L'idea

Banksy prende vita al Rialto di Locarno: «Questo cinema è una perla»

La mostra-evento sul celebre artista di strada secondo i promotori sta riscuotendo «un grande successo» - «La sala proiezioni in zona stazione a Locarno è stata una scoperta: l’allestimento, fino al 28 luglio, è fatto su misura»
Una panoramica della mostra; in primo piano, Ludovica Andreini di GC Events.
Jona Mantovan
01.07.2024 06:00

Oltre l’ingresso, in un angolo è possibile realizzare un’«opera alla Banksy», l’artista inglese dall’identità sconosciuta: una bombola di vernice spray, una sagoma appoggiata su un cartone e via. «Ci si sente un po’ come lui», esclama Ludovica Andreini, che segue i progetti di GC Events, società locarnese che dal 2015 promuove eventi di vario genere. E così, il cinema Rialto, proprio dietro la stazione di Locarno, con «Banksy Underground» (fino al 28 luglio) si trasforma in una grande mostra dedicata al misterioso «street artist», l’artista di strada i cui lavori (realizzati all’aperto e su edifici) fanno il giro del mondo, criticando la cultura, la politica e l’etica nella società contemporanea. «Questa storica sala proiezioni è stata una scoperta. Forse realizzeremo anche altri appuntamenti. O magari, dopo il Locarno film festival, prolungheremo la durata di questo», spiega la 33.enne al Corriere del Ticino. La proposta in corso, insomma riscuote «un successo clamoroso».

Fino a 200 ingressi al giorno

«Piace moltissimo sia ai turisti sia a chi vive la sua quotidianità sempre qui. Ammetto che il periodo di pioggia ha dato un’ulteriore spinta, ma abbiamo avuto giornate nelle quali abbiamo segnato qualcosa come 150-200 ingressi. In un giorno, davvero non ce l’aspettavamo».

La soddisfazione, per la rappresentante del gruppo che allestisce eventi, è palpabile. D’altronde, non capita tutti i giorni di veder vivere un vecchio cinematografo anche con l’arte. «Credo che una cosa molto importante di questa mostra stia nel fatto che sia stata pensata per essere sviluppata “su misura” negli spazi di questa struttura. L’abbiamo proprio “cucita addosso” sfruttando al meglio i vari spazi e credo che questo le conferisca una grande personalità».

Nel piano interrato è stata ricostruita una fermata della metro londinese, con tanto di convoglio in attesa

Interattività e realtà virtuale

La scelta di puntare sul nome di Banksy (che spesso capita di vedere riportato con la grafia errata «Bansky») deriva dalla possibilità di interessare i giovani «perché parla una lingua che capiscono, rispetto all’arte diciamo più “classica”. Ma anche i più piccoli possono vivere una bella esperienza. Grazie a un tablet e a un’app che abbiamo personalizzato riprendendo alcune figure animate tipiche del suo stile, bambine e bambini creano composizioni proiettate in tempo reale su un grande schermo.

Non è tutto. L’interattività non si ferma qui: il Rialto ha un piano interrato. E, mentre si scendono i gradini della scala a chiocciola, si sentono i rumori dei treni in arrivo. In effetti, la scena che si vede una volta nel locale, è ricostruita in maniera sorprendente: una fermata della metropolitana londinese. Quella di Camden Town, per la precisione. «Con tanto di panchine, segnaletica, trappole per topi» e sulla parete la riproduzione di un convoglio in attesa sulla banchina. «Mettiamo a disposizione alcuni visori di realtà virtuale Oculus, per vivere l’esperienza di camminare per le strade della capitale del Regno Unito scoprendo le opere di Banksy».

Scenografie per le foto

Realtà virtuale, audioguide (gratuite, da scaricare sul proprio smarpthone), creazione della propria «opera» spruzzando vernice da una classica bomboletta.

In un’esposizione dai toni così coinvolgenti è immancabile uno spazio scenografico per scattare foto ricordo: dalla cabina telefonica rossa e tipica del luogo di origine del protagonista senza nome (in realtà ispirata a un’installazione comparsa all’improvviso nel 2006), a un ombrello che ricalca «Nola», il murale di New Orleans realizzato nel 2008, che ritrae una bambina sotto un ombrello. Immagine che si riferisce al devastante passaggio dell’uragano Katrina nel 2005.

Documentari tra i seggiolini

«Non potevamo sottrarci dallo sfruttare l’opportunità data dalle sale cinematografiche», aggiunge ancora Andreini risalendo un’altra scala a chiocciola. Ci sono due produzioni che proiettiamo a ciclo continuo».

Scostando la tenda oltre la porta d’accesso, dal buio spuntano i caratteristici seggiolini. «In questo caso, ad esempio, approfondiamo la sua ultima opera: vernice verde spruzzata su un muro dietro un albero tagliato per sembrare fogliame». Intanto, però, alla cassa si affacciano una ragazza e un ragazzo, incuriositi dal nome dell’artista a caratteri cubitali rossi sulle vetrate esterne.

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