Locarno porta l'Oriente in Ticino, con tai chi e qi gong
Luci calde e soffuse, musica rilassante, un pavimento in legno che non scricchiola, posato e levigato a mano. Tutt'intorno nella stanza, dalle pareti bianche, statue e simboli che richiamano il mondo orientale: dragoni in bronzo, sfere Yin e Yang, un Buddha... e anche un piccolo gong in un angolo. Sembra di essere da qualche parte in Asia, in un dojo per praticare arti marziali costruito dalle sapienti mani di monaci. E invece no: siamo a Locarno, a due passi dalla Città Vecchia. Si tratta di un nuovo centro culturale, che sarà inaugurato solo a dicembre, verso Natale. Anche il nome dimostra un'affezione particolare dei promotori, Shanti Maffioli e Chiara Knecht, verso la città. «LOCLOC», riporta il cartello di fianco al portone d'ingresso, al centro di grandi finestroni. «Il locale in locazione a Locarno». Le cui attività, fra l'altro, in alcuni casi sono riconosciute dalla copertura della cassa malati.
«Fa bene al corpo, ma anche alla mente!», esclama Susy, una delle tante allieve che frequentano i corsi di qi gong (pronunciato "ci gong", ndr). Susy ha ottant'anni e «nessun problema a piedi o ginocchia», dice orgogliosa vestita di tutto punto, con un'elegante tuta color crema, del tutto simile a quelle indossate dai maestri di arti marziali nei film. Lei pratica le discipline tai chi (pronuncia "tai ci", ndr) e qi gong da parecchi anni. «Dovrebbe essere un'arte marziale... ma sa, mi accontento dei movimenti di base», sottolinea la signora, la quale precisa come questi abbiano contribuito a migliorare in maniera significativa il suo equilibrio e il suo benessere generale, grazie a una migliore gestione della respirazione. Ci sono altri allievi, con lei. Alcuni decisamente più giovani, come Ruben, 31 anni: «Stavo proprio cercando qualcosa che mi potesse aiutare a superare un momento difficile. E qui l'ho trovata».
Anche per la terza età
«È una passione che avevo dentro da anni», racconta Shanti Maffioli, terapista complementare in medicina cinese, oltre che grande conoscitore di molte tecniche di origini orientali, imparate anche attraverso i suoi numerosi viaggi in Asia. «Ho collaborato con Pro Senectute per proporre agli anziani una serie di esercizi di ginnastica su misura per la terza età. In passato operavo in varie sedi sparse un po' per tutto il Ticino e avevo sempre il sogno di mettere in piedi un centro mio», dice il 38.enne.
«E così, due anni fa, abbiamo ristrutturato questo posto - continua Chiara Knecht, compagna di Shanti e nella vita agopuntrice oltre che promotrice di questo "sogno" -. L'idea, sin dal principio, era di trasformarlo in una sede per attività orientali. Soprattutto di tai chi o qi gong, ma anche di altre arti marziali», aggiunge. «Abbiamo avuto l'opportunità di ritirare questo posto, che era davvero tanto trasandato», dicono.
Dalla biologia all'Asia
Shanti Maffioli aveva iniziato gli studi in Biologia chimica a Losanna. Ma il percorso è durato poco, soltanto un anno. «Era tutto incentrato sulla chimica, su cose piccole, molecolari. Io ero affascinato dalla macrobiologia. Mi interessavano le relazioni, l'ambiente, i biotopi. È questo interesse, questa passione, ad avermi guidato fino alla scoperta dell'Asia».
Dopo essersi (ri)formato come docente di Visiva, più o meno nel 2006, ha iniziato a passare le estati in Cina, a cercare culture, retaggi, realtà messe all'angolo da quel "pensiero unico" dominante nello Stato moderno di oggi. «Ho fatto delle esperienze che mi hanno cambiato la vita. Come quando avevo raggiunto il Monte Sanqing. Umido, freddo, altissimo. Io tutto imbacuccato, attraverso la nebbia quasi fosse la scena di un film e vedo emergere un gruppo di persone in abiti di seta che si muove in modo lentissimo ma elegantissimo, senza provare freddo. Ovviamente ero a conoscenza di questa cultura, ma mai l'avevo vista praticare in questo modo».
