L'incontro

Dalla casa anziani al deposito, quando l’arte è «alla parete»

Tamara Giovannacci, artista muralista di Locarno, racconta gli ultimi grandi progetti all’Istituto San Carlo, senza dimenticare uno dei suoi lavori più prestigiosi: a Camedo, nella storica rimessa dei convogli della Centovallina
Tamara Giovannacci, artista muralista 34.enne, ritratta al deposito storico della Centovallina di Camedo, una struttura valorizzata nel 2022 e che ha ottenuto il prestigioso titolo Swiss Location Award, dedicato ai punti più interessanti della Svizzera sotto il profilo turistico
Jona Mantovan
10.07.2024 06:00

L’importante è che sia alla parete. Che si tratti dello storico deposito dei treni della Centovallina (35 metri quadrati), oppure della casa anziani San Carlo (45, più una seconda di 20). Stiamo parlando della dimensione delle opere di Tamara Giovannacci, 34.enne di Locarno oggi artista muralista. «Ma sono molto flessibile, mi adatto a qualsiasi tipo di sfida», spiega sorridente al Corriere del Ticino in collegamento da Rasa, luogo di origine della famiglia. Vanno bene anche superfici più piccole, insomma. «C’è chi mi chiede “normalissimi” quadri e sono versatile al punto che posso mescolare grafica e scrittura».

Tra flora e fauna

Creatività a 360 gradi, quindi. «Tuttavia, stile e interessi mi portano a realizzare lavori che tendono al realismo e incentrati sull’ambiente naturale, essendo cresciuta in montagna e in mezzo alla natura. Sono molto legata a questi temi, rappresentano le mie radici. Infatti, cerco sempre di integrare piante e fiori del luogo, ad esempio, cercando di valorizzare flora e fauna», dice ancora la giovane.

Una sfida completata nell’arco di un mese e a colpi di pennello, uno strumento che preferisco al posto della popolare vernice a diffusione
Tamara Giovannacci, 34 anni, artista muralista

Passioni per la creatività, l’arte e il disegno che si sono manifestate sin dalla più tenera età di Tamara. «A otto anni, ho iniziato all’Accademia di Ettore Maiotti a Giubiasco. Lì ho dipinto per sei o sette anni». Una dote che, per sua stessa ammissione, ha poi deciso di «mettere da parte». Proprio come dice il proverbio. Una qualità poi ripresa al momento della sua trasferta in Portogallo: «Un po’ per gioco e un po’ per caso, i primi murales li ho realizzati proprio là. All’epoca ero partita per una vacanza, ma poi ho finito per restarci un paio d’anni, dove ho vissuto varie nuove esperienze».

L’esperienza in Portogallo

«Mi son buttata e adesso... è il mio lavoro», esclama entusiasta. «All’epoca, alloggiavo da amici e ci siamo accordati per una sorta di ‘scambio’. I miei lavori nella loro struttura alberghiera per un po’ di ospitalità. La quarantena imposta dal coronavirus si era conclusa e la loro intenzione era di rimodernare gli spazi. Si sono rivolti a me, chiedendomi se potevo realizzare loro qualcosa, raccontandomi alcune loro idee. Alla fine mi son detta ‘Perché no?’. Non avevo mai provato, e così ho seguito alcune guide su internet. Da autodidatta, ho capito le tecniche di base e, vista la mia preparazione artistica, ho pensato ‘Beh, penso proprio di poter farcela, mi butto’. E alla fine sì, ha funzionato e adesso ci in Portogallo ci sono quattro-cinque ‘muri’ eseguiti da me».

Il ritorno in Ticino

«Ho viaggiato spesso, sui treni della Centovallina», riprende la nostra interlocutrice. «La mia famiglia, Giovannacci, è proprio di Rasa. Ricordo che, da piccola, andavamo spesso al rustico. Quando succedeva, era una vera e propria avventura. Conosco bene la zona e quando ho saputo che le Ferrovie autolinee regionali ticinesi (la società con sede a Locarno che si occupa della tratta svizzera della linea, ndr) mi avevano scelta per dare lustro al deposito storico di Camedo, per me è stato un onore. Pitturare in quel luogo, fra l’altro vincitore dello Swiss Location Award, è stato un omaggio alle mie radici, oltre che una bella soddisfazione». E pensare che tutto era nato da una semplice proposta, da parte sua, di decorare con il suo estro alcune delle vecchie stazioni che si possono apprezzare lungo la tratta.

Il bozzetto e la realizzazione

Tamara afferma di non utilizzo le classiche bombolette di vernice ‘spray’ a diffusione, tanto amate dalla maggior parte degli artisti che realizzano opere di grandi superfici e su pareti. No. «Vado a colpi di pennellate, tutto a mano». L’approvazione della società di trasporti, dal primo bozzetto messo a punto con il computer, non si è fatta attendere.

«È stata una bella sfida, che ha richiesto almeno un mese di lavoro. Sono molto contenta del risultato», aggiunge. Sottolineando come abbia sempre lavorato da sola, senza che altri l’abbiano aiutata nel portare a termine la notevole mole di lavoro. «Ma nella casa anziani San Carlo è stato diverso. Lì ho incontrato e interagito con molte persone, rispetto ai progetti precedenti». L’artista, presente su internet al sito www.giovannacciart.com e pure su Instagram come tamara.giovannacci, al momento dice di non avere in ballo progetti particolari, ma ribadisce di essere «aperta a ogni sfida».

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