La «Babushka Z» non avrebbe voluto essere il volto della propaganda russa
È stata soprannominata «Babushka Z», nonnina Z. Il video di cui è protagonista aveva fatto il giro del web in men che non si dica, a inizio maggio. Una donna ucraina, anziana, con una bandiera dell’Unione Sovietica, pronta ad accogliere l’invasore. Delusa quando si rende conto che i soldati sono invece ucraini. Per i media affiliati al Cremlino la dimostrazione assoluta che l’invasione è sostenuta dalla popolazione locale e che l’esercito di Mosca è visto come una forza liberatrice. E via con murales, cartelloni pubblicitari, adesivi. Addirittura una statua a Mariupol. Un simbolo della «liberazione dell'Ucraina dai suoi nazisti» utile alla propaganda e praticamente caduto dal cielo. Con la sua immagine di contadina stereotipata dell'era sovietica: velo ortodosso, stivali di feltro e gonna spessa. Ma cosa pensa Anna (o Anya) Ivanovna di tutto ciò? La BBC, la scorsa settimana, l'ha rintracciata e gliel'ha domandato.
«Come posso sostenere la morte del mio popolo?»
«Non credo che dovrebbero glorificarmi. Sono solo una contadina. Non capisco perché sono diventata una celebrità» è la prima reazione dell'anziana quando l'emittente le mostra le immagini che l'hanno resa simbolo. E Anna Ivanovna così anziana, in realtà, non è. Ha 69 anni e vive a Velyka Danylivka, quartiere di Kharkiv, insieme al marito, cani, gatti e conigli. E, udite udite, non è una sostenitrice dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. «Come posso sostenere la morte del mio popolo? I miei nipoti e pronipoti sono stati costretti ad andare in Polonia. Viviamo nella paura e nel terrore», ha dichiarato alla giornalista Sofia Bettiza, autrice dell'articolo insieme a Svyatoslav Khomenko.
«La bandiera rossa è la bandiera dell'amore e della felicità»
Allora perché ha salutato i soldati con una bandiera sovietica? Il video è ormai noto: i soldati le dicono di essere arrivati per fornire aiuto e le offrono del cibo. Le tolgono di mano la bandiera dell'URSS, la gettano a terra e la calpestano. Ivanovna, sentendosi insultata, restituisce loro il sacchetto. «I miei genitori sono morti per quella bandiera durante la Seconda Guerra mondiale». La donna risponde anche a questo quesito: «Ero solo felice che i russi sarebbero venuti e non avrebbero combattuto con noi. Ero felice che ci saremmo uniti di nuovo». Anna Ivanovna ha davvero scambiato i soldati ucraini per militari russi, pensando però che fossero lì per riunirsi, in modo pacifico, e non per «liberarli» con le armi. «La bandiera rossa è la bandiera dell'amore e della felicità in ogni famiglia, in ogni città, in ogni repubblica. Non di spargimento di sangue».
Ivanovna, con i giornalisti della BBC, non ha condannato apertamente Vladimir Putin. Ma «se potessi parlargli - ha aggiunto - gli direi che ha commesso un errore». Intanto lei, suo malgrado, è diventata un simbolo. La «Babushka Z», appunto. E ormai in Ucraina viene considerata «una traditrice».