La motociclista del Globo de la Muerte: «Non si può avere paura durante questa esibizione»

Al Circo Knie, l'adrenalina di certo non manca. E può confermarcelo Tania: l'unica donna, in un gruppo di dieci motociclisti, a esibirsi nel «globo della morte». O, come lo chiama lei, «El globo de la muerte»: una sfera di sei metri di diametro, all'interno della quale lei e altre nove persone sfrecciano con la loro moto. Su e giù, in cerchio. Uno spettacolo mozzafiato, tendenzialmente di dieci minuti, dietro al quale si nasconde un duro lavoro, ma soprattutto tanta concentrazione e coordinazione.
«Il nostro show richiede molto allenamento», ci svela subito Tania. La donna arriva dall'Argentina, e ha iniziato a dilettarsi in questo «folle numero» cinque anni fa. «Prima di esibirci proviamo lo spettacolo a lungo, per circa tre settimane o un mese. È essenziale coordinarsi, capire le posizioni che ogni motociclista assumerà durante lo show. Chi sale, chi scende». Ma c'è un aspetto positivo. Come ci svela l'artista, oltre agli allenamenti tradizionali, anche le esibizioni costituiscono un vero e proprio momento per imparare qualcosa. «Ogni esibizione è un allenamento a tutti gli effetti. Anche durante gli spettacoli abbiamo modo di vedere i nostri difetti ed errori, che possiamo poi correggere per quelli successivi». E visto che il palcoscenico è, concretamente, una palestra, durante una tournée non c'è bisogno di praticare eccessivamente prima dell'esibizione. «Ogni volta che arriviamo in una nuova città ci alleniamo solo una volta, prima della première. Nei giorni successivi non ci esercitiamo particolarmente, perché tanto ogni sera, con ogni spettacolo, è una prova in più», ci racconta Tania.
Vietato avere paura
La sfera della morte, va da sé, lascia intuire la tipologia di spettacolo che Tania e i suoi compagni porteranno sotto il tendone del circo Knie in queste sere. «In questo numero, la concentrazione è essenziale. Così come la coordinazione. Non abbiamo un orologio che ci monitori, ma dobbiamo andare tutti alla stessa velocità e nella stessa direzione. Questo perché, nel momento in cui un motociclista si inserisce nella sfera in verticale, anche un secondo di ritardo potrebbe complicare le cose». Creando, chiaramente, degli incidenti. E non solo. «Dobbiamo ricordarci che lavoriamo con delle moto che, in quanto tali, possono subire guasti. Grazie al cielo, durante questa stagione e quella scorsa qui in Svizzera non è mai successo nulla». Tania, infatti, ci racconta che, nel corso della sua carriera, non sono mancati i colpi e gli infortuni. «Tutti i miei colleghi, me compresa, abbiamo avuto un sacco di incidenti in giro per il mondo. Ma non qui in Svizzera».


Eppure, nonostante il rischio di potersi fare male, Tania non ha alcun timore: «Se hai paura, semplicemente, non puoi esibirti in un numero del genere», ci spiega con un sorriso. «Dopo il primo incidente, ti rendi conto se vuoi continuare a esibirti oppure no. Ecco perché per noi questo spettacolo è la normalità: è come andare in ufficio ogni giorno. Indossiamo le protezioni necessarie ed entriamo nella sfera. Ma non possiamo permetterci di avere paura, perché dentro con noi ci sono altre nove persone, e ogni errore che causiamo può portare a un incidente che coinvolge tutti». Forse, ci confessa, l'esibizione è più paurosa vista da fuori. «Anche noi quando siamo nel pubblico vediamo e sentiamo l'adrenalina e l'eccitazione che si percepiscono dall'esterno. Ma durante lo spettacolo pensiamo solo a quello che stiamo facendo. C'è bisogno di molta fiducia nei confronti dei nostri compagni, perché dipendiamo gli uni dagli altri. Non potremmo neppure coordinarci, altrimenti».
Motociclista per amore
Ma, come dicevamo, Tania è l'unica donna del gruppo. «Ho iniziato cinque anni fa, sono l'ultima arrivata. Nel team c'è anche mio marito: è stato lui a insegnarmi, dato che pratica questa disciplina da vent'anni, così ora possiamo lavorare insieme e spostarci insieme». Ma oltre a lui, la motociclista ha ottimi rapporti anche con gli altri compagni. «A volte può essere complicato essere l'unica donna del team, perché è un'attività tendenzialmente maschile. I miei colleghi però sono molto solidali, si preoccupano per me e mi aiutano sempre. Hanno capito che anche una donna può far parte del gruppo, e ci troviamo molto bene. Proveniamo tutti dal Sud America: io e i mio marito siamo argentini, gli altri nostri compagni sono colombiani, venezuelani, peruviani».


Quella di Agno sarà la seconda tournée ticinese di Tania con il Circo Knie. «Siamo stati anche a Lugano, e in altre città svizzere. Il Ticino ci piace parecchio. E la Svizzera, in generale, è molto bella, avete dei paesaggi incredibili». Ma quello che la motociclista apprezza di più del nostro Paese è sicuramente il pubblico. «Qui il pubblico è speciale. Ogni volta, quando terminiamo lo spettacolo, tutti si alzano in piedi e ci riempiono di applausi. È sempre bellissimo. Ci rendiamo conto che alla gente piace quello che facciamo, e quindi ci sentiamo sempre più energici ed entusiasti». Ecco perché, all'idea di iniziare le esibizioni, Tania non nasconde un po' di sana emozione. «È la prima volta che ci esibiamo qui, dunque, nonostante le esperienze positive, non sappiamo ancora come reagirà il pubblico. Ed è per questo che siamo un po' ansiosi». Ma non per questo non entusiasti. «Dall'altra parte, però, non vediamo l'ora di vedere come verremo accolti qui ad Agno».