Medio Oriente

Attacco alla troupe del Tg3 in Libano: che cosa è successo

Nell'aggressione, l'autista, collaboratore locale della Rai da tempo, è morto di infarto – Il racconto della giornalista Goracci: «Hanno spintonato la nostra auto, un uomo ha provato a tirarci una grossa pietra»
©Bilal Hussein
Red. Online
08.10.2024 14:09

Una troupe del Tg3 – notiziario della Rai italiana – è stata aggredita in Libano, vicino a Sidone. Nell'attacco, è morto l'autista Ahmad. Un collaboratore locale del telegiornale che, secondo le informazioni diffuse dai media italiani, è deceduto a causa di un infarto. 

I dettagli dell'aggressione sono ancora da chiarire. Stando alle prime informazioni raccontate dallo stesso Tg3, grazie alla testimonianza della giornalista Lucia Goracci – presenti al momento dei fatti – la troupe stava effettuando delle riprese per «documentare la situazione al confine tra Libano e Israele», quando è stata aggredita da un uomo, che ha tentato di strappare la telecamera a uno dei giornalisti. «Erano le 9 di mattina. Stavamo facendo delle riprese a Jiyeh, dove la nostra stringer aveva segnalato agli Hezbollah locali la nostra presenza. Stavamo lavorando senza problemi, la gente ci parlava». Poi, all'improvviso, l'aggressione. «È spuntato un uomo, ed è andato verso Marco Nicois (operatore della troupe, ndr), tentando di strappargli la telecamera». 

A quel punto, secondo il racconto di Lucia Goracci, la troupe ha cercato di allontanarsi, salendo a bordo di un'auto che un gruppo di altre persone «ha preso a spintonare». «Siamo tornati in auto pronti ad allontanarci in fretta, ma sono arrivati altri uomini che hanno preso a spintonare noi e l'auto». Non solo. «L'uomo di prima ha provato a tirarci una grossa pietra. C'era chi lo tratteneva e chi lo aizzava. Siamo andati via veloci, in auto, sembrava che ci stessero inseguendo».

La tregua, però, è durata poco. «Quando Ahmad si è fermato a un distributore ormai fuori da Ghazieh, l'uomo ci è venuto addosso, ha strappato le chiavi ad Ahmad, ha tentato di rompere la telecamera di Marco entrando dai finestrini aperti, mentre nessuno ci veniva in aiuto». Poi, però, è successo il peggio. «Quando Ahmad ha cercato di tranquillizzarlo uscendo dall'auto è allora che si è accasciato a terra». Stava avendo un infarto. «Abbiamo subito chiamato i soccorsi, è arrivata l'ambulanza, l'abbiamo seguita. Purtroppo quando l'abbiamo raggiunta ci hanno detto che era morto dopo lunghi tentativi di rianimarlo».

Per Ahmad, dunque, non c'è stato nulla da fare. Restano ancora da chiarire i contorni di quanto successo. Secondo le prime informazioni, gli aggressori avrebbero inseguito l'auto degli inviati in sella a una moto. La troupe, tuttavia, aveva tutti i permessi, in regola dalle autorità locali, per effettuare riprese nell'area. 

In questo articolo:
Correlati