La manifestazione

Dal palco del Teatro di Locarno una serata contro la violenza

L’associazione «Mai Più Sola» e la fondazione Tamagni uniscono le forze per promuovere la convivenza pacifica - «Mandiamo un messaggio alla società, partecipando il 29 settembre a una rappresentazione unica nel suo genere»
Maurizio Tamagni (della fondazione per Damiano), Giacomo Coppola, Luana Riva e Deborah Magagna, entrambe dell’associazione «Mai più sola».
Jona Mantovan
23.09.2024 06:00

Contro la violenza, in particolare quella sulle donne. Una serata per dire «no» alle dimostrazioni di forza, a chi alza le mani, agli abusi e ai soprusi. L’appuntamento è per il 29 settembre, quando il sipario del Teatro di Locarno alle 20.30 si aprirà per dare spazio alla rappresentazione «Dio come ti amo… per uomini che amano le donne», promossa dalla fondazione Tamagni e dall’associazione «Mai più sola». Un evento, il cui ricavato sarà devoluto a entrambe le realtà impegnate in opere di sensibilizzazione, organizzato con il supporto della «Rewind Project» di Giacomo Coppola. L’opera – ricordano gli autori e interpreti, Ettore Bassi e Deborah Iannotta, accompagnati dalle musiche di Lino Pariota – è uno spettacolo «che vede uomini e donne vittime inconsapevoli delle evoluzioni sociali».

Unione di forze

E ancora: «Vogliamo riflettere sul perché questa relazione, iniziata nella Genesi, si è incrinata negli ultimi tempi, come in una battuta d’arresto». «Abbiamo unito le forze perché siamo due realtà che hanno una moltitudine di punti in comune», racconta al Corriere del Ticino Luana Riva, fondatrice insieme alla figlia dell’associazione «Mai più sola». «Damiano (Tamagni, ndr) purtroppo non c’è più, vittima di una violenza a un carnevale. Mentre noi rappresentiamo una sopravvissuta, Deborah», aggiunge la 54.enne, che nella vita lavora nel settore sanitario.

La scelta è ricaduta su questa città, perché c’è molta sensibilità sui temi della parità dei diritti e di genere
Deborah Magagna, associazione «Mai più sola»

Ed è proprio Deborah Magagna a esprimersi, in qualità di presidente, sulla scelta del luogo: «Abbiamo scelto Locarno perché, oltre a essere una bellissima una città, di recente ci ha permesso di portare avanti il nostro discorso di sensibilizzazione». La 30.enne ricorda una serata legata al tema della violenza domestica di genere e un murales realizzato insieme all’artista muralista Katrin Loglio e alla docente di arti visive Danae Talarico: «Un’opera pubblica inaugurata a maggio insieme al sindaco, Nicola Pini, costituita da una grande superficie rosa accompagnata dalla scritta ‘La tua voce può fare la differenza’».

Vittima da «codice rosso»

La giovane, come riporta anche il sito web maiupiusola.ch, l’11 marzo 2022 è vittima di una violenza domestica, riportando ferite gravi al punto farla finire in ospedale «in codice rosso». Tornando a Locarno, invece, proprio ai piedi di Palazzo Marcacci erano stati collocati sedici ciottoli rossi, nel dicembre 2023, contro la violenza di genere, uno per ogni femminicidio avvenuto in Svizzera nel 2022. Un’iniziativa della Sinistra Unita al termine di una mattinata di riflessione e dibattiti. A inizio 2024, invece, lo stesso Municipio di Locarno (ancora sotto il «governo» di Alain Scherrer) aveva annunciato la creazione del «Gruppo ascolto e tutela», legato all’ordinanza dedicata alle molestie sul posto di lavoro.

«Un messaggio alla società»

«Tre persone di differenti settori dell’amministrazione si occuperanno di trattare i casi di segnalazioni, denunce o anche solo esternazioni di disagi vari», si legge nella nota firmata dall’allora sindaco.

Una pletora di progetti a dimostrazione oggettiva di una certa sensibilità al tema, che in altre realtà - simili o anche più grandi - sembrerebbe essere praticamente inesistente.

Tra i promotori, presente sul posto anche Maurizio Tamagni, presidente della fondazione Damiano Tamagni, nata nel 2008 a seguito dell’omicidio del figlio, Damiano, vittima di un’aggressione nel corso del carnevale di Locarno, il 1. febbraio di quell’anno. «Dobbiamo ringraziare Giacomo», premette il 68.enne, indicando proprio il volto dietro «Rewind Project». «Ha messo in contatto le nostre realtà, che si occupano di temi simili con l’obiettivo comune di evitare il ripetersi di fatti tanto orribili. Abbiamo accettato benvolentieri questa collaborazione e spero tanto che ci sia il ‘tutto esaurito’, anche per lanciare un messaggio nei confronti della società».

Una data non casuale

«Speriamo di riuscire a far riflettere i ragazzi con questo genere di eventi», racconta il 37.enne locarnese Giacomo Coppola, che nella vita è impiegato come operaio. Promotore, fra l’altro, della prima giornata di mototerapia che si era svolta in Largo Zorzi il 29 giugno. «La data scelta per questa rappresentazione, il 29 settembre, coincide con il compleanno di Damiano, che purtroppo non c’è più», conclude.

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