Il caso

Elon Musk, Greta Thunberg e l'autismo: uno stigma a geometria variabile

L'attivista svedese ha a lungo subito attacchi personali legati al disturbo dello spettro autistico diagnosticatole – Oggi, la condizione è usata per difendere il patron di X – L'Autistic Self Advocacy Network (ASAN) al CdT: «L'autismo non deve essere usato per respingere le idee di una persona, né per scusarla quando questa causa danni»
© AP (Keystone)
Giacomo Butti
23.01.2025 19:50

L'Ars dicendi ciceroniana divide l'arte di parlare in pubblico in cinque grandi studi. I primi quattro – inventio, dispositio, elocutio, memoria – riguardano la costruzione e la memorizzazione del discorso che si vuole pronunciare. L'ultimo, l'actio, la sua esecuzione. Dall'impostazione della voce alla modulazione dei toni, passando per un aspetto che non tocca direttamente cervello, bocca o corde vocali: la gestualità. L'atto di parlare in pubblico, credeva il celebre oratore, ha una componente scenica, teatrale.

A tre giorni dall'inizio del mandato di Donald Trump, online non si parla d'altro che del discorso pronunciato dal suo più grande alleato, Elon Musk, nei festeggiamenti andati in scena alla Capital One Arena di Washington. Un momento durante il quale, evidentemente, anche il miliardario ha provato a mettere in pratica gli insegnamenti romani appena elencati. Da una parte il gesto: la mano destra battuta sul petto e il braccio, poi, teso in alto, con il palmo rivolto verso il basso e un grugnito ad accompagnare la foga del rapido movimento. Dall'altra le parole, pronunciate subito dopo: «My heart goes out to you», il mio cuore va a voi.

I due elementi, invero poco naturali se accostati, hanno attirato l'attenzione della stampa – soprattutto quella europea – e, appunto, del web. «Ma come, Elon Musk ha fatto un saluto nazista?». «Ma no, voleva solo sottolineare, con la mano, il gesto di mandare il proprio cuore ai presenti».

«Referente» di Elon Musk in Italia, Andrea Stroppa aveva, a caldo, scritto in un post su X: «L'Impero Romano è tornato, a partire dal saluto romano». Il testo è stato poi cancellato e sostituito con la frase: «Quel gesto, che alcuni hanno scambiato per un saluto nazista, è semplicemente Elon, affetto da autismo, che esprime i suoi sentimenti dicendo: «Voglio darvi il mio cuore»: esattamente ciò che ha comunicato al microfono. Elon non ama gli estremisti!».

Elon Musk in questi giorni è stato difeso, va sottolineato, da gruppi e personalità importanti per la comunità ebraica, come l'Anti-Defamation League, ong che da un secolo lotta contro l'antisemitismo, la quale ha parlato di un «gesto impacciato in un momento di entusiasmo». O come il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che su X ha parlato di «un'ingiusta calunnia». Il tutto mentre leader di gruppi di estrema destra esultavano alla vista del gesto: «Stanno già accadendo cose incredibili», ha affermato ad esempio il fondatore di Gab – piattaforma social ampiamente descritta come rifugio per neonazisti – Andrew Torba. 

Differenti letture, insomma. E non è nostro obiettivo, in questo articolo, discutere delle motivazioni alla base del gesto. Ma Stroppa non è l'unico ad aver tirato in causa l'autismo come attenuante (se non giustificante) del gesto effettuato dal patron di X e Tesla. E qui sorge un dubbio: non si cade, così, in una strumentalizzazione della condizione? Non si rischia di incappare in generalizzazioni che possono avere un impatto negativo sull'insieme delle persone con autismo? Ne abbiamo parlato con una ong americana, l'Autistic Self Advocacy Network (ASAN), che da quasi vent'anni si adopera affinché il governo degli Stati Uniti adotti leggi e politiche che abbiano un impatto positivo sulle persone nello spettro autistico.

L'Autistic Self Advocacy Network (ASAN) è un'organizzazione americana senza scopo di lucro gestita da e per persone affette da autismo. ASAN si batte per l'inclusione delle persone autistiche nelle decisioni che le riguardano: la legislazione, la rappresentazione nei media e i servizi per la disabilità. L'organizzazione ha sede a Washington, D.C., dove si adopera affinché il governo degli Stati Uniti adotti leggi e politiche che abbiano un impatto positivo sulle persone autistiche.

Autismo: la definizione

Prima di proseguire, facciamo un passo indietro. Che cos'è l'autismo? L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), citiamo, definisce l'autismo (o disturbo dello spettro autistico) come un «un gruppo eterogeneo di condizioni legate allo sviluppo del cervello». Queste sono caratterizzate da «un certo grado di difficoltà nell'interazione sociale e nella comunicazione. Altre caratteristiche sono modelli atipici di attività e comportamenti, come la difficoltà a passare da un'attività all'altra, l'attenzione ai dettagli e reazioni insolite alle sensazioni. Le capacità e le esigenze delle persone autistiche variano e possono evolvere nel tempo», evidenzia l'OMS. «Mentre alcune persone con autismo possono vivere in modo indipendente, altre presentano gravi disabilità e richiedono assistenza e supporto per tutta la vita». Le persone affette da autismo spesso presentano condizioni co-occorrenti, «epilessia, depressione, ansia e disturbo da deficit di attenzione e iperattività», oltre a «difficoltà a dormire e autolesionismo». Il livello di funzionamento intellettivo delle persone autistiche, evidenzia l'OMS, «varia ampiamente», passando da «una profonda compromissione» a «livelli superiori». L'autismo «ha spesso un impatto sull'istruzione e sulle opportunità di lavoro. L'atteggiamento della società e il livello di supporto fornito dalle autorità locali e nazionali sono fattori importanti che determinano la qualità della vita delle persone con autismo».

