"Mai chiedersi se esiste un Islam moderato"

Forse ricorderemo quest'estate come la triste stagione del Mediterraneo. Tutto è iniziato con un killer jihadista sul lungomare di Nizza ed è continuato con le spiagge degli scandali al contrario: più le donne si vestono, meno hanno il diritto di mostrarsi. Senza contare gli sbarchi di massa dei profughi in Europa. Tre dossier che dettano le cronache di un tempo cattivo. E che per una ragione o per l'altra ripropongono un quesito sempreverde, spuntato puntualmente anche in occasione del 15. anniversario degli attentati alle Torri gemelle: esiste un Islam moderato? I killer dell'ISIS, i fautori del corpo femminile occultato, i migranti musulmani che non si integreranno mai con l'Occidente non sono la dimostrazione vivente che la fede in Allah per sua natura non è e non può essere tollerante? La domanda è rimbalzata molte volte anche negli ultimi mesi e le risposte di solito non conoscono vie di mezzo o sfumature: no, l'Islam moderato non esiste; oppure sì, c'è e non va confuso con le sue derive. È raro sentire qualcuno che non proponga una di queste due opposte interpretazioni. Noi l'abbiamo trovato. È il professor Paolo Branca, noto islamologo dell'Università cattolica di Milano. Ecco la sua singolare posizione.
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Professore, molti opinionisti insistono col dire che l'Islam moderato non esiste: è vero?«Il problema è cosa si intende per moderato».
Partiamo da lì, allora.«Io non credo che in una religione ci sia un modo di credere moderato. Non è che io credo in Dio, ma non troppo e allora sono più gentile con gli altri. O che sono cristiano e che credo solo fino a un certo punto che Gesù sia figlio di Dio e allora sono un moderato. Nella questione del dogma e degli articoli di fede non vedo una possibile moderazione. La questione è un'altra».
Quale?«La questione è come uno vive le relazioni con se stesso e con gli altri che conseguono ai dogmi e ai precetti nei quali crede».
Facciamo degli esempi.«Sì: negli Stati Uniti ci sono dei cristiani di sette evangeliche fondamentaliste che sono riusciti addirittura a far proibire l'insegnamento di Darwin nelle scuole pubbliche degli Stati dove abitano numerosi. Perché secondo loro l'evoluzionismo di Darwin non corrisponde all'idea biblica di creazione e quindi non va insegnato. Questo è un modo di non essere moderati».
Cosa vuole dire?«Voglio dire che uno può credere certamente al creazionismo, cioè al fatto che Dio abbia creato dal nulla l'universo e poi l'uomo come è scritto nella Bibbia. Però, per cominciare, anche all'interno delle religioni c'è una storia delle interpretazioni che permette di vedere molte immagini bibliche come metafore e non come fatti da prendere alla lettera. Ma la cosa ancora più grave è pretendere di imporre la tua idea e le prassi che ne derivano a tutti quelli che non condividono la tua visione del mondo. In questo consiste l'assenza di moderazione, non col fatto che uno crede o non crede. È il rapporto con gli altri che ti rende moderato o non moderato. È il fenomeno dei fondamentalismi che appare in tutte le tradizioni religiose. Pensiamo, ad esempio, agli ebrei ortodossi che ti tirano dietro i sassi se il sabato circoli in automobile nei loro quartieri. Nella lunga tradizione storica tutte le grandi religioni hanno dato prova e di moderazione e di fondamentalismo».
Manteniamo, allora, la sua definizione: moderati sono coloro che non impongono agli altri usi e costumi che non condividono. E torniamo all'Islam: quali sono i Paesi musulmani moderati nel senso da lei evocato? Il Marocco, per esempio, dove di recente il re ha fatto un appello per un Islam capace di tolleranza?«Effettivamente in Marocco c'è una folta comunità ebraica, forse l'unica rimasta nel mondo arabo, e addirittura uno dei suoi esponenti è un consigliere particolare del re. Quindi, in Marocco, praticare la religione ebraica o quella cristiana non è un problema. Ma, per esempio in Arabia Saudita, non solo alla Mecca o a Medina, non può essere costruita né una chiesa né una sinagoga, così come nessun altro luogo di culto che non sia una moschea. Infatti ci sono problemi per quei cristiani che si portano la Bibbia, il rosario o il crocifisso. Va da sé, invece, che chiudono un occhio con gli occidentali che vanno lì per business, compreso sul loro consumo di alcol. La geometria è piuttosto variabile, anche per i musulmani stessi».