Svizzera

L'AVS, dunque, sta meglio del previsto

Per Alex Farinelli, consigliere nazionale e membro della Commissione delle finanze, il Consiglio federale deve tirare il freno: «È chiaro che sul finanziamento della 13. AVS non c’è alcuna urgenza»
© KEYSTONE/Peter Klaunzer
Luca Faranda
06.08.2024 21:57

«Un errore di calcolo». Anzi, due errori di calcolo, con previsioni errate fino a quattro miliardi di franchi. Per Stéphane Rossini, a capo dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), non è stato facile giustificare gli sbagli commessi. E che sbagli. «Ma ci vuole trasparenza», ripete più volte il direttore dell’UFAS davanti alla stampa, ammettendo di aver stimato erroneamente - e in modo pessimistico - le prospettive finanziarie dell’AVS e medio e lungo termine.

Differenze fino al 6%

Nel 2026, anno in cui verrà introdotta la 13. AVS, le uscite dovrebbero essere pari a circa 57 miliardi. E fin qui tutto bene. Poi, però, i calcoli divergono notevolmente con il passare degli anni (vedi grafico): nel 2033 le uscite - con i valori aggiornati - saranno inferiori di circa quattro miliardi di franchi, ovvero del 6%, rispetto a quanto calcolato in precedenza. Le spese si aggirano sui 67 miliardi, anziché 71.

L’AVS, dunque, sta (molto) meglio del previsto. Tuttavia, è ancora troppo presto per cantare vittoria: «Il trend non cambia», spiega Rossini, ricordando che la situazione finanziaria del primo pilastro rimane tesa, soprattutto sul lungo periodo. «Sulla base dei dati corretti, è chiaro che le misure di finanziamento, saranno meno importanti rispetto a pochi mesi fa, perché la situazione appare migliore», afferma il direttore dell’UFAS. Ora però tocca alla «ministra» dell’Interno Elisabeth Baume-Schneider, che entro fine ottobre dovrebbe presentare al Consiglio federale le sue proposte per finanziare la 13. AVS. «Nel messaggio che il Governo poi trasmetterà al Parlamento ci saranno cifre diverse rispetto alla procedura di consultazione avvenuta poche settimane fa», rende noto Rossini, sottolineando che ora l’Esecutivo - e in futuro anche il Parlamento - può prendere le sue decisioni basandosi su dati più precisi.

Stabilità a lungo termine

Come reagirà il Governo alle prospettive finanziarie aggiornate? Per Alex Farinelli, consigliere nazionale e membro della Commissione delle finanze, il Consiglio federale deve tirare il freno: «È chiaro che sul finanziamento della 13. AVS non c’è alcuna urgenza. Non si pone il problema di dover trovare una soluzione immediata che vada ad aumentare l’IVA o i prelievi sui salari. È meglio aspettare e presentare una vera riforma (Baume-Schneider dovrà proporne una entro il 2026, ndr). Dovrà essere una proposta più organica e strutturale, che dia stabilità a lungo termine all’AVS».

Per il consigliere nazionale ticinese è inoltre fuori discussione la richiesta di anticipare l’introduzione della 13. AVS al 2025, come proposto dall’USS (vedi sotto). «L’errore che c’è stato è seccante, ma il risultato è molto chiaro. Globalmente, le previsioni a lungo termine della situazione finanziaria dell’AVS non cambiano».

Prima o poi, infatti, sarà necessario intervenire per ristrutturare il primo pilastro. Anche perché il risultato di ripartizione - vale a dire la differenza tra entrate e uscite, senza i rendimenti attesi degli investimenti - diventerà negativo a partire dal 2026, anche se con deficit meno marcati (vedi grafico a destra). Sulla base dei calcoli aggiornati, il risultato di ripartizione crescerà fino al 2030 a circa 2 miliardi di franchi (le stime precedenti erano di quasi 4 miliardi) e fino al 2033 a circa 4 miliardi (e non oltre 7 miliardi come erroneamente calcolato in precedenza).

Formule errate

Ma, concretamente, cosa è successo all’UFAS? Nel complesso modello di calcolo utilizzato (oltre 70 mila righe di codice di programma) sono state rilevate - nel corso del mese di maggio - due formule matematiche errate. Ciò ha portato a «valori non plausibili» sul lungo periodo, rendendo la futura evoluzione finanziaria dell’AVS decisamente troppo negativa. «Nei lavori relativi alla 13. AVS abbiamo iniziato a ragionare su un orizzonte più lungo e ci siamo resi conto che le stime non erano plausibili. Il voto del 3 marzo è stato un fattore scatenante: ci ha permesso di vedere che qualcosa non andava», spiega il direttore dell’UFAS.

Passato e futuro

La correzione delle previsioni finanziarie non riguardano solo il futuro, ma anche il passato. Gli errori si sono accumulati sin dal 2019, rendono noto i funzionari dell’UFAS. Ciò significa che le stime sbagliate si sono susseguite durante i lavori parlamentari e nelle campagne di voto degli ultimi cinque anni: tra queste, rientrano anche la riforma AVS21 e, in tempi più recenti, il voto sulla 13. AVS. «Gli ordini di grandezza delle stime per la tredicesima rendita sono corrette. Dunque il costo dell’iniziativa rimane invariato», sottolinea Rossini, ricordando che la discussione prima dell’appuntamento alle urne di marzo riguardava i costi e non il finanziamento.

E per il futuro? La riforma della LPP alle urne il prossimo 22 settembre non è direttamente toccata da questo errore, a differenza dei grandi progetti in cantiere a Palazzo federale: il finanziamento della 13.AVS (sul quale il Governo si esprimerà in autunno), la riforma del sistema delle rendite per superstiti dell’AVS e anche l’iniziativa del Centro «Sì a rendite AVS eque anche per i coniugi - Basta con la discriminazione del matrimonio!», depositata lo scorso 27 marzo.

Indagare a fondo

«Baume-Schneider ha ordinato l’apertura di un’inchiesta amministrativa per fare luce sui processi che hanno portato a un tale errore ed evitare che sbagli simili si ripetano», spiega Rossini, aggiungendo che i risultati saranno noti entro la fine dell’anno. L’UFAS, tuttavia, ha già deciso di correre ai ripari: non si baserà più su un unico modello di calcolo e impiegherà modelli alternativi, cosicché la plausibilità delle proiezioni verrà verificata costantemente. Due istituti di ricerca svilupperanno ciascuno un proprio modello entro la fine del mese: le prospettive finanziarie elaborate saranno poi pubblicate in settembre.

Tutti i partiti, nelle dure reazioni all’errore «che mina la fiducia nelle istituzioni», hanno accolto favorevolmente la decisione della «ministra» dell’Interno. Tuttavia, il PLR vuole andare oltre: esige che le Commissioni della gestione di entrambe le Camere federali « indaghino immediatamente su questo errore senza precedenti per l’AVS». Non solo. «La Commissione delle finanze - conclude Farinelli - chiederà dei chiarimenti a Baume-Schneider. Questo è sicuro».

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