Cultura e politica

Libri, l’America delle censure e il Ticino delle libertà

Negli Stati Uniti l’Associazione nazionale dei bibliotecari ha avviato una campagna per chiamare i cittadini a combattere uniti contro ogni forma di divieto della libera circolazione dei libri - Negli Stati conservatori eliminati dagli scaffali pubblici oltre 4.200 volumi solo nel 2023
Gli scaffali aperti delle biblioteche ticinesi non sono oggetto di censure. In alcuni casi, libri di contenuto particolare sono tuttavia accessibili soltanto con il prestito. ©Gabriele Putzu
Dario Campione
20.07.2024 06:00

Pochi giorni fa, in un’intervista al Corriere della Sera, il fondatore e direttore della collana Einaudi Stile Libero, Paolo Repetti, definiva il libro «uno dei territori più resilienti di fronte all’invasione del digitale», un’invenzione «geniale. Penso - diceva Repetti - che, no, non ci sarà mai un “ultimo libro”».

È possibile che Repetti fosse nel giusto. Forse non ci sarà mai, davvero, un “ultimo libro”. Ma, sicuramente, c’è chi - ancora oggi - combatte il libro apertamente. E, con esso, la libertà di espressione.

È noto che libro e libertà, in latino, sono un’unica parola: liber. Non è un caso. Così come non può meravigliare che nel XXI secolo si ripetano scene cui non eravamo più abituati. Negli Stati Uniti, pochi giorni fa, il 2 luglio, si è concluso a San Diego il congresso annuale dei bibliotecari pubblici (American Library Association, ALA). Durante il quale è stata lanciata un’iniziativa nazionale - Unite Against Book Bans - per chiamare i lettori a unirsi nella battaglia contro la censura.

Non una questione di mero principio. Da anni, ormai, nelle scuole pubbliche e nelle biblioteche attive negli Stati governati dai Repubblicani più conservatori, i libri sono sotto attacco. E, a migliaia, stanno letteralmente scomparendo dai cosiddetti “scaffali aperti”. Gli stessi dai quali i lettori possono liberamente attingere quando entrano in una biblioteca. Secondo l’ALA, nel 2023 sono stati 4.240 i titoli messi sotto accusa. Un numero elevatissimo. E in crescita rispetto ai 2.571 del 2022, anno in cui si pensava che l’attacco ai libri avesse raggiunto il suo massimo storico.

«Non stiamo vivendo tempi normali - ha detto nella sua relazione Emily Drabinski, presidente dell’ALA - Ogni sfida lanciata contro un libro di una biblioteca è un attacco alla libertà di lettura. I volumi nel mirino della censura sono soprattutto quelli che trattano temi che riguardano la comunità LGBTQ+ e le persone di origini afroamericane. Le nostre comunità e il nostro Paese sono resi più forti proprio dalla diversità: quando le biblioteche le riflettono, promuovono l’apprendimento e l’empatia, valori che evidentemente alcune persone vogliono eliminare».

La nuova censura riflette la polarizzazione che in questo momento divide gli Stati Uniti. E ha obiettivi precisi: i libri che parlano di razzismo, di orientamento sessuale e identità di genere, delle minoranze, della storia afroamericana. Le vittime dell’ostracismo moderno sono nomi notissimi della letteratura e della saggistica: dalla Premio Nobel Toni Morrison a James Baldwin, da Alice Walker a Margaret Atwood, il cui famosissimo Racconto dell’ancella (pubblicato in italiano da Ponte alle Grazie) è stato messo al bando in una scuola della Virginia dopo che il governatore Glenn Youngkin ha firmato una legge che consente ai genitori di porre il veto sui materiali didattici giudicati sessualmente espliciti.

Sul New York Times, la scrittrice Lyta Gold ha fatto notare come «l’attuale ondata di divieti sui libri potrebbe essere la peggiore dagli anni ’80», anche perché a finire sulle liste di proscrizione è finito un po’ di tutto, compreso il Diario di Anne Frank e le poesie di Amanda Gorman, la giovane che recitò alcuni versi della sua produzione letteraria durante la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca del presidente Joe Biden.

«Nessuna messa al bando»

A Stefano Vassere, direttore del Sistema bibliotecario ticinese (SBT) il CdT ha chiesto se una situazione simile a quella americana potrebbe ripetersi anche da noi. «Nel caso del Sistema bibliotecario ticinese non si può parlare di un processo di messa al bando di libri o altro materiale, perché una casistica, seppure riscontrata qua e là, manca della sistematicità e della continuità necessarie perché si possa parlare di un fenomeno vero e proprio. Parecchi dei libri che figurano nelle classifiche della censura negli Stati Uniti sono presenti nel nostro catalogo e liberamente accessibili agli utenti: penso a Il racconto dell’ancella di Margareth Atwood, che possediamo in quattro esemplari nelle Biblioteche cantonali e in una dozzina nelle biblioteche scolastiche; oppure al classico Il colore viola, di Alice Walker, presente in numerose copie sia della versione in forma di libro, sia di quella cinematografica con la regia di Steven Spielberg. Il classico del Premio Nobel Toni Morrison L’occhio più azzurro manca nella sola Biblioteca cantonale di Mendrisio, non credo per una qualche forma di censura, ed è disponibile in quattro biblioteche scolastiche». Argomenti controversi nella realtà USA, dice ancora Vassere, «sono trattati nel nostro contesto con maggiore serenità. Penso alle tematiche LGBTQIA+, oggetto proprio in questi periodi di un’ampia esposizione al piano del libero accesso della Biblioteca cantonale di Lugano, con proposte bibliografiche e di materiale informativo. Anche le attività culturali nelle varie sedi non subiscono alcun tipo di censura: ci occupiamo regolarmente delle tematiche del genere, di razzismo, di culture altre».

Sporadici casi, dice ancora il direttore del SBT, « riguardano taluni acquisti cui i vari istituti decidono di non procedere in nome di una certa linea che governa le acquisizioni. Si tratta di libri ritenuti gratuitamente volgari o di operazioni editoriali discutibili o controverse. Se proposto dagli utenti, l’acquisto di questo materiale è comunque oggetto di valutazione puntuale. Qualche anno fa, nella sede di Lugano, alcuni genitori si erano lamentati perché nel settore di libero accesso si proponevano fumetti non adatti ai bambini. Anche se non particolarmente volgari, visto il genere potevano essere confusi con libri per l’infanzia e, quindi, diventare oggetto di interesse da parte di questa categoria di utenti. Alla fine, sono stati collocati altrove, per evitare appunto questa ambiguità. Particolare attenzione è riposta poi nella concessione di contenuti video dvd, film e così via. Il filtro è, di regola, gestito direttamente al banco prestiti. Infine, materiale particolare è oggetto di collocazioni a tutela degli utenti: per esempio, la recente nuova edizione italiana di La filosofia nel boudoir di Sade, curata da Patrizia Valduga, è finita in magazzino senza passare dal libero accesso, che è la via di regola seguita per le novità».