Roghi

La foto simbolo degli incendi nel Sud Italia: vigili del fuoco stremati

I pompieri dopo una giornata intensa a Carlentini (Siracusa) ripresi dall'obiettivo di Radio Una Voce Vicina – Dietro a molte delle fiamme, l'ombra dei piromani
© Radio Una Voce Vicina
Red. Online
27.07.2023 16:45

Prima Rodi, poi Corfù. Volos, Lamia. Vi abbiamo raccontato la Grecia che brucia, con il segretario generale della Protezione civile che ha dichiarato lo stato di emergenza. Ma anche il Sud Italia è divorata dai roghi. Sicilia, Calabria e Puglia. Tanto che la presidente greca Katerina Sakellaropoulou e l'omologo italiano Sergio Mattarella hanno espresso, assieme, le proprie preoccupazioni su ciò che sta succedendo e, peggio, su ciò che potrebbe succedere se il mondo, nell'insieme, non cambierà rotta in termini di emissioni e inquinamento.

L'ultimo aggiornamento dei Vigili del fuoco italiani è di ieri: 900 interventi in Sicilia da lunedì 24 luglio, con maggiori criticità nel palermitano, nel siracusano, nel catanese e nel messinese; 407 gli interventi in Calabria, più interessate le aree sull’Aspromonte di Orti e Mosorrofa nel reggino, Acri, Strongoli e Soveria Simeri nel catanzarese. 1.657 interventi in tre giorni tra Sicilia (710), Puglia (540) e Calabria (407). 5.449 vigili del fuoco impegnati nelle operazioni di spegnimento e soccorso.

Intanto, sta facendo il giro dei social l'immagine dei vigili del fuoco esausti a Carlentini, in provincia di Siracusa. Tanto da essere diventata il simbolo della lotta agli incendi. I pompieri immortalati si trovano su un marciapiede, uno di loro è quasi sdraiato, mentre gli altri sono seduti e poggiati al muro. Hanno mani e volti con le tracce di cenere e fumo, accanto delle bottiglie d'acqua. Dopo ore e ore passate a domare le fiamme. Vicino, un ragazzino li osserva. Lo scatto è stato pubblicato sulla pagina Facebook dell'emittente locale Radio Una Voce Vicina. «Vorremmo fare molto di più e soccorrere chi chiede aiuto – è l'appello lanciato dai rappresentanti dei vigili di Catania –, ma purtroppo i vigili del fuoco stanno operando al massimo delle loro possibilità».

Ampia parte del Sud Italia è stata ferita. Il caldo, la mancata manutenzione del territorio, l'assenza di veri piani regionali antincendio. Sono tutti temi di cui si discute nella vicina Penisola. Come pure la mancanza di personale tra i ranghi dei Vigili del Fuoco.

La mano dei piromani

Ma dietro ai roghi, troppo spesso, c'è la mano dell'uomo. Molti sono incendi dolosi, appiccati con consapevolezza dai piromani. Uno di questi, in Calabria, è stato scoperto dai droni e denunciato. Lo ha annunciato Roberto Occhiuto, presidente della Regione. «Piromane beccato, inseguito e denunciato» ha scritto su Facebook, pubblicando anche il video. «È accaduto in queste ore durante le operazioni di deterrenza a mezzo droni del progetto Tolleranza Zero della Regione Calabria», si legge nel testo che accompagna le immagini diffuse sul social. «La Calabria è una regione civile ma ha anche qualche imbecille che va ad appiccare il fuoco nei boschi come questo piromane. Appicca il fuoco poi vede il drone e cerca di abbatterlo con le pietre, ma da dove viene, dalle caverne?».

In Italia sono finora andati in fumo 2.000 ettari «solo delle aree a parco» e per «rimboschire» le zone bruciate «ci vorranno uno-due decenni», ha detto il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin a SkyTg24.

Di piromani ha parlato anche il governatore siciliano Renato Schifani. «Diciamo le cose come stanno: purtroppo questi atti sono prevalentemente dolosi, fatti da gente pazza che vive in questi momenti delle esaltazioni patologiche», ha dichiarato al TG4. «Tutti i siciliani sono chiamati alla responsabilità e alla denuncia pubblica. Se a questi atti delinquenziali accodiamo anche l'esplosione delle temperature, questo crea un combinato disposto che fa nascere lo scenario apocalittico». «Bisogna fermare la mano di questi criminali. Bisogna trovare un modo per arginare questi episodi», le parole del sindaco di Vieste (Foggia), Giuseppe Nobiletti. Anche il suo territorio è stato ferito dagli incendi ed è stata necessaria l'evacuazione di duemila turisti da tre strutture ricettive.

La premier italiana Giorgia Meloni, in un video postato sul suo profilo Facebook, ha espresso solidarietà alle popolazioni colpite e ha annunciato nuovi interventi. Magistrati e polizia sono al lavoro per scoprire gli autori degli incendi dolosi», ha assicurato. «Nei mesi scorsi il governo ha già incrementato le assunzioni tra chi è chiamato al soccorso, dalla prossima legge di bilancio intendiamo aumentare le spese per la manutenzione di veicoli aerei». Secondo Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana, sei roghi su dieci sono dolosi: «L'Italia è spaccata in due, alle devastazioni dei roghi al Sud si aggiungono i danni all'agricoltura causati dal maltempo al nord che hanno già superato i 6 miliardi di euro. Ci vorranno almeno 15 anni per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme con danni oltre diecimila euro all'ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate». Le alte temperature e l'assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni favorendo l'innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati, prosegue la nota. «Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l'allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali».

Riportando la mente a «casa nostra», negli scorsi giorni è diventata definitiva la condanna per il rogo che tra gennaio e febbraio del 2022 mandò in fumo 196 ettari di vegetazione sul Monte Gambarogno. I due giovani confederati che provocarono il rogo non si sono infatti opposti ai decreti di accusa per incendio colposo che proponevano una pena di sei mesi sospesi e una multa. Le domande di indennizzo presentate da enti pubblici e privati ammontano a 7,5 milioni di franchi.

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