Donald Trump ha nascosto documenti perfino in doccia
Nella sala da ballo. Oppure nella doccia di uno dei (tanti) bagni. Ma anche in camera da letto, nella sua camera da letto per la precisione, e infine in un ripostiglio. Eccola, la mappa dei nascondigli all’interno della residenza Mar-a-Lago. Ecco, insomma, dove l’ex presidente Donald Trump teneva documenti top secret, fra cui alcuni dettagli sulle capacità nucleari di altri Paesi.
I capi d’accusa, in totale, sono 38. Di cui 31 relativi alla sottrazione intenzionale di informazioni sulla difesa nazionale ai sensi della legge sullo spionaggio. Ve ne abbiamo parlato qui, ribadendo che si tratta di accuse penali federali. Una prima storica per un ex presidente. Trump, in sostanza, è accusato di aver conservato nella sua residenza in Florida oltre trecento cartelle classificate dopo aver lasciato la Casa Bianca.
«I documenti riservati che Trump ha conservato nelle sue scatole includevano informazioni riguardanti le capacità di difesa e di armamento sia degli Stati Uniti sia di Paesi stranieri; programmi nucleari degli Stati Uniti; potenziali vulnerabilità degli Stati Uniti e dei suoi alleati agli attacchi militari; e i piani per possibili ritorsioni in risposta a un attacco straniero» si legge nelle 49 pagine dell’atto d’accusa.
E ancora. Il club Mar-a-Lago di Trump «non era un luogo autorizzato» per «l'archiviazione, il possesso o la discussione» di documenti riservati. Ciononostante, in due circostanze, nel 2021, il tycoon ha mostrato documenti riservati ad altri che non avevano il necessario nullaosta di sicurezza, tra cui uno scrittore e due membri dello staff. Un fatto, questo, emerso grazie a una registrazione audio di un incontro privato nel club di golf di Trump, nel New Jersey. «Come presidente avrei potuto declassificarlo. Ora non posso, sai, ma questo è ancora un segreto. Questa è un’informazione segreta», avrebbe detto Trump, secondo la registrazione audio diffusa dalla CNN. Il file in questione? Un documento su un piano di attacco all’Iran.
Ma tra i capi di accusa di cui dovrà rispondere l’ex presidente c’è anche quello di aver cercato di ostacolare l’inchiesta federale, condotta dall’FBI, suggerendo in particolare al suo avvocato di «nascondere o distruggere» i documenti o, ancora, di dichiarare il falso agli investigatori affermando che non li aveva con sé. E nella bufera, infine, è finito anche l’assistente personale di Trump nella residenza Mar-a-Lago, Waltine Nauta, che avrebbe fisicamente spostato i documenti per nasconderli all’FBI.