Bill Clinton a Berna: «La Svizzera continui a fare la Svizzera»
Bill Clinton è il grande protagonista del Prix Suisse 2023, che si sta svolgendo in queste ore al Kursaal di Berna. Nella capitale, «una città che adoro e dove anche oggi ho voluto camminare per alcune ore», l'ex presidente degli Stati Uniti – due mandati dal 1993 al 2001 – ha tenuto un discorso sulle sfide globali, in particolare sulla guerra israelo-palestinese.
«Sono gli stessi problemi che ho vissuto anche io quando, da presidente americano, ho accompagnato i processi di pace tra Palestina e Israele, come al vertice di Camp David nel 2000 – ha spiegato Clinton –. Avevo proposto ai leader palestinesi parte dei territori israeliani, con la costruzione di aeroporti e autostrade. Ma non arrivammo a un accordo definitivo e oggi, purtroppo, non è cambiato nulla. I palestinesi sono fomentati dai capi di Hamas che vivono nel lusso di Doha: sono loro che hanno bisogno di persone infelici, di fare in modo che gli innocenti muoiano e soffrano. Perché è da queste minoranze senza voce e senza partecipazione che si fonda il loro successo».
Una situazione a cui è difficile trovare una soluzione: «Ho visto in prima persona come sia difficile negoziare. Se non con due Stati, bisogna trovare un modo per far convivere gli oltre 7,3 milioni di ebrei con i palestinesi e il mondo arabo intorno a loro», ha ribadito l'ex presidente americano. Il quale, incalzato dal giornalista della SRF Urs Gredig sulle eventuali responsabilità della NATO nello scoppio della guerra in Ucraina – NATO che proprio durante la presidenza Clinton ha vissuto una forte espansione – ha prontamente ribattuto: «La realtà è che la Russia è un'autocrazia che, anziché investire nello sviluppo tecnologico, ha puntato su politiche espansionistiche invadendo Kiev e compiendo atti criminali».
«Ma noi, oggi, viviamo gli orrori non soltanto delle guerre di cui leggiamo quotidianamente sui giornali – è stato il monito di Clinton –. Basti pensare a quanto succede in Africa e in altre zone che, essendo più lontane dal mondo occidentale, vengono ignorate dalla maggioranza delle persone. Non dobbiamo mai dimenticare che il nostro mondo è interconnesso e che bisogna rimanere uniti per risolvere i problemi. Anche quando parliamo dei cambiamenti climatici e della ridistribuzione della ricchezza».
Per questo, ha chiosato Clinton, sarà importante anche il ruolo del prossimo presidente americano: «Io credo che Biden batterà ancora Trump. Ottenere un secondo mandato è importante per portare avanti i lavori sui temi importanti del Paese e del mondo come le infrastrutture, l'istruzione e la politica estera. Anche se molti vorrebbero restare presidenti a vita, dalla mia esperienza credo che dopo due mandati sia giusto lasciare. Certo, mi piacerebbe vedere un presidente americano giovane, sotto i quarant'anni: ma mi rendo conto che certe cose non succedono spesso nel mondo reale».
Le ultime dichiarazioni per contro erano incentrate sulla Svizzera: «Durante il mio mandato ha fatto un gran lavoro diplomatico in Kosovo e anche per la risoluzione dei crimini nazisti, con l'istituzione di una commissione investigativa. Il mio augurio è che la Svizzera continui a fare la Svizzera».