UBS

Ermotti: «Stiamo rispettando gli impegni presi»

L'istituto si aspetta di completare la fusione di UBS SA e Credit Suisse SA il 31 maggio, fatte salve le restanti approvazioni normative
© KEYSTONE / GEORGIOS KEFALAS
Ats
07.05.2024 09:55

UBS sta procedendo secondo i piani, mantenendo le promesse e integrando Credit Suisse (CS): lo afferma il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti nel suo messaggio in occasione della pubblicazione dei risultati trimestrali dell'istituto.

«Poco più di un anno fa siamo stati chiamati a svolgere un ruolo essenziale per stabilizzare il sistema finanziario svizzero e globale attraverso l'acquisizione di Credit Suisse e stiamo rispettando gli impegni presi», afferma il 63.enne, citato in un comunicato odierno. «Questo trimestre ha segnato il ritorno all'utile netto riportato e un ulteriore accrescimento del capitale, confermando la forza della nostra attività e della base di clientela nonché della nostra capacità di realizzare progressi significativi rispetto ai piani di integrazione, ottimizzando attivamente le nostre risorse finanziarie».

Stando ai vertici della banca la riduzione dei costi e del bilancio procede secondo programma, favorendo il raggiungimento delle priorità dell'integrazione di CS. I risparmi totali su base annua (rispetto all'esercizio 2022) sono di circa 5 miliardi di dollari, cioè il 40% dell'obiettivo di 13 miliardi entro il 2026. Sono stati compiuti anche passi avanti significativi nella riduzione del portafoglio.

L'istituto si aspetta di completare la fusione di UBS SA e Credit Suisse SA il 31 maggio, fatte salve le restanti approvazioni normative. La transizione a un'unica holding intermedia (Intermediate Holding Company) negli Stati Uniti dovrebbe avvenire nel secondo trimestre del 2024, e la fusione di Credit Suisse (Svizzera) SA e UBS Switzerland SA procede in linea con l'obiettivo di completarla entro la fine del terzo trimestre. «Queste tappe cruciali, che inizieranno più avanti nel corso dell'anno, agevoleranno la migrazione dei clienti alle piattaforme UBS», fa sapere la banca. Dopo sarà possibile avviare «la prossima fase di sinergie in termini di costi, capitale, finanziamenti e tasse».

L'aumento dei requisiti patrimoniali potrebbe avere un impatto sui versamenti agli azionisti

Un possibile aumento dei requisiti patrimoniali per le grandi banche potrebbe avere un impatto sui versamenti agli azionisti, ha avvertito oggi il Ceo di UBS Sergio Ermotti.

Nella conferenza telefonica con gli analisti di commento ai risultati trimestrali diffusi di primo mattino il dirigente ha sostenuto che è troppo presto per valutare l'impatto su UBS di un potenziale inasprimento normativo. L'azienda non è stata coinvolta nelle discussioni del Consiglio federale relative al rapporto sulla stabilità del sistema bancario, ha aggiunto. L'istituto si farà però avanti e spera in un «buon risultato».

Allo stesso tempo, la banca si concentra al momento su ciò che può controllare: lavorare bene dal punto di vista operativo e offrire ai clienti un buon servizio, creando così valore aggiunto per gli azionisti, ha dichiarato il 63enne. Nell'immediato futuro UBS riprenderà i riacquisti di azioni a fine maggio, per un valore massimo che quest'anno dovrebbe essere al massimo di 1 miliardo di dollari. Entro il 2026 gli importi dovrebbero però raggiungere il livello precedente la fusione con Credit Suisse.

Come noto all'inizio di aprile il Consiglio federale ha proposto un pacchetto completo di misure per rafforzare le cosiddette banche di importanza sistemica. Una delle priorità è l'aumento dei loro livelli di capitale: stando alla responsabile delle finanze Karin Keller-Sutter UBS potrebbe aver bisogno di ulteriori 15-25 miliardi di franchi di capitale se i requisiti patrimoniali dovessero essere aumentati. Una decisione in merito non è peraltro attesa prima della fine dei dibattiti della commissione parlamentare d'inchiesta sul tracollo di Credit Suisse, prevista per la fine del 2024.

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