Giustizia

Gobbi sulle dimissioni di Ermani: «L'operatività del TPC è garantita, ora bisogna guardare avanti»

Il direttore del Dipartimento delle istituzioni commenta la situazione al TPC, privato di un altro giudice: «La priorità va data a chi è in detenzione preventiva o in espiazione anticipata della pena»
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
07.01.2025 12:53

«Davanti a motivi di salute bisogna avere rispetto. Esprimo la mia vicinanza personale a Mauro Ermani». È questo il primo pensiero di Norman Gobbi di fronte alle dimissioni del giudice e presidente del TPC. Al di là della decisione, resta però la questione di fondo: al momento, il Tribunale può contare soltanto su due giudici ordinari su cinque. «Mi permetto di osservare che, nonostante le discussioni pubbliche che ci sono state, il TPC ha continuato a operare bene in questi mesi», premette il direttore del Dipartimento delle istituzioni. «E questo grazie ai professionisti che lavorano al suo interno e all’organizzazione messa in atto da Ermani. Il fatto di avere solo due giudici ordinari (Marco Villa e Amos Pagnamenta, ndr) mette priorità ai detenuti: nell’ambito dell’agenda dei vari processi, la precedenza ora va data a chi è in detenzione preventiva o in espiazione anticipata della pena in attesa di giudizio». Gli altri processi che riguardano imputati a piede libero verranno agendati in seconda battuta. Intanto, spiega ancora Gobbi, il Tribunale d’appello «sta cercando altre soluzioni di carattere organizzativo proprio per sostenere il lavoro del Tribunale, ad esempio aumentando l’impiego dei giudici supplenti anche con funzioni operative, magari in qualità di giudici relatori. Attendiamo altresì l’esito della decisione sull’effetto sospensivo dei due ricorsi (presentati dai giudici Francesca Verda Chiocchetti e Siro Quadri, ndr) per poi nominare un giudice supplente». A questo proposito, la figura è già stata individuata ma si attende - come visto - la conclusione dell’iter sull’eventuale effetto sospensivo dei ricorsi. La decisone è comunque attesa a breve.

Al netto delle dimissioni di Ermani e della destituzione di Verda Chiocchetti e Quadri, il TPC ora deve guardare avanti. «Quando si viene eletti all’interno di collegi legislativi, esecutivi o giudiziari è necessario mettere il proprio ego in secondo piano rispetto al ruolo istituzionale che si ricopre», rilancia Gobbi in riferimento ai difficili rapporti personali emersi negli scorsi mesi all’interno del TPC. «Questa vicenda dovrà quindi servire a rafforzare ulteriormente il messaggio. Detto ciò, devo dire che il termine ‘caos’ è stato un po’ abusato: il Tribunale ha continuato a funzionare bene. Le difficoltà nelle relazioni interpersonali hanno sì fatto clamore, ma l’operatività è sempre stata garantita grazie al senso del dovere e alla professionalità di ognuno».

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