La nuova legge tributaria? «Premierà chi lavora»
Un vero e proprio indirizzo ancora non c’è. Tuttavia, visto che il cantiere andrà portato a termine entro il 1. gennaio 2024, pian piano incominciano a delinearsi i contorni della riforma della Legge tributaria cantonale a cui sta lavorando il Dipartimento finanze ed economia (DFE), come richiesto dal Parlamento dopo l’approvazione della riforma fiscale cantonale entrata in vigore il 1. gennaio 2020. Contorni che (in parte) sono stati svelati ieri dallo stesso direttore del DFE Christian Vitta durante un convengo organizzato dal Centro competenze tributarie della SUPSI intitolato «La fiscalità di domani».
Nel 2019, ricordiamo, il Gran Consiglio ha dato luce verde alla riforma fiscale cantonale, la quale ha abolito gli «statuti fiscali speciali» per le società estere, adeguandosi così alla riforma approvata dal popolo svizzero sempre nel 2019 (la cosiddetta «RFFA»). In questo contesto, la riforma cantonale prevedeva pure la riduzione dell’aliquota per le persone giuridiche dall’9% all’8% fino al 2024, e poi fino al 5,5% a partire dal 2025. La manovra prevedeva anche una riduzione del moltiplicatore cantonale dal 100% al 97% dal 2020 al 2023, e poi al 96% nel 2024 (su decisione del Gran Consiglio). Ebbene, in quel contesto lo stesso Gran Consiglio ha pure dato mandato al Governo di valutare una riforma generale della legge tributaria da realizzare entro il termine della legislatura, ossia entro il 1. gennaio 2024.
In estrema sintesi, terminato il periodo transitorio, come previsto dalla riforma nel 2024 il moltiplicatore cantonale sarà aumentato al 100%. E di conseguenza «balleranno» circa 60 milioni di franchi che il Cantone potrà ‘‘investire’’ per una riforma generale della legge tributaria, abbassando le imposte. Finora, però, nulla era trapelato su come la riforma del DFE intendesse diminuire le imposte. I primi dettagli, come detto, sono stati anticipati ieri da Vitta.
Le prime indicazioni
Il consigliere di Stato ha innanzitutto premesso che il cantiere è in corso e il gruppo di lavoro è ancora all’opera. Tuttavia, ha spiegato, «possiamo dare alcune indicazioni su gli ambiti che stiamo toccando». «Ambiti che - ha precisato - si concentrano soprattutto sulle persone fisiche».
Il primo tema citato da Vitta è stato quello del «prelievo della cassa pensioni», ossia l’imposta prevista quando si preleva pensione a fine carriera e che per il direttore del DFE è oggi «particolarmente sfavorevole», e dunque richiede dei correttivi. Dopodiché, «un altro ambito che merita il nostro interesse – ha aggiunto – è quello delle successioni e delle donazioni, dove un po’ di ordine andrebbe fatto». E in questo capitolo, ha precisato Vitta, «potrebbe rientrare anche il tema della successione aziendale, perché oggi se qualcuno vuole cedere un’azienda da una generazione all’altra», si trova di fronte a «situazioni in cui la fiscalità può diventare un ostacolo».
Infine, il piatto forte: ossia l’imposizione sul reddito delle persone fisiche. Su quest’ambito il direttore del DFE non si è sbilanciato troppo, tuttavia ha affermato che occorre «darsi delle priorità» e tenere anche conto della «sostenibilità politica delle proposte», perché poi «sappiamo che bisogna comunque spesso e volentieri portare queste proposte davanti al popolo». Ad ogni modo, i dati «ci dicono che oggi la nostra fiscalità è estremamente sociale, con aliquote molto progressive e particolarmente elevate sugli alti redditi. Inoltre, è una fiscalità particolarmente sociale, per scelta politica, nei confronti di determinate categorie (come le famiglie con figli)». «In questo senso, una riflessione anche sulla curva dell’aliquota per le persone fisiche la stiamo facendo, abbinandola però con un meccanismo che permetta anche alle fasce un po’ più sotto di avere un beneficio». Per dirla con uno slogan, ha aggiunto Vitta senza sbilanciarsi, «sul capitolo delle persone fisiche vorremmo andare a premiare chi lavora. I dettagli non possiamo metterli in evidenza oggi, ma chi lavora dovrebbe poter trarre beneficio dalla riforma attraverso interventi differenziati».
Sul fronte delle tempistiche Vitta ha infine confermato che l’obiettivo resta quello di far entrare in vigore la riforma il 1. gennaio 2024, così come indicato da Gran Consiglio.