi essere arrestato dalle autorità nordcoreane. Ora, con il primo commento pubblico da parte di Pyongyang, stanno emergendo nuovi dettagli su quanto successo. Vediamo insieme gli ultimi aggiornamenti.

Cosa è successo?

Fin dall'inizio, lo sconfinamento in Corea del Nord da parte del 23.enne americano era parso un «gesto volontario». Si era arrivati anche a parlare di un possibile caso di diserzione. Ma torniamo a quel 18 luglio: Travis King – secondo quanto riportato dalla CNN – stava visitando l’area di sicurezza congiunta tra le due Coree, dove, dal lato sudcoreano di questa zona, vengono organizzati dei tour turistici. Da lì King avrebbe avuto l'occasione per allontanarsi ed entrare volontariamente – ed illegalmente – in Corea del Nord, unendosi al gruppo di turisti presso la Joint Security Area di Panmunjom, l'area smilitarizzata che fa da cuscinetto tra le due Coree. E, questo, nonostante la presenza di una serie di checkpoint (ma nessuna barriera fisica) che delimitano la «Zona demilitarizzata» attraverso la quale poi si accede alla linea di confine vera e propria, detta «Linea di demarcazione militare». King, una volta passato il confine, è stato posto sotto arresto dalle autorità di Pyongyang.

© Wikipedia/Rishabh Tatiraju
© Wikipedia/Rishabh Tatiraju

La conferma di Pyongyang

Le stesse autorità che, sul caso Travis King, avevano inizialmente preferito mantenere il riserbo, trincerandosi dietro il silenzio davanti alle sollecitazioni giunte da parte del Pentagono nei giorni successivi alla fuga del militare, che chiedevano il rilascio immediato dell'uomo. Salvo poi confermare la presenza dell'uomo in Corea del Nord, «preso in custodia» dalle autorità locali.
Sul caso si era mobilitata anche l'ONU, che aveva avviato subito dei colloqui con Pyongyang: «Sono iniziate le discussioni con l'esercito popolare coreano attraverso il meccanismo dell'accordo armistiziale», aveva affermato a fine luglio il generale Andrew Harrison. Le Nazioni Unite, che sovrintendono alla tregua della guerra di Corea, avevano dichiarato di non voler fornire ulteriori dettagli per «non interferire con gli sforzi per riportarlo a casa».
Era pure emerso che King, prima di attraversare il confine, era stato in carcere in Corea del Sud. E questo poco prima della decisione di attraversare il confine. La notizia era stata data da un funzionario di Seoul: «Travis King, soldato di seconda classe arruolato dal 2021, è stato rilasciato il 10 luglio dopo aver scontato circa due mesi in una prigione sudcoreana con l'accusa di aggressione» per una rissa tra ubriachi in un bar, seguita poi da un alterco con la polizia locale di Seul.

«In cerca di rifugio»

E, proprio in seguito a questa azione disciplinare – spiega la Bbc –, King era stato scortato all'aeroporto di Seul, dove avrebbe dovuto imbarcarsi su un volo per il Texas per presentarsi alle udienze preliminari a Fort Bliss. Ma, sul quel volo il soldato 23.enne non è mai salito. Ha preferito tentare la fuga attraverso il confine verso la Corea del Nord. E, ora, le autorità di Pyongyang hanno fornito il primo commento pubblico sul caso. L'uomo, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa statale di Pyongyang KCNA citata dall'agenzia sudcoreana Yonhap, «ha espresso la sua disponibilità a cercare rifugio» nella nazione. Non solo. «Travis King ha confessato di aver deciso di trasferirsi in Corea del Nord poiché nutriva rancore contro i maltrattamenti disumani e la discriminazione razziale all'interno dell'esercito degli Stati Uniti», scrive l'agenzia di stampa nordcoreana, aggiungendo che il militare è sotto indagine. Il soldato americano «ha anche espresso la sua disponibilità a cercare rifugio nella Corea del Nord o in un Paese terzo, dicendo di essere deluso dalla società americana ineguale», ha chiosato Pyongyang.

©JEON HEON-KYUN
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