L'incendio causato da un corto circuito?
Da una parte i lavori di bonifica e la conta dei danni. Dall’altra le riflessioni politiche sul destino degli storici magazzini comunali di Bellinzona. Dopo l’incendio scoppiato giovedì scorso, che ha parzialmente danneggiato il tetto del complesso di via Pietro da Marliano, sono giorni febbrili in seno al Municipio cittadino. Le discussioni sul futuro della struttura sono tornate d’attualità. E non poteva essere altrimenti. Occorre dare una «casa» dignitosa ai Servizi urbani.
Risanamento e discussioni
Ci sarebbe già una soluzione sul tavolo, ma al momento nessuno desidera sbilanciarsi. In particolare sulle tempistiche. La scorsa primavera, rispondendo ad un’interpellanza di Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini (MPS), l’Esecutivo aveva spiegato che il trasferimento nell’ambito del progetto che verrà realizzato all’ex Birreria di Carasso (la moderna caserma dei pompieri accanto all’ecocentro) era stato abbandonato. Spiegando che si sarebbe proceduto con il «risanamento» della vetusta sede.
Le domande della politica
Ora, però, il rogo (le cui cause rimangono per ora ignote: un corto circuito, come risulta dalle informazioni in nostro possesso?) ha posto sotto i riflettori il problema non di poco conto della presenza di amianto nelle lastre ondulate del tetto. A questo proposito di nuovo l’MPS, attraverso gli attuali consiglieri comunali Martino Colombo e Matteo Pronzini, ha chiesto lumi al sindaco Mario Branda e colleghi. «Ne eravate al corrente?», la loro domanda.
Nessun pericolo
È stato inevitabile perciò far intervenire una ditta specializzata con l’obiettivo di rimettere in sicurezza il quartiere Vela. Considerando, oltretutto, che alcune schegge di materiale sono finite in un giardino confinante. Sia il Municipio sia i responsabili dell’azienda hanno subito tranquillizzato la popolazione: non vi sono pericoli per la salute. Le concentrazioni di fibra disperse nell’aria sono state simili a quelle presenti nell’aria dell’intera Bellinzona.