Dal medico e in farmacia: «Posso avere il generico, se esiste?»
Esiste un modo per risparmiare sui costi della salute, senza cambiare di una virgola la qualità delle cure e la presa a carico dei pazienti. Quale? I farmaci generici. Ecco perché la rete di medici di famiglia mediX ticino ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, sostenuta dall’Ordine dei farmacisti del Cantone Ticino, indirizzata a medici, farmacie ma soprattutto ai pazienti. Rilevante? Molto: il potenziale di risparmio, solo in Ticino, è stimato fino a 50 milioni di franchi all’anno.
Di cosa stiamo parlando? A chiunque sarà capitato di sentirsi domandare dal farmacista, di fronte a una ricetta medica, «di questo ho il generico, lo vuole?». Si tratta di un medicinale che contiene esattamente lo stesso principio attivo dell’originale, e per il quale la ditta che lo produce è obbligata a effettuare dei test di equipollenza. Questi medicamenti possono essere utilizzati in maniera equivalente agli originali per i quali è scaduto il brevetto. Il farmaco viene quindi venduto come «generico» ed è dimostrato che ha la stessa efficacia clinica ed è equiparabile. Cosa cambia? In alcuni casi è esattamente identico, in altri sono diversi gli eccipienti. Un farmaco contiene infatti alcuni mg della sostanza del principio attivo (quello per il quale viene assunta), corrispondenti al massimo a un granello di sale. Gli eccipienti sono le altre sostanze, in pratica la polverina che «fa volume» (colore, capsula, altre sostanze che al corpo non danno fastidio).
Quel «può» che potrebbe essere «deve»
Perché, allora non prescrivere direttamente il generico? La Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) prevede che se il medico non esige esplicitamente la consegna del preparato originale, il farmacista può sostituire preparati originali dell’elenco delle specialità con prodotti generici di questo stesso elenco a prezzi più vantaggiosi. «È proprio questo il punto – ci ha spiegato il presidente di mediX ticino, il dottor Christian Garzoni, da noi intervistato -. Il legislatore ha deciso purtroppo di lasciarla come opzione, ma a mio avviso quel può dovrebbe diventare un deve». Tra gli obiettivi primari della rete di medici di famiglia c’è la presa a carico del paziente con una medicina di alta qualità, sostenibile e duratura nel tempo, perché i costi della salute, nel nostro cantone, sono sempre più alti e insostenibili.
Un po' di cifre
Diciamolo, basta un confronto per rendersi conto che in Svizzera la quantità di generici prescritta è nettamente inferiore rispetto al resto d’Europa: il nostro Paese con (dati di qualche anno fa) una quota del 23%, occupa l’ultimo posto in classifica. Dietro a Francia (30%) e Belgio (34%), ad esempio, ma anche a Danimarca (63%), Olanda (76%), Germania (82%) e Regno Unito (85%). E all’interno della Svizzera il Ticino è il fanalino di coda: se sul totale di farmaci dispensati nel nostro Paese la quota di generici rappresenta il 28,1%, nel nostro cantone è del 21,5% (dati Sasis).
La campagna su tre livelli
Ecco il motivo della campagna di sensibilizzazione “usiamo i generici!” voluta da mediX ticino, che si basa su tre livelli. Primo: i pazienti. «Un paziente informato è un paziente che chiede il generico attivamente, bisogna renderlo partecipe dell’impatto delle proprie scelte», aggiunge il dottor Garzoni. La popolazione deve essere cosciente che il generico contiene lo stesso principio attivo dell’originale, cambia solo il nome e il prezzo. Secondo: i medici. Anche loro sono spesso abitudinari. Ecco perché spetta a loro abituarsi a scrivere sin da subito sulla ricetta il nome del corrispettivo generico o di cambiare tutti gli originali con generici, spiegando al paziente che «è uguale ma costa meno». mediX ticino ha fornito ai propri studi medici opuscoli informativi per i pazienti e un’utile lista per i medici da tenere a portata di mano dove vengono menzionati, oltre al corrispettivo generico degli originali, anche il rispettivo risparmio. Terzo: i farmacisti. A loro si chiede di proporre attivamente la sostituzione di tutti gli originali in generici. La famosa domanda citata all’inizio, da porre al bancone: «Di questo abbiamo anche il generico, glielo do?».
Un risparmio per tutti
Ma è vero che costa meno? «Certo e il risparmio è su due livelli – fa notare il dottor Garzoni -. Il costo del generico è inferiore (fino al 59% in meno) rispetto al farmaco originale e questo pesa meno sui costi della salute (della cassa malati e quindi della popolazione stessa). Ma anche l’aliquota a carico del paziente è più bassa: il 10% rispetto al 20% che si paga sull’originale». Le tasche del «consumatore» vengono quindi direttamente toccate. «Ecco perché ritengo che dovrebbe essere un chiaro dovere, per tutti i cittadini, di chiedere il generico: tutti devono fare la loro parte per contenere i costi». Ma, come detto, serve un cambiamento culturale.