La testimonianza

“Lo sterminio dei nativi americani? La mia esistenza prova il contrario”

Il racconto di due giovani Lakota che la prossima settimana saranno in Ticino per raccontare la loro esperienza, invitati dagli insegnanti di storia per la Giornata della memoria
Nina Berglund
Paolo Gianinazzi
26.01.2019 06:00

LUGANO - Invasioni, malattie, guerre, distruzione dell’habitat e delle risorse alimentari, sterilizzazione forzata oppure l’utilizzo di armi biologiche nei loro confronti. Sono solo alcuni esempi di ciò che le popolazioni native d’America hanno vissuto negli ultimi secoli, dal sud al nord del Continente. Per commemorare la giornata della memoria, che si svolge ogni anno il 27 gennaio in ricordo della liberazione del campo di Auschwitz, quest’anno l’Associazione ticinese degli insegnanti di storia (ATIS) ha scelto proprio il tema dello sterminio dei nativi del Nord America. E per fare ciò l’ATIS ha invitato in Ticino due giovani Oglala Lakota provenienti da Minneapolis, Nina e Nolan Berglund, che incontreranno alcune classi di scuola media e liceo e parteciperanno a una serata pubblica per raccontare la loro esperienza di giovani nativi impegnati nella riscoperta delle tradizioni culturali del proprio. A poche ora dalla loro partenza per il vecchio Continente, li abbiamo brevemente intervistati.

La conferenza a cui parteciperete in Ticino si intitola “Perché il mondo ha dimenticato il genocidio dei nativi americani?” Avete una risposta a questa difficile domanda?
Mi sento come se stessi costantemente spiegando agli altri chi sono veramente e chi è il mio popolo. La nostra storia è qualcosa di cui non si parla veramente. Anche oggi, a scuola menzionano solo brevemente la storia dei nativi americani, e rimane un tema rilegato unicamente al passato.

Ci sono ancora oggi troppi stereotipi sulla vostra storia e il vostro presente?
La gente mi dice sempre: “Mi è stato insegnato che i nativi sono stati uccisi tutti”. Ma la mia sola esistenza prova il contrario, ovvero che il mio popolo è riuscito a sopravvivere al genocidio, all’assimilazione culturale, e alla cosiddetta “estinzione”. È quindi mio compito aiutare gli altri, in tutto il mondo, a capire quanto il mio popolo è stato forte in passato ed è tutt’oggi vivo e vegeto.

Le nostre tradizioni ci permetto di essere connessi con il passato, con i nostri antenati

Tu e tuo fratello state tutt’oggi cercando di recuperare le vostre radici?
Sì, io e mio fratello siamo figli di una bambina nativa che è cresciuta fuori dalla sua comunità. Quando nostra madre è nata, infatti, è stata adottata da una famiglia non indigena, e per questo motivo è cresciuta senza conoscere le tradizioni del nostro popolo. Fortunatamente io e mio fratello abbiamo potuto frequentare una scuola che celebra la cultura dei nativi americani e le sue tradizioni.

E cosa significa riscoprire tutto ciò?
Frequentando questa scuola abbiamo potuto imparare la cultura e la lingua Lakota, così come le danze tradizionali dei nostri antenati. Questi insegnamenti sono stati fondamentali per farci diventare ciò che siamo oggi. Queste tradizioni hanno un significato importante per la nostra comunità e ci permettono di essere connessi con il nostro passato, i nostri antenati.

LA SCHEDA

L’incontro con i giovani
Da lunedì 28 gennaio fino a venerdì 1 febbraio ogni giorno, per cinque giorni consecutivi, 700 studenti di due scuole medie e tre licei ticinesi (Liceo di Locarno, Liceo di Lugano 1, Liceo di Mendrisio, Scuola media di Camignolo, Scuola media di Morbio Inferiore) avranno l’opportunità di ascoltare una relazione tenuta da Naila Clerici e la testimonianza di Nina e Nolan Berglund.

Le serate pubbliche
Domenica 27 gennaio dalle 20.30 al cinema Lux Art House di Massagno si terrà una serata pubblica con entrata libera alla proiezione del film di Yves Simoneau “L'ultimo pellerossa" (USA 2007) e di due brevi documentari della regista Gwendolen Cates sulle lotte dei nativi americani.
Giovedì 31 gennaio, invece, dalle 18 nell’aula magna del Liceo Lugano 1 si terrà una conferenza pubblica con Naila Clerici, Nina e Nolan Berglung, intitolata “Perché il mondo ha dimenticato il genocidio degli Indiani d’America? Prospettiva storica e realtà attuale in Indian Country”. Potete trovare ulteriori dettagli al sito web www.atistoria.ch.

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