Verso il 9 giugno

Duello alle urne sullo stabile EFG

Sull’acquisto dell’edificio ex Banca del Gottardo, di cui si parla da anni, l’ultima parola spetta ora al popolo - Per i favorevoli è un investimento necessario per dare dignità al terzo potere dello Stato - Per i contrari si tratta di «un gigantismo fuori scala»
© CdT/Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
30.05.2024 21:00

Il 9 giugno i ticinesi si esprimeranno sul credito da 76 milioni per l’acquisto dello stabile EFG a Lugano quale nuovo (e secondo) Palazzo di Giustizia. Vediamo per quale motivo andiamo al voto e quali sono gli argomenti di favorevoli e contrari.

Su che cosa andremo a votare?

I cittadini si esprimeranno su un credito di 76 milioni di franchi per l’acquisto dello stabile EFG al fine di insediarvi il nuovo Palazzo di Giustizia. Allo stesso tempo, voteremo anche su un credito di 6,4 milioni per la progettazione della sua ristrutturazione e dell’adeguamento logistico, nonché per uno studio di fattibilità e progettazione per gli spazi destinati alla sede provvisoria necessaria per la ristrutturazione dell’attuale Palazzo.

Perché andiamo alle urne?

Questi crediti sono stati approvati dal Gran Consiglio a febbraio 2024 con 54 voti favorevoli, 26 voti contrari e un’astensione. Tuttavia, il Parlamento ha pure attivato il referendum finanziario obbligatorio, uno strumento che permette al plenum, con un terzo dei favorevoli, di mandare per direttissima alle urne (senza passare dalla raccolta firme) le spese uniche superiori ai 30 milioni di franchi. Quindi ora l’ultima parola sul credito spetta al popolo.

Perché si è reso necessario parlare di un secondo Palazzo di Giustizia a Lugano?

Della necessità di un secondo Palazzo di Giustizia si parla ormai da anni. E questo, in estrema sintesi, per due motivi. In primis, perché occorre ristrutturare l’attuale Palazzo di Giustizia (quello situato in via Pretorio), la cui costruzione risale agli anni Sessanta. L’acquisto dello Stabile EFG, concretamente, permetterà di meglio gestire la ristrutturazione totale dell’attuale Palazzo. In secondo luogo, perché da tempo l’attuale Palazzo non dispone degli spazi necessari, tantoché alcune autorità sono dovute andare in affitto presso terzi.

Quali autorità saranno presenti nel nuovo Palazzo? E quali resteranno nel «vecchio»?

La presenza del secondo stabile, insieme a quello attuale, andrà così a comporre la cosiddetta «cittadella della Giustizia ticinese». Se oggi andiamo a votare per l’acquisto dello stabile EFG, infatti, in futuro saranno necessari altri crediti per comporre la «cittadella». Si stima che l’investimento complessivo (compreso l’acquisto del nuovo stabile e l’adeguamento dei suoi spazi, l’adeguamento degli spazi nello stabile in via Bossi e la ristrutturazione completa dell’attuale Palazzo) si aggirerà attorno a 200 milioni di franchi. Detto ciò, nel nuovo stabile si insedieranno il Tribunale di appello, la Pretura civile, la nuova Pretura di protezione (oggi Autorità di protezione), l’Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi e altre autorità amministrative (esecuzione, fallimenti, registro fondiario, ecc.). Nel «vecchio» Palazzo resteranno invece il Ministero pubblico e la Polizia cantonale.

Quali sono gli argomenti dei favorevoli?

Innanzitutto i favorevoli fanno notare che l’acquisto «nasce dalla necessità urgente di ristrutturare l’attuale vetusto Palazzo di giustizia di Lugano le cui dimensioni non sono da tempo sufficienti per ospitare le autorità giudiziarie». Inoltre, fanno notare che non esiste alcuna alternativa e che «le verifiche hanno confermato che lo stabile ex Banca del Gottardo è l’unica soluzione valida per rispondere alle necessità della Giustizia» e che anche la correttezza del prezzo è stata certificata da una perizia esterna indipendente. Si tratta dunque di un investimento (di 200 milioni su 12 anni) per le future generazioni e necessario per garantire una Giustizia «dignitosa, moderna e capace di rispondere al bisogno di Giustizia della cittadinanza». Infine, i favorevoli fanno notare che in ogni caso l’attuale Palazzo andrà ristrutturato. E senza l’acquisto dello stabile EFG il rischio è che i costi per lo Stato siano comunque superiori, «poiché occorrerebbe liberare l’attuale Palazzo di giustizia e disseminare le Autorità in edifici in locazione con importanti costi di trasloco, adeguamento spazi e locazioni, per i prossimi 10-15 anni».

E dei contrari?

Il fronte contrario ritiene invece inopportuno spendere per un secondo Palazzo di Giustizia «almeno 140 milioni di franchi (tra acquisto e ristrutturazione) prima di aver ristrutturato quello attuale e in un momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini». I contrari fanno inoltre notare il «gigantismo fuori scala» dello stabile, i cui costi di gestione (dato 2019) «ammontavano a 2,7 milioni di franchi all’anno». In altre parole: l’edificio «è figlio della piazza finanziaria degli anni '80 che non badava a spese per ostentare lo sfarzo». Uno «sfarzo» che oggi non ci possiamo permettere. Detto ciò, sottolineano pure che il bisogno di nuovi spazi per conservare faldoni di carta risulta oggi «anacronistico», in particolare in vista del progetto di digitalizzazione della Giustizia previsto a livello federale nei prossimi anni. Infine, criticano anche lo spostamento della Corte di appello e dei reclami penali (CARP) da Locarno a Lugano, poiché avvicinarla fisicamente al Tribunale penale cantonale e alla Pretura penale (autorità di cui deve giudicare il lavoro) minerebbe l’indipendenza delle varie istanze.