Il caso

Gli equipaggi hanno paura, Swiss rimanda i piani per Tel Aviv

La compagnia elvetica aveva in programma di riprendere i voli serali da Zurigo diretti in Israele nel mese di maggio, ma le preoccupazioni dei suoi collaboratori (costretti, in quel caso, a un night stop) rimandano i programmi
© Swiss
Jenny Covelli
11.04.2024 13:49

Sempre più piloti e assistenti di volo rifiutano turni su aerei diretti in Medio Oriente, per i timori suscitati dal conflitto in corso a Gaza. Lo aveva fatto sapere Swiss, annunciando una modifica alle procedure per evitare di annullare i voli. Non sono rare, infatti, le cancellazioni e le sostituzioni di collaboratori e collaboratrici all’ultimo minuto che mettono a rischio l’effettuazione del servizio di trasporto e creano problemi di pianificazione. Da qui, l'approccio più severo: il personale è tenuto ad annunciare la propria assenza su un volo da o per Israele almeno sette giorni prima del decollo. Ma le paure non si placano, anzi. Tanto da costringere la compagnia aerea elvetica a rivedere i suoi piani.

Swiss aveva annunciato che a partire dal mese di maggio sarebbe tornata a servire la rotta Zurigo-Tel Aviv (i voli erano ripresi l'8 gennaio, dopo essere stati sospesi con l'inizio del conflitto) con due voli quotidiani. Oggi ce n'è uno solo (in partenza a mezzogiorno). Per gli equipaggi significa pernottare nella capitale israeliana. In proposito, la compagnia elvetica ha assicurato che viene monitorata costantemente la situazione da parte di esperti, secondo i quali non vi sono attualmente rischi particolari. Ma questo non è bastato.

Si va avanti così per ora, con un volo al giorno

«Avremmo voluto dissipare meglio le vostre attuali preoccupazioni e consentire ai nostri passeggeri di viaggiare con noi e non con la concorrenza in base alle loro esigenze», si legge in una nota interna inviata da Swiss ai collaboratori, visionata dall'Aargauer Zeitung. Ma la compagnia aerea si vede costretta a rinviare i piani di espansione a Tel Aviv previsti per metà maggio. Evidentemente, molti dipendenti sono troppo inquieti per la situazione legata al conflitto in Medio Oriente. A ciò si aggiunge il fatto, come detto, che il volo serale prevede il pernottamento a Tel Aviv, che potrebbe causare ulteriori incertezze. (nel settore si parla di «night stop»). «Alla luce delle attuali cancellazioni, tuttavia, dubitiamo di poter mantenere questa stabilità per i nostri passeggeri e per voi con un aumento delle frequenze di volo e l'introduzione di uno scalo notturno», prosegue la nota. 

Swiss rinvia quindi la ripresa dei voli serali «per almeno un mese». I voli attualmente disponibili nel sistema non sono interessati dal provvedimento e continueranno a operare. Tuttavia, resta ferma l'intenzione, scrive ancora la compagnia aerea, di iniziare a operare voli con scali notturni nel prossimo futuro. «Ci aspettiamo che questo sia possibile insieme a voi».

«La sicurezza ha la massima priorità»

Interpellato dall'Aargauer Zeitung, il portavoce di Swiss Michael Pelzer ha sottolineato che la compagnia aerea opera voli per Tel Aviv solo «dopo aver esaminato attentamente la situazione a terra. La sicurezza dei nostri equipaggi, del personale di terra e dei passeggeri è sempre la nostra massima priorità».

Gli specialisti della compagnia monitorano costantemente la situazione. Al momento, in consultazione con le autorità locali, hanno concluso che la situazione è stabile e sicura. «Per questo motivo noi e molte altre compagnie aeree voliamo regolarmente a Tel Aviv e Beirut».

Come intende Swiss placare i timori dei suoi dipendenti? «Abbiamo un dialogo stretto e trasparente, comunichiamo apertamente e molto sui controlli di sicurezza e siamo anche in trattativa con i sindacati», aggiunge Pelzer. «Se i singoli dipendenti hanno preoccupazioni e le sollevano con i loro superiori, le prendiamo molto seriamente e lavoriamo insieme per trovare una soluzione».

Il supporto dei partner di wet lease – Air Baltic e Helvetic – non è previsto in questo contesto.

Anche il personale di Easyjet potrà rifiutarsi di volare a Tel Aviv

È stato raggiunto un accordo tra la compagnia aerea Easyjet e il Sindacato dei servizi pubblici (SSP). I dipendenti della compagnia aerea low cost voleranno a Tel Aviv solo su base volontaria. Inoltre, «non saranno imposte sanzioni di alcun tipo (disciplinari o finanziarie) al personale» che si rifiuterà di operare su questi voli, secondo un comunicato stampa del SSP di cui riferisce La Tribune de Genève. Easyjet si è impegnata a comunicare queste decisioni a tutto il personale. Il sindacato aveva definito «unilaterale» e «inaccettabile» la decisione della compagnia di riprendere i voli per Tel Aviv da Ginevra e Basilea il 31 marzo. «Esprimiamo la nostra totale soddisfazione per l'accordo raggiunto con Easyjet e seguiremo da vicino l'evolversi della situazione».

Dal canto suo, la compagnia di bandiera tedesca Lufthansa ha annunciato questa mattina la sospensione dei voli da e per Teheran, capitale dell'Iran. La sospensione è stata decisa «a causa dell'attuale situazione in Medio Oriente». «Monitoriamo costantemente la situazione in Medio Oriente e siamo in stretto contatto con le autorità», ha affermato la società in una nota. Una settimana fa, lo ricordiamo, un volo Swiss decollato da Zurigo e diretto a Beirut, in Libano, era stato dirottato su Vienna per questioni di sicurezza, poiché «per gli esperti era difficile valutare la situazione».  

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