Mercati

Bitcoin in caduta libera: quo vadis?

Il valore della principale criptovaluta è sceso ai minimi di novembre scorso, sotto quota 80 mila dollari
©FERNANDO GUTIERREZ-JUAREZ
Red. Economia
28.02.2025 18:30

«I mercati hanno sempre ragione». Il noto adagio nel mondo finanziario-economico suggerisce che i prezzi di mercato riflettono tutte le informazioni disponibili e che quindi il giudizio dei mercati, in particolare quelli finanziari, è in ultima analisi corretto. Lo sarà anche in questa fase? La domanda è legittima: a due mesi dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca molte delle annunciate misure del 47. presidente USA non si sono ancora realizzate - perché sono state bloccate dai giudici, o perché semplicemente non sono ancora entrate in vigore - e quindi in mancanza di dati concreti sull’impatto dei molti provvedimenti (dazi commerciali in primis) ci possiamo solo affidare al giudizio dei mercati. Giudizio che in questi giorni appare severo, con le Borse USA in calo e addirittura tornate ai livelli di inizio anno: il super-indice S&P 500, infatti, questa settimana ha perso quasi il 5% ed è di quasi lo 0,5% sotto il valore di inizio anno.

Ma a sorprendere di più è il crollo del Bitcoin, che ha toccato il minimo da novembre e si è avviato verso il più grande calo settimanale in oltre due anni, travolto da un «sell-off» dei titoli tecnologici (nonostante i buoni risultati di Nvidia pubblicati mercoledì) mentre crescono i dubbi sulla politica statunitense in materia di criptovalute - e anche sulle prospettive di crescita dell’economia a stelle e strisce, sulla quale veleggia anche l’ombra di una fiammata inflazionistica per effetto dei (futuri) dazi e di altre politiche economiche dell’Amministrazione Trump (sgravi fiscali, deportazioni di migranti illegali ecc.).

Dopo cinque giorni di cali continui, oggi la principale criptovaluta del mondo ha ceduto ancora circa il 7% del suo valore, scendendo attorno 78.273 dollari, il minimo dal 10 novembre. Questa settimana il Bitcoin ha perso circa il 16% del suo valore, pari a circa 500 miliardi di dollari, rappresentando il più grande calo settimanale dal crollo dello scambio di criptovalute FTX nel novembre 2022.

Il prezzo del Bitcoin è generalmente correlato con quelli di asset come i titoli tecnologici che salgono quando gli investitori sono ottimisti sulla crescita economica. L’indice di riferimento per questo settore, il Nasdaq 100, ha ceduto quasi il 7% questa settimana e da inizio anno oltre il 3%, tornando ai livelli di novembre scorso. Al «sell-off» del Bitcoin fa seguito anche quello dai relativi fondi negoziati in Borsa: nell’ultima settimana, i Bitcoin ETF in quotati negli Stati Uniti hanno infatti registrato deflussi per 2,27 miliardi di dollari.

Contesto mutato

Per il principale criptoasset del mondo, il contesto attuale è molto diverso da quello di metà gennaio, quando si è avvicinata a 110.000 dollari grazie all'ottimismo che l'amministrazione Trump avrebbe sostenuto un fondo strategico per il Bitcoin e allentato la regolamentazione. Ma al di là di una raffica di nomine di funzionari favorevoli alle criptovalute al momento dell'insediamento di Trump, le notizie concrete su questa politica per gli investitori sono state poche.

Gli analisti di Bank of America (BofA) hanno scritto in una nota che il fatto che il prezzo medio giornaliero del Bitcoin abbia faticato a superare i 97.000 dollari da novembre è stato il primo segnale dello scoppio della cosiddetta «bro bubble», ovvero il rally delle criptovalute e di altri titoli tecnologici speculativi alimentato dal testosterone. Gran parte del clamore suscitato dalle criptovalute negli ultimi due anni è stato infatti generato da influencer maschili più giovani sui social media e da imprenditori tecnologici che molti soprannominano «crypto-bros» (cripto-fratelli). Lo scoppio di questa bolla, sostengono gli analisti di BofA, rischia di essere addirittura peggiore di quella delle dot-com di inizio anni 2000

A innervosire ulteriormente il mondo delle criptovalute è stata Bybit, il secondo exchange al mondo dopo Binance, con sede a Dubai, che la scorsa settimana ha dichiarato che gli hacker hanno rubato dei token di Ether per un valore di circa 1,5 miliardi di dollari in quello che si ritiene essere il più grande furto di criptovalute di tutti i tempi. Ether, la seconda criptovaluta per valore di mercato, è sceso del 6% a 2.149,38 dollari, ai minimi dal gennaio 2024.

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