Vallemaggia

Ecco il ponte provvisorio in zona Visletto

Sono quasi terminate le operazioni di posa del ponte, grazie al lavoro incessante dell'esercito durante le ore notturne – Si attendono novità sugli aiuti
© CdT/Mattia Sacchi
Red. Online
19.07.2024 09:41

Sono iniziati alle 23 di mercoledì 17 luglio i lavori dell’esercito per la posa del ponte provvisorio a Cevio, in zona Visletto. Turni di 13 ore di incessante lavoro grazie ai quali, questa mattina presto, è quasi terminata la posa. Si proseguirà poi con la messa in sicurezza. «Lavoreremo tutti i giorni nella fascia oraria dalle 23 alle 12», ci aveva spiegato Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3. «E questo per via del caldo delle ore diurne: il metallo di cui si compongono le parti del ponte, con il sole battente, diventerebbe infatti impossibile da maneggiare. Inoltre, lavorando prevalentemente di notte, non intralciamo il lavoro dei civili, che si stanno occupando delle operazioni di rifinitura attorno all’accesso del ponte. Ci vorranno 96 ore di lavoro effettivo. Se non ci saranno intoppi, quindi, in una settimana al massimo avremo finito».

Ieri, il Dipartimento delle istituzioni ha fatto sapere di avere richiesto il prolungo del servizio d’assistenza da parte dell’Esercito nelle zone colpite dal maltempo in Alta Vallemaggia, e ha ottenuto il nullaosta per potersi avvalere dell’impiego dell’Esercito sino al 28 luglio 2024. Questa mattina è arrivata la conferma da parte di Berna: dato che presumibilmente la costruzione del ponte di supporto a Cevio in sostituzione del ponte di Visletto, andato distrutto, richiederà diverso tempo e si rendono necessari anche lavori di ripristino di infrastrutture importanti quali per esempio strade d’accesso in Val Bavona e in Val Lavizzara, il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), su domanda del Canton Ticino, ha prolungato nuovamente l’aiuto.

Fino al 28 luglio l’esercito ultimerà la costruzione del ponte di supporto a Cevio e aiuterà la popolazione della Val Bavona e della Val Lavizzara a ritornare alla normalità.

Dato che il servizio d’appoggio per l’aiuto militare in caso di catastrofe dura oltre tre settimane, conformemente a quanto richiesto dall’articolo 70 della legge militare il Consiglio federale sottoporrà l’impiego dell’esercito per approvazione all’Assemblea federale a posteriori, durante la prossima sessione.

La precisazione

L’esercito segue pertanto le disposizioni dell’ordinanza sull’aiuto militare in caso di catastrofe in Svizzera, che limita l’impiego di truppe alla salvaguardia delle condizioni d’esistenza ed esclude esplicitamente lavori di sgombero o di rispristino di più ampia portata. Le ulteriori domande dei Cantoni vengono perciò esaminate secondo le disposizioni dell’ordinanza concernente l’appoggio a favore di attività civili e di attività fuori del servizio mediante mezzi militari (OAAM). A differenza dell’aiuto militare in caso di catastrofe, le prestazioni nell’ambito dell’OAAM non sono un servizio d’appoggio. Dipendono tra l’altro dalla disponibilità di truppe, escludono una situazione di concorrenza con fornitori di prestazioni privati, nel migliore dei casi presuppongono un’utilità in termini di istruzione per la truppa e, secondo le circostanze, hanno conseguenze a livello di costi per il beneficiario di prestazioni.

Si attendono novità sugli aiuti

Sempre ieri, le autorità cantonali, rispondendo ad alcune nostre domande, hanno fatto il punto della situazione in merito a come e quando saranno stanziati gli aiuti finanziari cantonali per la Vallemaggia. «In questa fase, il Consiglio di Stato continua a seguire da vicino i lavori di ripristino più urgenti che sono tuttora coordinati dallo Stato maggiore regionale di condotta in collaborazione con i servizi competenti », ha premesso il Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato (SIC). Dopodiché, «per gli aiuti finanziari necessari alla ricostruzione si potrà innanzitutto far capo alle leggi settoriali e allo strumento dell’aiuto agli investimenti previsto espressamente per i Comuni». E, sottolinea il SIC, «come già dichiarato pubblicamente, il Cantone farà la sua parte». Ad ogni modo, precisa il Servizio, «sarà però anche fondamentale un coordinamento con la Confederazione e gli altri attori coinvolti affinché l’erogazione degli aiuti sia coordinata e quindi efficace». In questo senso, «esprimersi oggi su cifre e quindi quantificare gli aiuti complessivi è prematuro in quanto occorre anzitutto disporre di una visione d’insieme ». A proposito di visione d’insieme, il SIC ricorda pure che «oltre agli aiuti pubblici e alle donazioni vi sono anche eventuali rimborsi assicurativi: in questo senso sarà importante che gli attori toccati procedano tempestivamente con gli annunci alle assicurazioni in modo che venga poi garantita la corretta presa a carico». Riguardo, invece, agli aiuti della Confederazione, entro quando si attende una risposta da Berna? Ancora il SIC: «La presidente della Confederazione ha espressamente fatto riferimento a un possibile aiuto finanziario da parte della Confederazione, ma per il momento non sono stati forniti ulteriori dettagli», risponde il Servizio, precisando, ad ogni modo, che «il Consiglio di Stato rimarrà in contatto con le autorità federali e con la Deputazione ticinese alle camere federali per ottenere maggiori informazioni sulle modalità e sulle tempistiche di intervento della Confederazione».

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