Cosa sta succedendo in Israele? Netanyahu: «Siamo in guerra»
«Cittadini di Israele siamo in guerra e non è solo un'operazione, è proprio una guerra». Così si è espresso il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un videomessaggio dal quartier generale militare di Tel Aviv. Aggiungendo di avere dato l'ordine all'esercito di richiamare i riservisti e di «rispondere alla guerra con irruenza e un'ampiezza che il nemico non ha conosciuto finora». «Il nemico – ha sottolineato – pagherà un prezzo che non ha mai dovuto pagare. Vinceremo». L'esercito israeliano ha richiamato in servizio decine di migliaia di riservisti dopo i massicci attacchi da parte dei miliziani di Hamas dalla Striscia di Gaza dalle prime ore di questa mattina.
Si tratta, secondo la televisione pubblica Kan, dell'inizio dell'«Operazione Spade di ferro». L'esercito ha confermato il lancio di almeno 2.200 razzi da Gaza. «Sono in corso combattimenti in sette località di Israele», le sirene d'allarme risuonano fino a Tel Aviv. «Decine di aerei israeliani stanno attaccando a Gaza un numero di obiettivi di Hamas nella Striscia», ha annunciato il portavoce militare. Razzi sparati da Gaza hanno centrato nel Negev il villaggio di Kseifeh, ha dichiarato alla televisione pubblica il sindaco, secondo cui finora si ha notizia di quattro morti. Gli abitanti, ha aggiunto, non dispongono di rifugi in cui proteggersi durante gli attacchi.
Hamas contro «la profanazione dei luoghi santi a Gerusalemme»
Hamas ha affermato di avere lanciato contro Israele «5.000 razzi» nella fase di apertura dell'operazione «Alluvione al-Aqsa» (Al-Aqsa’s flood). «Abbiamo deciso di mettere fine ai crimini di Israele», si legge in un comunicato diffuso sul web. Mohammed Deif, capo dell'ala militare di Hamas, ha precisato che l'operazione rappresenta una reazione «alla profanazione dei luoghi santi a Gerusalemme» e al costante rifiuto da parte di Israele di «liberare i nostri prigionieri». Ha affermato che i miliziani hanno avuto ordine di «non uccidere donne e bambini». Ha anche fatto appello a tutti i palestinesi di unirsi alla lotta armata. «Il nemico – ha detto – è più debole di quanto non si pensi».
Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, citato dalla stampa israeliana, ha spiegato che l’attacco a sorpresa di questa mattina contro Israele è stato deciso per «difendere la moschea di Al-Aqsa» a Gerusalemme. I militanti, ha spiegato, «stanno conducendo una campagna eroica volta a difendere la Moschea di Al-Aqsa, i luoghi santi e i prigionieri».
«Siamo in stato di guerra. Abbiamo 21 episodi in corso nel sud del Paese», sono le parole del capo della polizia israeliana, Yaakov Shabtai. Unità scelte della polizia, ha aggiunto, sono state mobilitate e inviate nella zona degli scontri. La polizia ha inoltre eretto posti di blocco sulle arterie fra il sud e il centro di Israele. Misure di sicurezza sono state approntate anche lungo la linea di demarcazione con la Cisgiordania e nelle città di Israele a popolazione mista di ebrei e arabi. Hamas «ha commesso un grave errore questa mattina e ha lanciato una guerra contro lo Stato di Israele», ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant aggiungendo che l'esercito «sta combattendo contro il nemico in ogni luogo. Invito tutti i cittadini israeliani a seguire le istruzioni di sicurezza. Lo Stato di Israele vincerà questa guerra».
La reazione della Svizzera
La Confederazione condanna gli attacchi in corso contro Israele e chiede che la sua popolazione civile venga protetta in ogni momento, si legge in un commento diramato su X da parte del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). «Chiediamo che venga immediatamente cessata ogni violenza», ha scritto il DFAE.
«Fino a quando la situazione non sarà chiarita si sconsigliano viaggi turistici e altri viaggi non urgenti in Israele», afferma il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sul suo sito internet. «Non si può escludere un deterioramento della situazione della sicurezza», aggiungono i funzionari bernesi. Chi deve recarsi in Israele per motivi impellenti è invitato a informarsi della situazione attuale attraverso i media e i tour operator, prima e durante il viaggio. Il DFAE mette anche in guardia dal partecipare a manifestazioni e ad assembramenti di persone. Gli spostamenti all'interno del paese ebraico dovrebbero essere ridotti al minimo.
«Seguiamo con angoscia le notizie provenienti da Israele e condanniamo senza riserve gli attacchi condotti da Hamas», ha dal canto suo scritto su X l'Alto rappresentante UE Josep Borrell. «Queste orribili violenze devono cessare immediatamente. Con il terrorismo e la violenza non si risolve niente. L'UE esprime la sua solidarietà a Israele in questi difficili momenti».