Guerra

L'ospedale costretto a seppellire i cadaveri in una fossa comune

Il direttore dell'al-Shifa ha detto che tra i primi 179 corpi sepolti all'interno della struttura ci sono anche 7 neonati prematuri non sopravvissuti allo spegnimento delle incubatrici – MSF: «Quello che sta accadendo è disumano»
© KEYSTONE (AP Photo/Yasser Qudih File)
Jenny Covelli
14.11.2023 21:30

Mohamed Abu Salmiya. È un nome che nelle ultime settimane abbiamo (purtroppo) imparato a conoscere. È il direttore dell'ospedale al-Shifa, il più grande di Gaza City. Il nosocomio si trova in una zona oggetto di ripetuti attacchi da parte dell'esercito di Israele, convinto che Hamas abbia un centro di comando sotto l'ospedale, collegato a una rete di tunnel. Un'informazione confermata oggi alla CNN da un funzionario americano a conoscenza delle informazioni di intelligence statunitense. L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è molto preoccupata per la sicurezza del personale sanitario, delle centinaia di pazienti malati e feriti e dei neonati che hanno bisogno di assistenza respiratoria, come pure degli sfollati che hanno cercato riparo all'interno dell'al-Shifa. Non ci sono più elettricità, acqua e la connessione Internet è pessima. La capacità di fornire cure essenziali è gravemente compromessa. «Purtroppo l'ospedale non funziona più come ospedale», ha dichiarato il segretario generale Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Abu Salmiya oggi è tornato a lanciare l'(ennesimo) allarme: «179 corpi» sono stati sepolti in una «fossa comune». La fossa, scavata all'interno della struttura, ospita anche i 7 neonati prematuri morti dopo lo spegnimento delle incubatrici per mancanza di energia. «Siamo stati obbligati a farlo. C'erano corpi che bloccavano i corridoi del complesso ospedaliero e le celle frigorifere degli obitori non hanno più corrente», sono fuori servizio, perché ormai l'ospedale è privo di carburante. Un giornalista che collabora con l’AFP ha descritto «un odore soffocante di corpi in decomposizione» all’interno dell’ospedale.

I bimbi nati prematuri ora vengono avvolti in fogli di alluminio e posizionati vicino all'acqua calda. © Dr. Marawan Abu Saada
I bimbi nati prematuri ora vengono avvolti in fogli di alluminio e posizionati vicino all'acqua calda. © Dr. Marawan Abu Saada

Abed Ghazal, attivista palestinese del People’s Health Movement, ha parlato di operatori sanitari costretti a fornire assistenza senza avere praticamente accesso alle forniture mediche. I pazienti sono ammassati nei corridoi e sul pavimento. «I feriti vengono da noi e non possiamo dare loro altro che il primo soccorso – ha confermato il direttore dell'al-Shifa –. Chi ha bisogno di un intervento chirurgico muore e noi non possiamo fare nulla». Chi lavora nell'ospedale ha promesso di aiutare senza sosta chiunque sia bisognoso di aiuto, ma «molti medici e infermieri sono chiusi da settimane nella struttura, non ricevono notizie dai familiari che si trovano fuori, sono delusi dalla risposta internazionale e la tensione sale».

Mohamed Abu Salmiya denuncia pure come «ogni persona che si muove all'interno del complesso viene presa di mira», un membro del personale medico sarebbe stato colpito e ucciso da un cecchino mentre cercava di raggiungere i bambini nell'incubatrice. Altri tre infermieri sarebbero rimasti uccisi.

Sabato, il ministero della Sanità palestinese aveva appunto annunciato la necessità di scavare la fossa comune: «Non possiamo muoverci all'interno e all'esterno del perimetro dell'ospedale al-Shifa. Siamo circondati, non possiamo seppellire i morti». L'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), nell'aggiornamento di ieri, scriveva: «Le vite a Gaza sono appese a un filo», ricordando che gli ospedali e il personale medico sono protetti dal diritto internazionale umanitario. «Qualsiasi operazione militare attorno o all'interno delle strutture sanitarie deve prevedere misure per proteggere pazienti, personale medico e civili».

Medici senza Frontiere fa sapere che questa mattina tre strutture situate vicino all'ospedale al-Shifa, che ospitano il personale e le loro famiglie, sono state raggiunge da proiettili. «Oltre 100 persone, compresi 65 bambini, sono rimaste senza cibo». Migliaia di civili, personale medico e pazienti sono attualmente intrappolati nell'ospedale messo sotto assedio dall’esercito israeliano, «devono essere protetti e bisogna garantire loro una via di fuga sicura. Serve un cessate il fuoco totale e immediato. Quello che sta accadendo è disumano».

Le forze di Difesa israeliane (IDF) hanno fatto sapere oggi di avere iniziato a trasferire incubatrici dagli ospedali israeliani all'al-Shifa di Gaza. Eylon Levy, uno dei portavoce del governo israeliano per la stampa estera, ha dichiarato che lavoreranno con «qualsiasi parte mediatrice affidabile» per garantire che le incubatrici vengano consegnate in modo sicuro.

In questo articolo:
Correlati