Credit Suisse, Berna intende accogliere le richieste della CPI

La regola «too big to fail» per le banche di importanza sistemica deve essere adeguata e la FINMA deve essere in grado di imporsi maggiormente sugli istituti bancari. Sono esempi di richieste della Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI) che il Consiglio federale intende integrare nella fusione d'emergenza del Credit Suisse.
È quanto comunicato oggi dall'Esecutivo, che ha pubblicato le prese di posizioni circa le mozioni presentate dalla CPI a dicembre. Il Governo intende inoltre includere l'autorizzazione alla BNS di imporre misure preparatorie alle banche di rilevanza sistemica per l'eventuale ricorso al mutuo di sostegno alla liquidità (ELA).
Concorda inoltre con la richiesta della CPI di conferire all'autorità di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) maggiori poteri di applicazione nei confronti delle banche di rilevanza sistemica. In particolare, la Commissione ritiene che tale autorità dovrebbe essere autorizzata a imporre multe e ordinare la pianificazione del capitale.
Il Consiglio federale concorda inoltre con la richiesta di modificare la legislazione «too big to fail». Secondo l'UDC, tale modifica non dovrebbe mirare solo a proteggere il sistema finanziario svizzero, ma anche a prevenire le crisi finanziarie internazionali.
Il Governo, tuttavia, non concorda con un'altra mozione della CPI che mira a limitare la concessione di sgravi dai requisiti di capitale e liquidità per le banche di importanza sistemica. La proposta merita di essere esaminata, si legge nella nota, tuttavia non dovrebbe esserci contraddizione con la volontà di dare alla FINMA strumenti più forti per la vigilanza delle banche di importanza sistemica.