Guerra in Ucraina

La Russia perde un altro generale, l'ennesimo?

Roman Kutuzov è stato ucciso in combattimento a Nikolayevka; lo stesso giorno sarebbe morto Roman Berdnikov – Perché tanti generali russi uccisi?
© Telegram
Jenny Covelli
06.06.2022 15:01

Le forze ucraine hanno ucciso il generale russo Roman Kutuzov vicino a Mykolaivka, nell'oblast di Lugansk, nei pressi di Popasna. È notizia di ieri sera. All'inizio di maggio l'intelligence americana aveva riferito che in Ucraina sono rimasti uccisi tra gli 8 e i 10 generali russi. Il Cremlino non si è ancora espresso al riguardo. Diversi media riferiscono della morte del generale nel Donbass, su Telegram si parla di un «combattimento vicino al villaggio di Nikolayevka», mentre era a capo di un attacco.

«Il comandante del 1. Corpo d’armata della Repubblica popolare di Donetsk, il generale Roman Kutuzov, è stato ufficialmente denazificato e smilitarizzato», hanno scritto ironizzando le forze armate ucraine su Facebook. Il giornalista della televisione di stato russa Alexander Sladkov, corrispondente di guerra: «Il generale aveva condotto i soldati all’attacco. D’altra parte, Roman era un comandante come tutti gli altri, anche se di grado più alto. Un generale che guida i suoi soldati con l'esempio. I nostri generali volano su aerei d'assalto e vanno in battaglia a morire come i soldati. Non ricordo esempi simili in Ucraina. Rom, pace all'anima tua. Sei morto come soldato, come guerriero. Non tutti possono farlo». Anche le forze separatiste russe del Donbass si sono espresse sui social: «La tragedia è avvenuta nel villaggio del distretto di Nikolaevka Popasnyansky» della Repubblica popolare di Lugansk. «Sì, capita, anche i generali muoiono in guerra. Ma a differenza dei comandanti ucraini, non sono codardi, non abbandonano i subordinati e non si nascondono a centinaia di chilometri dalla prima linea». Kutuzov viene descritto come «un nativo delle forze aviotrasportate, un vero generale di combattimento, un patriota della sua terra natale».

Due in un colpo solo?

Stando ad alcuni media, nella stessa «imboscata» nell'Ucraina orientale sarebbe morto un secondo generale russo: il generale Roman Berdnikov, 47 anni. Meno di un mese fa, Berdnikov era comandante della task force delle forze armate russe in Siria e in precedenza ha prestato servizio in Siberia. Era apparso in un video alla parata del 9 maggio e a lui erano state attribuite le parole: «Soldati e ufficiali delle forze armate russe hanno difeso con onore gli interessi della Russia nella lotta al terrorismo internazionale nella Repubblica araba siriana e durante l’operazione militare speciale in Ucraina, continuando degnamente le tradizioni vittoriose degli eroi in prima linea. Siamo degni successori dei veterani del fronte di battaglia, i cui ricordi sono stati tramandati di generazione in generazione».

Tre motivazioni principali

Due comandanti russi di alto rango in un colpo solo, parrebbe. Nella guerra in Ucraina la Russia potrebbe averne perso più di una decina. «Secondo Sladkov - si legge sul Moscow Times -, Kutuzov è il quarto generale russo ucciso in Ucraina. Il Cremlino ne ha confermati solo tre, mentre fonti dei media occidentali portano il numero ad almeno 12. Sebbene la sua posizione al momento della morte non sia stata verificata, il generale Kutuzov ha servito come comandante della 5. armata combinata e in seguito come vice comandante della 29. armata combinata». Il generale è il grado più alto della gerarchia militare, si occupa della strategia, del coordinamento delle azioni militari, non è frequente che vada al fronte. Cosa renda così vulnerabili i più alti ufficiali russi, pertanto, è una domanda che compare a più riprese. La motivazione principale (sui media occidentali) viene associata alla catena di comando fortemente centralizzata che costringerebbe i generali a fare viaggi pericolosi al fronte per risolvere problemi operativi o logistici. Una tesi sostenuta anche dall’ex colonnello della marina americana Steve Ganyard, intervistato la scorsa settimana dalla ABC, secondo cui la presenza delle alte cariche sul campo «suggerisce che debbano essere in prima linea per assicurarsi che le loro truppe combattano nel modo in cui loro hanno ordinato». Parole forti: «Mancanza di fiducia nelle truppe», «debolezza delle forze militari russe» che rende necessaria «tanta leadership esperta in prima linea» e «giovani nell'esercito russo che non sanno cosa fare».

Stando a Mick Mulroy, ex vicesegretario alla Difesa per il Medioriente, le alte cariche andrebbero invece sul posto «a dare ordini diretti» per «mancanza di capacità di delegare». Non da ultimo, la presenza di alti ranghi sul campo verrebbe collegata al «morale basso» dei soladi dopo 100 giorni di guerra senza trionfo e alla necessità, quindi, di alzare il morale delle truppe, serrare i ranghi ed evitare defezioni.

Non solo armi?

A inizio maggio sul New York Times è apparsa la notizia secondo la quale le informazioni dell'intelligence americana avrebbero aiutato gli ucraini a uccidere molti generali russi, fornendo la localizzazione dei loro quartieri generali mobili e dei loro movimenti. Come fonti erano stati citati «alti dirigenti americani», ma la Casa Bianca era corsa ai ripari per evitare un allargamento del conflitto. «È irresponsabile, le informazioni di intelligence sul campo di battaglia non sono state fornite agli ucraini con l'intento di uccidere generali russi», ha dichiarato Adrienne Watson, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti, hanno precisato, vietano di fornire informazioni segrete sugli ufficiali più alti in grado delle forze armate del Cremlino. Ma questo non ha impedito di passare a Kiev dati preziosi su obiettivi e movimenti delle truppe di Mosca. Che sono state abbinate ad altre informazioni, ricavate anche dalle intercettazioni. Intercettazioni facilitate dal (presunto) uso da parte dei russi di telefoni e radio non sicuri, secondo le stime di esperti militari americani. Era stato l'Economist ad approfondire proprio questo aspetto: in Ucraina i russi potrebbero affidarsi alle moderne comunicazioni criptate delle radio Azart, ma non avrebbero abbastanza apparecchi e finirebbero pertanto per far capo a radio non crittografate e a normali telefoni cellulari. Tra morti confermate e decessi presunti, comunque, la guerra è giunta al 103. giorno e sul campo di battaglia restano (anche) i corpi dei civili.

In questo articolo:
Correlati