La quarta incriminazione di Trump, tra «la caccia alle streghe» e la legge anti-racket

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato incriminato per la quarta volta. La notizia è di lunedì. Il filone d'indagine riguarda le pressioni per ribaltare il risultato delle elezioni del 2020 in Georgia. Nell'atto d'accusa figurano altre 18 persone, tra cui il suo ex avvocato personale Rudy Giuliani, il capo dello staff della Casa Bianca Marc Meadows, nonché i legali Kenneth Chesebro e John Eastman. I capi d’imputazione sono 13, tra cui la violazione della legge anti-racket, la sollecitazione di un pubblico ufficiale a violare il giuramento di fedeltà (si tratta della famigerata telefonata fatta da Trump all'allora segretario di Stato repubblicano Brad Raffensperger per chiedergli di trovare 11.780 voti necessari a fargli superare Joe Biden), la cospirazione per impersonare un pubblico ufficio (la vicenda dei falsi elettori) e commettere una serie di falsi. Per il pubblico ministero Trump è stato il capo di una «cospirazione», di una «impresa criminale» per «cambiare illegalmente l'esito delle elezioni a suo favore», con la complicità consapevole e deliberata» dei fedelissimi.
Trump, dal canto suo, ha criticato quella che ha definito un'accusa «truccata». «Perché non mi hanno incriminato 2,5 anni fa?», ha scritto sulla piattaforma social Truth. «Perché volevano farlo proprio nel bel mezzo della mia campagna politica. Caccia alle streghe!». E ha quindi annunciato che alle 11 di lunedì 21 agosto terrà una conferenza stampa dalla sua residenza in New Jersey: «Un ampio, complesso, dettagliato ma inconfutabile rapporto sulla frode elettorale presidenziale avvenuta in Georgia è quasi completo e sarà presentato da me».
In 98 pagine vengono elencate 161 azioni, 40 delle quali sono reati in sé. La legge anti-racket consente a Fani Willis, procuratrice della contea di Fulton in Georgia, di accusare Trump «e i suoi» per un piano di sovvertire l’esito delle elezioni attuato non solo nel suo Stato ma anche in altri cinque. Per il pubblico ministero in effetti Trump è stato il capo di una "cospirazione", di una "impresa criminale" per "cambiare illegalmente l'esito delle elezioni a suo favore", con la complicità "consapevole e deliberata" di 18 fedelissimi.
Il caso della Georgia è il primo che coinvolge direttamente ben 18 alleati del tycoon. E ci sarebbero altri 30 complici non nominati e per il momento non incriminati. L'intenzione di processarli tutti insieme punterebbe a spingere i complici a collaborare e a testimoniare contro l’ex presidente. La pressione per la conclusione di accordi sarà ampia. A tutti gli incriminati è stata «concessa l'opportunità di consegnarsi volontariamente non più tardi del 25 agosto a mezzogiorno». In fondo si tratta del suo «vecchio team». Inoltre, nel caso in cui vi fosse una colpevolezza sotto la legge anti-racket, un'eventuale grazia non potrebbe essere assegnata prima di cinque anni.
La procuratrice ha intenzione di iniziare il processo entro sei mesi, mentre la strategia di Trump è di rallentare i procedimenti: «Quello che hanno fatto è già interferenza elettorale, ma se i processi si svolgessero prima delle elezioni, allora sarebbe interferenza su una scala mai vista prima nel nostro Paese», ha scritto sempre su Truth. In Georgia è consentito l'accesso alle telecamere nei tribunali e il processo potrebbe quindi essere trasmesso in TV, con un impatto sull'opinione pubblica.
La RICO
Donald Trump è stato incriminato (anche) per avere violato la Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act, la legge anti-racket e contro la corruzione del crimine organizzato. Nota come RICO, la legge, a livello federale, è stata varata negli anni Settanta con l'obiettivo principale di contrastare l'azione dei boss mafiosi. La versione adottata in Georgia, che permette l'applicazione a un numero di reati più ampio di quello federale, prevede pene fino a 20 anni carcere. In sintesi, la tesi dei procuratori della Georgia è che la campagna di Trump abbia agito come un'organizzazione criminale con l'obiettivo di rovesciare l'esito del voto popolare nello Stato, che ha conferito la vittoria a Joe Biden.
Il ricorso alla legge anti-racket ha permesso di riportare le azioni di tutti gli altri 18 incriminati a Trump stesso e quindi incriminarlo, ha spiegato alla Reuters Clark Cunningham, docente di diritto alla Georgia State University. E se qualcuno viene considerato parte di una presunta associazione criminale che opera in Georgia, può essere incriminato per racket anche senza aver mai messo piede nello Stato, aggiunge un altro docente dello stesso ateneo, Caren Morrison. Ciò consente di perseguire gruppi di persone legate dalla comune partecipazione a un'impresa criminale. Ma lanciare una rete così ampia nasconde degli svantaggi. «Si può costruire una grande storia nell'atto d'accusa e si potrebbe trovare anche il modo di dimostrarlo. Ma tutto potrebbe rivelarsi molto più complicato», ha detto l'ex procuratore federale Harry Sandick. Anche perché ogni imputato potrebbe sollevare una serie di questioni preliminari che altro non farebbero che allungare i tempi. «Non so neppure se sia possibile trovare un'aula abbastanza grande da accogliere 19 imputati», ha aggiunto Jerry Froelich, penalista della Georgia ed ex procuratore.
Ad ogni modo, «sarà una sfida, anche se certamente non insormontabile, per i pubblici ministeri dimostrare che queste persone sapevano di far parte di un'impresa che aveva uno scopo comune e illegittimo di ribaltare un'elezione», ha concluso il professore di diritto del Boston College ed ex procuratore federale Jeffrey Cohen.
Intanto, è poker di incriminazioni: questa è la quarta in cinque mesi. Una giuria di New York nel mese di maggio lo ha ritenuto responsabile per aver abusato sessualmente e diffamato la scrittrice E. Jean Carroll e le ha assegnato 5 milioni di dollari di risarcimento in una causa civile. Un processo è previsto per il 15 gennaio su una seconda causa per diffamazione dove sono in ballo 10 milioni di dollari di danni. Infine, c’è il processo a ottobre in una causa civile a New York che accusa il tycoon e la sua azienda di famiglia di frode per ottenere condizioni migliori da istituti di credito e assicuratori. La società di Trump è stata multata di 1,6 milioni di dollari dopo essere stata condannata per frode fiscale in un tribunale di New York a dicembre.