Domande e risposte

La responsabilità ambientale alle urne: i limiti del pianeta e quelli all’economia

L’iniziativa promossa dai giovani ecologisti chiede un radicale cambio di sistema: basta con la corsa al profitto – Governo e Parlamento si oppongono: «Troppo estrema, sarebbero necessarie misure drastiche in pochi anni» – Nessun controprogetto
© KEYSTONE/Peter Schneider
Luca Faranda
16.01.2025 06:00

Mettere dei limiti all’economia per lottare contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. È quanto chiede l’iniziativa popolare «per la responsabilità ambientale» promossa dai Giovani Verdi. Quali sono le tesi dei favorevoli e dei contrari? Quali sono le misure proposte? Ecco le risposte alle principali domande.

Su cosa si vota il prossimo 9 febbraio?

L’iniziativa «Per un’economia responsabile entro i limiti del pianeta (Iniziativa per la responsabilità ambientale)» chiede che «le attività economiche possono consumare risorse ed emettere sostanze nocive soltanto nella misura in cui le basi naturali della vita siano conservate». I promotori parlano di «limiti planetari», ovvero la quantità di inquinamento ambientale che la natura può sopportare. In altri termini: non si deve consumare più di quanto la Terra possa offrire e non si può inquinare più di quanto le risorse del pianeta siano in grado di rigenerarsi. La Svizzera dovrebbe ridurre sensibilmente il proprio impatto ambientale, agendo in particolare in sei ambiti: contro il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, il consumo d’acqua, l’utilizzazione del suolo e l’immissione di azoto e fosforo.

Cosa comporterebbe un sì alle urne?

Entro dieci anni dall’eventuale approvazione dell’iniziativa popolare, l’impatto ambientale dei consumi in Svizzera non deve superare i limiti del pianeta (ad esempio, le emissioni di gas serra provocate dai consumi dovrebbero essere ridotte di oltre il 90% in un decennio), tenendo conto del rapporto tra la popolazione svizzera e quella mondiale . Anche le importazioni - ad esempio di alimenti, vestiti o materie prime - dovrebbero essere prese in considerazione. Bisognerà pertanto adottare misure in tempi brevi, in Svizzera e all’estero. Per i promotori, devono essere socialmente responsabili, le economie domestiche con redditi modesti non dovranno essere gravate ulteriormente «e occorrerà sostenere le piccole e medie imprese nell’affrontare la transizione dell’economia». Per i contrari, invece, l’iniziativa causerebbe un aumento del prezzo di numerosi prodotti, a scapito soprattutto delle persone con redditi modesti. Le ripercussioni sarebbero di ampia portata per le imprese e per i cittadini.

Quali misure vengono proposte?

L’iniziativa non indica in quale modo - se approvata da popolo e Cantoni - si possano concretamente raggiungere gli obiettivi. I Giovani Verdi e le organizzazioni ambientaliste che sostengono l’iniziativa individuano quattro ambiti di intervento: investimenti in infrastrutture ecologiche (energie rinnovabili e piste ciclabili), responsabilità delle imprese (le aziende devono contribuire «finanziariamente alla riduzione delle crisi ambientali» in Svizzera e all’estero secondo il principio «chi inquina paga»), commercio equo e solidale (con chiari criteri sociali ed ecologici) e «trovare il modo di condurre una buona vita indipendentemente dalla crescita economica». I promotori vorrebbero infatti fermare la corsa al profitto delle grandi aziende e porre le basi per un’economia sostenibile.

Perché il Governo e il Parlamento sono contrari?

L’iniziativa è considerata estrema sia dalla maggioranza del Parlamento, sia dal Governo. Non è previsto alcun controprogetto. Per il Consiglio federale, la Costituzione contiene già disposizioni equilibrate per la promozione della sostenibilità. Inoltre, una riduzione drastica dei consumi nella sola Svizzera non avrebbe praticamente alcun impatto sulla situazione ambientale mondiale. Pur riconoscendo che le risorse naturali debbano essere protette, l’iniziativa avrebbe gravi conseguenze per la popolazione e l’economia: per rispettare le richieste del testo, «i consumi dovrebbero diminuire di tre volte». Aumenterebbero restrizioni e divieti che sfocerebbero in cambiamenti radicali nello stile di vita delle persone e in prodotti e servizi più costosi.

Chi è favorevole e chi invece è contrario?

I giovani ecologisti sono sostenuti dai Verdi, ma anche dal PS e del Partito evangelico svizzero (PEV). Tra i sostenitori figurano anche svariate organizzazioni ambientaliste come Greenpeace e Anziane per il clima. Si oppongono invece al testo i partiti borghesi e le associazioni economiche e imprenditoriali, secondo cui si tratta di una «iniziativa di impoverimento».

La Svizzera vive al di sopra dei limiti planetari?

Pur avendo aumentato la propria efficienza, la Svizzera è ancora lontana da un uso sostenibile delle risorse naturali, indica l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). Attualmente l’economia elvetica consuma molte più risorse di quelle che la natura riesce a rigenerare, secondo uno studio del 2022, elaborato su mandato dell’UFAM e citato anche nel libretto di voto. La cosiddetta «impronta» della Confederazione supera i limiti planetari in particolare in tre settori: clima, biodiversità e immissione di azoto.

Ci sono già state iniziative simili?

Il fronte ecologista ha più volte proposto iniziative che alle urne sono state considerate troppo estreme sia dal Popolo sia dai Cantoni. È il caso delle iniziative sull’acqua potabile e sui pesticidi (nel 2021, respinte rispettivamente dal 60,7% e 60,6% della popolazione) oppure l’iniziativa sulla biodiversità (respinta lo scorso settembre con il 63,0% dei voti). In tutti e tre i casi non è stata neppure sfiorata la maggioranza dei Cantoni. Dai primi sondaggi, anche questo testo ha poche possibilità di essere approvato il prossimo 9 febbraio: il più recente, di fine dicembre, è di 20 Minuten/Tamedia e indica che l’iniziativa sarà respinta dal 63% dei votanti.