Gli agricoltori si scagliano conto «l'Iniziativa paesaggio»
«Non ci sarà un’agricoltura moderna senza edifici moderni». L’Unione svizzera dei contadini (USC), con questa premessa, promette battaglia all’iniziativa popolare «Contro la cementificazione del nostro paesaggio (Iniziativa paesaggio)». Il testo, promosso dagli ambienti ecologisti, chiede di mettere fine alla crescente cementificazione dei terreni coltivi e intende porre chiari limiti al boom edilizio al di fuori delle zone edificabili.
Un’iniziativa che gli agricoltori definiscono estrema e chiedono al Parlamento di respingerla, presentando al contempo un controprogetto indiretto più adeguato. Pur ammettendo che l’utilizzo del terreno debba avvenire nel modo più parsimonioso possibile, l’USC si dice convinto che la costruzione di edifici moderni e la loro espansione debba restare possibile: ciò vale per stalle, serre, rifugi e magazzini, ma anche per le infrastrutture destinate all’energia, ad esempio gli impianti di biogas attraverso la trasformazione del letame e del liquame.
Sviluppare l’agriturismo
«Le attività agricole sono importanti pilastri economici delle aree rurali decentralizzate del nostro Paese. Per questo le aziende agricole hanno bisogno di condizioni quadro che consentano loro di costruire edifici moderni al di fuori della zona edificabile», ha dichiarato il direttore dell’USC Martin Rufer nel corso di una conferenza stampa in un’azienda di Gerzensee, nel canton Berna.
La revisione della legge sulla pianificazione territoriale, stando all’organizzazione, deve inoltre essere «un’opportunità per creare un quadro giuridico in cui l’agricoltura possa essere innovativa» e senza troppi vincoli.
In particolare, per l’USC in futuro dovrebbero venir sostenuti i progetti imprenditoriali degli agricoltori, che possano anche generare redditi supplementari per le famiglie contadine: ad esempio la creazione di piccoli negozi per la vendita diretta, oppure strutture per sviluppare l’agriturismo.
Considerare la biodiversità
Per il ticinese Fabio Pedrina, membro del comitato d’iniziativa, «il testo tiene già conto delle esigenze dell’agricoltura: è però chiaro che non possono permettersi di fare quello che vogliono. Ci sono altri obiettivi che devono essere considerati e la biodiversità è uno di questi: al momento ci sono ancora troppe attività che non sono compatibili. Bisogna pertanto indirizzare l’agricoltura come si è fatto negli scorsi anni».
Per l’ex consigliere nazionale socialista, a Berna dal 1999 al 2011, «l’agricoltura deve fare il suo lavoro, ma anche pensare ad assicurare a lungo termine le basi della nostra sopravvivenza. Non si devono allargare le maglie della pianificazione, come viene preteso adesso».
Impianti di biogas
Nella fattoria bernese di Gerzensee, il consigliere nazionale Markus Ritter (Centro/SG), presidente dell’Unione svizzera dei contadini, ha criticato che la strada per ottenere l’autorizzazione a creare impianti di biogas nelle aziende agricole è disseminato di difficoltà. «Molti progetti non possono essere realizzati, oppure solo a costo di una procedura di approvazione dispendiosa e dopo anni di incertezze. Questa situazione - a suo avviso - ostacola gli sforzi dell’agricoltura per raggiungere gli obiettivi climatici». Una critica che Pedrina ha immediatamente rispedito al mittente: «Per gli impianti di biogas sono già state formulate, anche di recente, delle proposte nell’ambito delle misure di promozione a livello energetico. Le preoccupazioni dei contadini non sono condivisibili. A mio avviso, al momento l’agricoltura ha un margine di manovra sufficiente e adeguato».
L’iniziativa alle Camere
L’Iniziativa paesaggio, depositata nel settembre 2020, non ha raccolto né i favori del Consiglio federale, né del Consiglio degli Stati. Secondo i «senatori», il testo va respinto, ma le costruzioni fuori zona edificabile saranno comunque meglio regolamentate grazie a un controprogetto elaborato sotto forme di revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT), che lascia un certo margine di manovra ai Cantoni. Per Pedrina, tuttavia, «allo stato attuale il controprogetto indiretto va nella direzione opposta di quanto chiede l’iniziativa. Noi, come comitato promotore, non siamo soddisfatti». I lavori proseguiranno nel corso del 2023, ma un’eventuale votazione non avrà luogo prima del 2024.