Le prove scientifiche disponibili suggeriscono che ci sono probabilmente molti fattori che rendono più probabile la presenza di autismo in un bambino, «tra cui fattori ambientali e genetici»: si stima che nel mondo circa 1 bambino su 100 ne sia affetto, ma «alcuni studi ampiamente controllati hanno riportato cifre sostanzialmente più alte».

«Siamo responsabili delle nostre azioni»

Veniamo al caso specifico. Ospite del Saturday Night Live, nel 2021 Musk ha affermato di avere la «sindrome di Asperger», la stessa diagnosticata, per esempio, alla giovane attivista del clima Greta Thunberg. Il nome «sindrome di Asperger» è stato a lungo utilizzato per descrivere un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da difficoltà nell'interazione sociale e nella comunicazione non verbale, insieme a modelli di comportamento e interessi ristretti e ripetitivi, senza tuttavia impedimenti significativi nel linguaggio o nello sviluppo cognitivo. Ma da alcuni anni questa etichetta diagnostica è venuta a cadere, esclusa dall'undicesima revisione della Classifica internazionale delle malattie (ICD-11) dell'OMS, e assimilata nella più ampia definizione di «disturbi dello spettro autistico» (citata sopra).

L'Asperger, insomma, è autismo. E questo, come detto, è stato ampiamente utilizzato, online, per derubricare quello di Musk a un gesto goffo, impacciato, frutto della sua condizione. Ma che effetto fa alle associazioni statunitensi che si battono per la sensibilizzazione sull'autismo che il disturbo sia utilizzato in politica, per evitare di dover dare spiegazioni a comportamenti controversi? Zoe Gross, director of operations dell'Autistic Self Advocacy Network, ci spiega: «Le persone autistiche sono responsabili delle proprie azioni. Nessuno dovrebbe considerare una disabilità dello sviluppo come una scusa per allearsi con l'autoritarismo e il genocidio, né un personaggio pubblico che compie un gesto del genere dovrebbe ottenere il beneficio del dubbio» perché affetto da autismo, «tantomeno in un momento come questo, in cui il fascismo è in aumento in molti Paesi, compresi gli Stati Uniti». L'autismo, rincara Gross, «non porta le persone a fare il saluto nazista o a sostenere il bigottismo e l'odio violento in qualsiasi altro modo». Chiaro il riferimento ad altre, pesanti polemiche che hanno recentemente toccato il proprietario di X. Come la vicinanza espressa al partito di estrema destra tedesco AfD. O la decisione di ricondividere sul proprio account X (con tanto di didascalia: «Molto interessante. Vale la pena guardarla»), la criticatissima intervista del giornalista Tucker Carlson al podcaster e negazionista dell'Olocausto Darryl Cooper.

Greta Thunberg nel 2023, nel corso di una protesta contro i combustibili fossili a Londra. © EPA/Andy Rain (Keystone)
Greta Thunberg nel 2023, nel corso di una protesta contro i combustibili fossili a Londra. © EPA/Andy Rain (Keystone)

Oggi, in qualche modo, Elon Musk ne giova. Ma in anni recenti l'autismo non è stato utilizzato solo per condiscendenti difese. Anzi. Storicamente, il disturbo dello spettro autistico è stato più spesso spada che scudo, e usato per offendere e sminuire personaggi pubblici che ne sono affetti. Fra gli esempi più calzanti, probabilmente, proprio quello della già citata Greta Thunberg, la cui sindrome di Asperger è stata spesso menzionata – come denunciava già nel 2019 la prestigiosa rivista scientifica Scientific American – per compiere attacchi personali nei suoi confronti. Da chi l'ha definita un «burattino» a chi ne additava la «voce monotona» e gli «occhi sgranati». Tutti modi, ha evidenziato Gross, per trasmettere l'idea che «non vale la pena ascoltare le persone autistiche».

«Quando si afferma che le persone autistiche non sono in qualche modo responsabili di ciò che dicono o fanno, si trasmette il messaggio che siamo inferiori a causa della nostra disabilità. Le persone possono persino insinuare che l'autismo ci impedisca di distinguere il bene dal male: questo non è vero». Esattamente come le persone non autistiche, spiega Gross, «siamo capaci di fare cose che aiutino o danneggino gli altri. Le persone autistiche possono avere ogni tipo di convinzione. Il fatto che qualcuno sia autistico non dovrebbe essere usato per respingere il suo lavoro o le sue idee, né per scusarlo quando causa danni». L'appello, insomma, è chiaro: evitare ogni tipo di stigma.

Ma attenzione anche all'effetto contrario: non bisogna aver paura di parlare di autismo: «Penso che quando un personaggio pubblico è autistico, non c'è bisogno che la gente eviti di parlarne. Le persone disabili sono un gruppo oppresso, come le donne o le persone LGBT. Quando un personaggio pubblico o un politico è LGBT, non è sbagliato menzionarlo, con rispetto. Lo stesso vale per i personaggi pubblici autistici».