Il ricordo

11 settembre 2001, il giorno che sconvolse il mondo

Ventitré anni fa quattro attentati suicidi coordinati provocarono la morte di quasi 3 mila persone – Dal ricordo delle vittime alla dichiarazione di colpevolezza di Khalid Sheikh Mohammed, l'ideatore di quegli attacchi
© Alexandre Fuchs
Matteo Generali
11.09.2024 18:30

Sono passati ventitré anni dall'11 settembre. Da quell'11 settembre, quando una serie di attentati sconvolse e cambiò il mondo occidentale. A colpire, soprattutto, fu il crollo del World Trade Center. Provocato dallo schianto di due aerei di linea. All'improvviso, una normalissima mattina – a New York ma non solo – si trasformò in un incubo. Un incubo di cui, ancora oggi, paghiamo lo scotto in termini di sicurezza e stabilità.

A proposito di Torri Gemelle, è notizia di poco più di un mese fa che Khalid Sheikh Mohammed, ritenuto l’ideatore degli attentati dell’11 settembre insieme a Walid bin Attash e Mustafa al Hawsawi, ha ammesso la propria colpevolezza. I tre, accusati di terrorismo e strage, sono detenuti nella prigione militare di Guantánamo, a Cuba, un carcere di massima sicurezza creato dagli Stati Uniti. Incriminati per la prima volta nel 2008, insieme ad altri due uomini, le accuse nei loro confronti furono ritirate nel 2010, quando il presidente Barack Obama tentò senza successo di trasferire il processo a New York. Questo spostamento fu bloccato sia per ragioni di sicurezza sia a causa della forte opposizione delle famiglie delle vittime e della popolazione.

Nel 2011, per contro, la procura militare li incriminò nuovamente, e il processo iniziò nel 2012. Ora, una commissione di funzionari militari deciderà la loro condanna, che non includerà la pena di morte. I tre hanno accettato di partecipare al processo, in cui risponderanno alle domande delle famiglie delle vittime, fornendo dettagli sul loro coinvolgimento e sulle motivazioni degli attacchi. Il nuovo processo è previsto per l’estate del 2025. Fino a oggi, l’unica persona condannata per gli attentati dell’11 settembre è Zacarias Moussaoui, che sta scontando sei ergastoli in un penitenziario di massima sicurezza in Colorado, considerato il più sicuro degli Stati Uniti. Sebbene non abbia partecipato direttamente agli attentati, Moussaoui era parte di una cellula di Al Qaida negli Stati Uniti ed è stato condannato per non aver impedito la strage e per aver mentito all’FBI nelle settimane precedenti.

Intanto, questa mattina a Ground Zero, dove sorge il memoriale degli attentati, si è tenuta l'oramai tradizionale cerimonia per commemorare le vittime. I quattro attacchi suicidi coordinati, con altrettanti aeroplani di linea, provocarono la morte di 2.977 civili e dei 19 attentatori. Presenti, stamane, il presidente Joe Biden e, nonostante l’agguerrita campagna elettorale, i due candidati alla Casa Bianca: la vicepresidente Kamala Harris e il candidato repubblicano Donald Trump. Gli sfidanti per il ruolo di presidente si sono stretti la mano dopo essersi confrontati nel dibattito della scorsa notte. La candidata dei democratici ha ricordato come gli attacchi abbiano rafforzato l’unità e l’impegno degli americani, mentre il tycoon ha definito l’11 settembre una «giornata triste e orribile» in un’intervista a Fox News.

Il ricordo delle vittime, anche in periodo di elezioni, non è stato (per fortuna) teatro di proclami politici. Gli organizzatori della cerimonia, infatti, cercano da sempre di mantenere il focus sulle vittime, lasciando ai familiari il compito di leggere i nomi dei caduti.