Yin, Yang e il "giro del cerchio"
Gli allievi di Shanti Maffioli sono entusiasti di scoprire i pensieri alla base delle discipline orientali. Ruben (citato sopra), che ha da poco aperto uno studio di agopuntura, spiega come «il piano fisico, mentale, spirituale» siano «considerati tutto un insieme. Questo dà molta dinamicità. Anche quando viviamo momenti molto difficili. Secondo le discipline, infatti, si tratta dell'attraversamento di uno dei "poli". Ma poi ci sarà il "risorgere" dell’altro», precisa. «Anche quando siamo nella fase "Yang" e siamo felici, non dobbiamo attaccarci a quello. Perché c'è sempre questo "giro del cerchio"».
L'ottantenne Susy è entusiasta: «Io mi rilasso già quando entro. Magari arrivo un po' stressata perché sono in ritardo. Ma poi, man mano che il programma di esercizi va avanti, mi sento sempre meglio. Alla fine esco con più energia di prima e con la voglia di fare qualcosa». Le fa eco Marianne, 71 anni: «Cercavo qualcosa che mi permettesse di fare movimento. Mi affascina l'idea di poter canalizzare l'energia. Gli esercizi che facciamo li trovo molto utili per la salute». La donna apprezza anche l'atmosfera che si respira durante i corsi: «Il docente è bravissimo e sa spiegare la cultura alla base di queste discipline. C'è anche la compagnia, un rapporto amichevole molto bello. Molti di noi allievi si conoscono già da diversi anni».
La pandemia
Ripercorrendo l'inizio dell'attività, Chiara Knecht precisa che «quando era tutto pronto, è cominciata la pandemia». Dopo mesi di lavori, sono scattate le restrizioni: niente attività di gruppo e il semi confinamento. «Non abbiamo potuto organizzare una giornata di porte aperte o l'inaugurazione. Partivano dei corsi, subito modificati a causa del numero massimo di partecipanti. E poi chiusi del tutto. Fino alla riapertura, ma con la mascherina». Una serie di "complicazioni" che molti imprenditori del settore hanno conosciuto. «Ma svolgere esercizi di questo genere con la mascherina non è ideale. Si lavora con il respiro. Ovviamente, ci siamo adeguati. Però è stato uno scoglio su cui quell'onda iniziale di entusiasmo si è infranta». Il 2021 ha seguito la stessa scia. «Quest'anno, invece, finalmente sembra funzionare tutto bene. Sono partiti altri nuovi corsi, anche di diversi ambiti. C'è più stabilità e i partecipanti stanno aumentando».
Un insegnamento per la vita
«I corsi aperti al pubblico sono pensati allo scopo di trasmettere qualcosa che le persone possano "portare a casa" e usarlo per la vita», spiega ancora Shanti Maffioli, illustrando la sua filosofia di condivisione -. Ed è quel che spero facciano, man mano che frequentano la classe. Si impara un metodo, delle tecniche, dei concetti che si possono condividere e che permettano a chi li vuole mettere in pratica di stare bene e sentirsi meglio». Il futuro del nuovo centro, insomma, sembra proprio avviato nel migliore dei modi. «Abbiamo in programma di invitare due maestri dalla Svizzera francese. Sarà un seminario rivolto a terapisti e dedicato all'approfondimento e alla scoperta di nuove tecniche particolari, sempre nell'ambito della medicina cinese, come il "Gua sha", che consiste nel frizionare la pelle con un materiale levigato. Ma le idee per il 2023 sono davvero tante».
Nuovi programmi per il 2023
«Vorremmo organizzare una giornata di porte aperte per l'inaugurazione ufficiale, nel periodo di Natale», conclude Shanti Maffioli. Che non vede l'ora di lasciarsi alle spalle tutte le complicazioni e le restrizioni attraversate durante la fase acuta della pandemia. «Le persone hanno voglia di riprendere i contatti nella vita reale. Potremo finalmente avviare corsi nuovi, con nuovi istruttori e tante idee per i programmi di formazione».
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