Migrazione

L’asilo, la visita, le attese

Tra due giorni Elisabeth Baume-Schneider giungerà nel Mendrisiotto, dove visiterà le strutture d’accoglienza e incontrerà le autorità cantonali e locali – Da più parti si sollecitano misure più incisive e soluzioni per la gestione dei profughi
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All’inizio della scorsa estate, a Chiasso, autorità politiche, forze dell’ordine, ma anche semplici cittadini hanno iniziato a manifestare difficoltà di convivenza con gli ospiti dei Centri federali d’asilo (CFA). Lunedì arriverà per una visita la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. Facciamo chiarezza.

Perché questa visita di Baume-Schneider?

I malumori nel Mendrisiotto sono principalmente dovuti ai comportamenti sulla pubblica via di quei migranti che trascorrono le ore fuori dal Centro bevendo e importunando i passanti, ma anche commettendo (più o meno piccoli) reati. In seguito a questa situazione più lettere (su tutte una da parte del consigliere di Stato Norman Gobbi e una della Deputazione ticinese alle Camere federali) hanno chiesto a Elisabeth Baume-Schneider misure rapide e incisive per limitare i disagi. La consigliera federale, già allora, aveva promesso che in autunno si sarebbe recata sul posto.

Come mai la situazione migratoria è definita calda?

Da una parte ci sono le difficoltà di convivenza con la popolazione. Difficoltà di cui non è facile capire le origini. C’è chi ha evocato la presenza nella regione di etnie diverse rispetto al passato e il mutare delle rotte migratorie, ma di fatto cosa è cambiato resta una domanda aperta. Dall’altra c’è l’aumento della pressione migratoria al confine. Un fenomeno che ciclicamente si intensifica a partire dall’autunno e durante l’inverno e che anche in queste settimane sta facendo registrare numeri sempre più alti (i soggiorni illegali, quindi i tentativi di entrare in Svizzera di chi non chiede asilo, registrati in Ticino in settembre sono stati oltre 4.000). Per l’intero 2023 la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) prevede che vengano presentate nella confederazione tra le 28 mila e le 30 mila domande d’asilo.

Che cosa chiedono i cittadini, i Comuni e il Cantone?

Ciò che si chiede sono sostanzialmente misure rapide e incisive. Tra quelle evocate ci sono la diminuzione del numero di richiedenti l’asilo ospitati nel Mendrisiotto (quindi una ripartizione diversa tra i Cantoni), basi legali per punire chi commette reati (così come il trasferimento di chi delinque), una limitazione degli orari di libera uscita e più risorse economiche per gestire l’emergenza migratoria. I Municipi di Balerna e Novazzano si oppongono inoltre all’ampliamento del Centro di Pasture, mentre quello di Chiasso chiede che il Punto d’affluenza (che accoglie fino a 240 migranti) non sia più utilizzato come dormitorio. Ma c’è anche chi chiede miglioramenti delle condizioni di vita nei Centri e in generale nell’accoglienza e nell’integrazione.

Quanti sono i richiedenti l’asilo nel Mendrisiotto?

Ad oggi, nei Centri federali d’asilo del Mendrisiotto sono ospitate circa 560 persone, a fronte di una capacità politicamente concordata di 650 posti. Questo numero, tiene a precisare la SEM, varia quotidianamente. Il Centro federale d’asilo di via Motta 1b ha un capienza di 144 posti, quello di Pasture 278. Il Centro di via Motta 7-11 (il cosiddetto Punto di affluenza, aperto solo in casi di emergenza) può accogliere 240 persone. Attualmente vengono ospitate circa 200 persone. Durante i periodi di maggiore sollecitazione si fa capo anche a strutture esterne (come La Perfetta di Arzo).

Quanti sono i reati commessi da richiedenti l’asilo in Ticino?

La statistica criminale della polizia indica il numero di persone imputate per violazioni del Codice penale. Nel 2022 sono state 3.085 (di cui 1.401 svizzeri e 1.684 stranieri); di queste, 125 provenivano dal settore dell’asilo (il 4%). Delle restanti, 2.280 erano residenti e 680 altri stranieri. Nel 2021 i richiedenti l’asilo imputati erano 114, un anno prima 90.

Quanto viene impegnata la Polizia per richieste d’intervento concernenti i migranti?

Una statistica è stata recentemente fornita dalla Polizia comunale di Chiasso. Ad oggi le richieste di intervento nella propria giurisdizione sono state 530 per il solo 2023. In una risposta a un’interrogazione datata 7 settembre si citavano, dall’inizio dell’anno, 251 interventi per «reati commessi da richiedenti l’asilo». Si tratta per lo più di furto, taccheggio, lite, risse, scippo, ubriachezza e schiamazzi. Di recente richiedenti l’asilo sono finiti al centro della cronaca anche per due episodi più gravi: una presunta violenza carnale sul treno e il ferimento di tre agenti di polizia a Pasture.

Che cosa viene fatto per chi infrange la legge?

In caso di reato penale è sistematicamente sporta denuncia. I richiedenti l’asilo più problematici possono essere trasferiti in un «centro federale speciale». In Svizzera, al momento, ne esiste solo uno. Si trova a Les Verrières, nel Canton Neuchâtel, e accoglie i cosiddetti «richiedenti l’asilo renitenti» che perturbano sia il funzionamento dei Centri federali d’asilo operativi, sia l’ordine pubblico. Una gestione diversa delle infrazioni minori è tra le richieste avanzate dalle autorità locali.

Chi tutela i diritti dei richiedenti l’asilo?

Per quel che concerne la protezione giuridica nei CFA della Confederazione, è in vigore la LAsi, la Legge sull’asilo. In generale, l’articolo 102f della LAsi prevede che «i richiedenti l’asilo la cui domanda è trattata in un Centro della Confederazione hanno diritto a una consulenza e una rappresentanza legale gratuite». Inoltre, dall’inizio della fase preparatoria e per il seguito della procedura d’asilo, a ogni richiedente è assegnato un rappresentante legale (sempreché il richiedente l’asilo non vi rinunci esplicitamente).

Che cosa devono o possono fare i richiedenti l’asilo alloggiati nei Centri d’asilo del Mendrisiotto?

Ciascun richiedente l’asilo viene attribuito a un Centro federale d’asilo. La persona viene registrata e in seguito la SEM esamina la domanda d’asilo. La permanenza dei richiedenti asilo in un CFA è di al massimo 140 giorni (in alcuni casi la procedura dura anche più di un anno). Durante i primi tre mesi successivi alla domanda d’asilo i richiedenti soggiacciono a un divieto di lavoro generale, ma possono partecipare ai cosiddetti «programmi di occupazione di pubblica utilità»: ovvero lavori di pulizia negli spazi pubblici, riassestamento di sentieri pedestri e lavori forestali. Oltre a ciò, possono anche partecipare a corsi di lingua o ad attività sportive.