Il caso

Guerra, pace e quella bandiera: chiesti nuovi chiarimenti

Bellinzona: il gruppo Unità di sinistra al completo ha riportato l'attenzione sull'assenza del vessillo dalle mura di Palazzo Civico interrogando il Municipio — A fine novembre i consiglieri comunali Massimiliano Ay e Alessandro Lucchini avevano inoltrato un'interrogazione sempre in tal senso
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Bellinzona
04.02.2025 16:00

La bandiera della pace esposta sulle mura di Palazzo Civico a Bellinzona (o, meglio, la sua assenza) è tornata nuovamente al centro delle discussioni politiche. Questa volta è stato tutto il gruppo Unità di sinistra a firmare un’interrogazione rivolta al Municipio per riportare il tema sotto i riflettori. La questione è sempre la medesima: «Quando è stata tolta esattamente la bandiera della pace?», chiedono i firmatari. Ma facciamo un passo indietro per comprendere meglio la situazione.

I primi interrogativi

A fine novembre i consiglieri comunali Massimiliano Ay e Alessandro Lucchini (gruppo Unità di sinistra), con un'interrogazione, avevano chiesto una prima volta lumi alla Città sul perché la bandiera, esposta da Palazzo Civico in occasione dello scoppio della guerra in Ucraina, non lo fosse più attualmente «mentre è in corso il conflitto in Medio Oriente». «L’Esecutivo non pensa di dover esporre nuovamente la bandiera della pace per rivendicare il cessate il fuoco in Palestina ed evitare che qualcuno pensi ad un approccio da due pesi e due misure?», avevano evidenziato i firmatari.

«Condanna generale»

«La bandiera della pace è stata tolta per esigenze di protocollo», ha risposto dal canto suo il Municipio qualche settimana fa. Ovvero «per far spazio a quella della Svizzera, del Ticino e della Città e non perché sia venuta meno la condanna per qualsiasi guerra, non solo per quella in Ucraina». «La condanna della guerra è generale», ha tagliato corto l’Esecutivo. Tanto che la bandiera della pace «è rimasta esposta anche nei primi mesi del conflitto nella Striscia di Gaza». 

La questione dei colori

Esigenze, quelle di protocollo, che i firmatari comprendono ma non il perché il vessillo «non sia stato poi ricollocato», una volta fatto posto a quelli istituzionali. Un'altra questione che viene sollevata dal gruppo Unità di sinistra è quella relativa ai colori nazionali ucraini comparsi nel corso del 2022 sulla rivista ufficiale della Città Bellinzona informa, distribuita a tutti i fuochi. Questi colori «adornavano gli editoriali» a firma del sindaco Mario Branda. «Un gesto simbolico di solidarietà che sarà ripetuto anche con i colori palestinesi?».

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