Automotive

Auto, il mercato svizzero soffre del mal d’Europa

Sono ai minimi da oltre un ventennio le immatricolazioni nei primi due mesi dell’anno - La quota delle elettriche e delle ibride plug-in tiene ma non decolla - Gli importatori chiedono a Berna di adeguarsi alle normative comunitarie, in via di revisione, per evitare le multe sulle emissioni
L’industria continentale dovrebbe avere tre anni in più per adeguarsi al futuro. © EPA/Martin Divisek
Generoso Chiaradonna
05.03.2025 06:00

Con sole 31 mila immatricolazioni nei primi due mesi dell’anno, il mercato delle nuove autovetture in Svizzera e nel Principato del Liechtenstein ha toccato il livello più basso dall’inizio del millennio. Rispetto all’anno precedente, già debole, il volume di vendita è diminuito dell’8,2%, si legge in una nota dell’associazione di categoria auto-schweiz.

Nel contempo, non si registra una crescita significativa della domanda di veicoli elettrici, la cui quota di mercato - insieme ai veicoli ibridi plug-in - è in leggera crescita su base annua, al 29,5%. L’obiettivo del 50% previsto dalla tabella di marcia per l’elettromobilità per l’anno in corso resta quindi ancora molto lontano. «Per dare impulsi positivi al mercato, soprattutto per i veicoli plug-in, la politica è tenuta ad attuare rapidamente il “piano in 10 punti per il successo della mobilità elettrica” presentato da auto-schweiz. In caso contrario il settore svizzero rischia sanzioni per centinaia di milioni di dollari».

Mancano impulsi alla domanda

Dopo il gennaio più debole dall’inizio del millennio, anche a febbraio l’andamento del mercato ha raggiunto un livello storicamente basso con 16.212 nuove autovetture. Solo nel 2021, in piena pandemia di COVID, si erano registrate ancora meno immatricolazioni. Rispetto a febbraio dello scorso anno, il calo del mercato è stato del 12,5%. «Non si notano impulsi di mercato degni di nota, soprattutto per le auto elettriche e le ibride plug-in», si legge ancora nel comunicato. Il numero dei veicoli con propulsione anche elettrica immessi in circolazione nei primi due mesi dell’anno è pari a 9.129, ovvero l’1,5% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le auto elettriche pure sono aumentate dell’11,5%, mentre il numero di nuove ibride plug-in è diminuito del 15,5%: in termini assoluti, gli effetti si annullano quasi a vicenda. Dopo due mesi, la quota di mercato dei nuovi veicoli plug-in è del 29,5%, 2,8 punti in più rispetto all’anno precedente.

Le elettriche non decollano

«Il mercato - si denuncia - è in una sorta di paralisi». «Nonostante oltre 200 modelli, la domanda di veicoli elettrici rimane troppo bassa per raggiungere i valori obiettivo di CO2 - ridotti di circa il 20 per cento all’inizio dell’anno - senza incorrere in sanzioni», afferma il presidente di auto-schweiz Peter Grünenfelder. «Vediamo confermati i timori che abbiamo evocato alla nostra conferenza stampa annuale dieci giorni fa. In Svizzera gli incentivi alla guida elettrica sono troppo bassi, soprattutto se confrontati con quelli di molti Paesi europei». «Ora la politica deve adottare il nostro piano in 10 punti per il successo della mobilità elettrica e attuarlo rapidamente, altrimenti si corre il rischio di massicci tagli di posti di lavoro nell’industria automobilistica svizzera, la terza per l’import del nostro Paese». In caso contrario quest’anno non potranno essere evitate le sanzioni annunciate, pari a un massimo di 500 milioni di franchi svizzeri, a carico degli importatori.

Bruxelles attenua la stretta CO2

Nel frattempo, in Europa, l’attuale regolamentazione sulle emissioni di CO2 dei nuovi veicoli sta per cambiare. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato che presenterà un piano d’azione per liberare l’industria automobilistica europea dalla minaccia di multe miliardarie, fino a 16 miliardi di euro, nel caso non rispettasse i limiti di 94 grammi per chilometro percorso delle emissioni medie delle vendite di nuovi veicoli. La finestra di calcolo sarà di tre anni e non più di uno. «La Svizzera dovrebbe adottare quanto prima il calcolo annunciato, più orientato al mercato, di una media della flotta su tre anni per creare condizioni di parità con il resto d’Europa, sia in termini di normative sia di condizioni quadro per l’elettromobilità», afferma invece il direttore di auto-schweiz Thomas Rücker.

Le vendite di Tesla sono crollate

Si conferma anche in Svizzera la fine della luna di miele con Tesla dopo l’entrata in politica di Elon Musk. Le vendite di Tesla a febbraio sono state soltanto 335 rispetto alle 1.003 del febbraio di un anno fa (-66,6%). Il marchio più venduto a febbraio è Škoda con una quota di mercato del 9,4% e 1.525 vetture immatricolate  (-0,5%). Seguono BMW con 1.447 immatricolazioni (-7,5%), Volkswagen con l’8,9% di quota di mercato e 1.443 auto vendute (-4,6%), Audi con il 7,6% e 1.227 consegne (+13,2%), Mercedes-Benz con 1.174 immatricolazioni (-7,5%). Tra i marchi con il calo più marcato, oltre a Tesla, troviamo Fiat (-84,9%) con sole 86 auto vendute e Toyota (793, -36,1%).

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