«È solo il primo tassello di un grande mosaico»

Avremmo voluto tutti una «casa sull’albero» così. Come quella che lo studio di architettura Campana Herrmann Pisoni di Ascona ha ideato per le nuove scuole Medie di Biasca che vedranno la luce nella primavera/estate del 2032 dopo un investimento di circa 90 milioni di franchi. Il progetto illustrato oggi alla stampa - alla presenza di autorità comunali e cantonali - prende proprio il nome dalla piattaforma sospesa che da piccoli sognavamo di costruire.
Un edificio rettangolare lungo 160 metri, di tre piani (di cui uno interrato), che accoglierà 20 sezioni per complessivi 440 allievi nonché l’aula magna, una doppia palestra (con possibilità di aggiungerne un’altra) con sala fitness, la piscina, una mensa ed un centro giovanile a disposizione del Borgo. Il complesso in legno verrà realizzato in una sola tappa. Il primo colpo di piccone è previsto nella metà del 2029; il cantiere si concluderà dopo tre anni. In prospettiva si procederà inoltre al restyling e all’ampliamento del Centro professionale tecnico; si sta valutando su quali contenuti orientarsi.
Il comparto sotto la lente
«Questo è solo il tassello iniziale di un mosaico più grande che darà vita al Campus scolastico cantonale. Ed attraverso il quale andremo a sostituire le strutture attuali, puntando sulla sostenibilità, in primis attraverso l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici sulle facciate». Aveva il sorriso dei giorni migliori il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia Christian Vitta. Il Governo, di cui è presidente, ha individuato nel comparto Quinta di 30 mila metri quadrati il luogo migliore per dar vita alla «cittadella dell’istruzione». Una zona che verrà sistemata ed abbellita con superfici verdi in cui, appunto, si trovano le attuali Medie (che verranno demolite appena tolti i veli a quelle nuove) e la pista di ghiaccio.
Scelta unanime
Il progetto vincitore è stato scelto all’unanimità (fra i 30 presentati) dalla giuria presieduta dall’architetto zurighese Sacha Menz, il quale si è detto molto colpito dalla qualità degli elaborati che hanno partecipato al concorso. Alla base c’è il principio dell’incontro tra gli studenti e gli insegnanti di modo che si possano consentire la trasmissione di valori educativi e culturali, un arricchimento e la crescita individuale «consolidando la dimensione di appartenenza alla comunità e rafforzando il dialogo, anche con gli utenti esterni», ha aggiunto Vitta.

L’Arboreto e i giardini botanici
Le nasciture Medie si presenteranno come un parallelepipedo longilineo che si svilupperà su tre livelli. Da terra verso il cielo, come un albero. Le aule saranno le «case sospese», per «un’architettura per fare e che fa scuola». L'istituto si identifica come una «costruzione unitaria, semplice e intuitiva. Permeabilità e trasparenza dei contenuti posti al pianterreno, prevalentemente vetrato, con gli spazi di carattere pubblico e semi-pubblico; al primo piano ci sarà la sequenza con tutte le aule didattiche, una trentina; ed al piano interrato (struttura in calcestruzzo; n.d.r.) gli spogliatoi e i relativi spazi sportivi», si specifica nella relazione tecnica.

Focus sulla biodiversità
Sul tetto molto verde per favorire la biodiversità. Ed altrettanto all’esterno. Citiamo l’Arboreto della cultura, i giardini botanici, il piazzale ricreativo-aggregativo, il parco, le tre corti a cielo aperto, eccetera. Il ballatoio, inoltre, offrirà un punto di vista diverso sul campus e sul paesaggio circostante. La sala polivalente e la mensa saranno il più possibile flessibili; in questo modo potranno diventare un grande spazio traversante aperto sull’intero comparto.

Il teatro nel parco
Ma non è finita. Anzi. Ecco farsi largo un teatro sotto le stelle. «Uno spazio multiuso, aperto sul giardino e coperto, prende forma nel vuoto predisposto per accogliere nel futuro la terza palestra. Questo spazio arricchisce la varietà di ambienti in dialogo tra architettura e natura che prendono forma all’interno del campus. La sua conformazione, in continuità con la seconda palestra e i servizi adiacenti, provvista di una gradonata che si apre sul giardino a sud ed il tetto quale protezione, lo rendono una vera e propria aula multiuso all’aperto, versatile e multifunzionale», puntualizzano gli esperti.
Le prospettive
Secondo i quali il concetto di inserimento pensato offre la massima flessibilità nelle modalità dell’ampliamento del Centro professionale tecnico non solo verso sud, ma pure al posto dell’area che verrà lasciata libera dalle vetuste Medie. In questo senso il materiale proveniente dallo scavo verrà separato e riutilizzato, principalmente per riempire il «vuoto» che si creerà dopo che saranno state demolite la scuola e la palestra. La sostenibilità, infine, è altresì finanziaria: con un unico edificio si possono contenere le spese in fase di costruzione. Verranno creati 110 posteggi per le auto; il doppio per biciclette e motoveicoli.

«È e rimarrà la nostra casa»
La direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport Marina Carobbio Guscetti ha dal canto suo posto l’attenzione sull’importanza dell’edilizia scolastica e sulle riflessioni legate alle esigenze didattiche e pedagogiche: «La scuola è e rimarrà la nostra seconda casa, un luogo simbolico e prezioso, fondamentale anche per tutte le attività che vi ruotano attorno. Pensiamo a quelle sportive e culturali». I progetti possono essere ammirati, fino al 24 febbraio, dalle 14.30 alle 18.30, allo Swiss Railpark di Biasca (dietro la stazione FFS)