Stati Uniti

Boeing ha falsificato i registri per il 787 Dreamliner?

Il costruttore ha ammesso che alcune ispezioni non sono state eseguite correttamente e che diverse persone «hanno registrato il lavoro come fatto» – La FAA, avvisata proprio da Boeing, nel frattempo ha aperto un'indagine
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Red. Online
06.05.2024 23:45

La Federal Aviation Adminsitration, l'Agenzia che regola e sovrintende ogni aspetto riguardante l'aviazione civile negli Stati Uniti, ha aperto una nuova indagine su Boeing. Il motivo? Il costruttore americano ha ammesso che alcuni suoi dipendenti potrebbero aver saltato delle ispezioni ai 787 Dreamliner e, ancora, falsificato i registri. A questo giro, insomma, il 737 MAX non c'entra. Tuttavia, all'orizzonte sembrerebbe stagliarsi un'altra, grave crisi legata alla produzione e ai controlli di qualità. Possibile? Evidentemente sì. 

Lo scorso aprile, il costruttore ha notificato alla stessa FAA che le necessarie (e richieste) ispezioni nel punto in cui le ali si uniscono alla fusoliera potrebbero non essere state completate per alcuni aerei. Ora, l'Agenzia sta indagando per capire, citiamo, «se Boeing ha completato le ispezioni e se i dipendenti dell'azienda possono aver falsificato i registri». Il costruttore, come noto, è sotto attento esame dopo che, lo scorso gennaio, sul volo AS 1282 di Alaska Airlines si era verificata un'improvvisa esplosione di una porta di emergenza bloccata permanentemente. Costringendo l'equipaggio a gestire una decompressione incontrollata del Boeing 737 MAX 9.

Non è chiaro, mentre scriviamo queste righe, se i 787 attualmente in servizio con varie compagnie in tutto il mondo debbano essere messi a terra per essere ispezionati. La FAA, al riguardo, ha semplicemente detto che Boeing sta ispezionando tutti i Dreamliner in produzione e dovrà formulare una proposta, o meglio un piano, per ispezionare quelli in servizio. Secondo una fonte consultata dal Wall Street Journal, potrebbero essere centinaia gli esemplari del 787 coinvolti. A tal proposito, il responsabile del programma 787, Scott Stocker, in una comunicazione interna datata 29 aprile ha dichiarato che non erano stati riscontrati problemi immediati per i Dreamliner attualmente in volo. «Fortunatamente, il nostro team di ingegneri ha concluso che questa cattiva condotta non ha creato un problema immediato di sicurezza». Boeing, parola di Stocker, ha immediatamente notificato la questione alla FAA non appena è stato segnalato. «Abbiamo esaminato rapidamente la questione e abbiamo appreso che diverse persone avevano violato le politiche aziendali non eseguendo un test richiesto, ma registrando il lavoro come se fosse stato completato» ha aggiunto Stocker. «Come tutti sapete, abbiamo tolleranza zero per chi non segue i processi progettati per garantire qualità e sicurezza». Stocker ha pure dichiarato che Boeing ha intrapreso «una rapida e seria azione correttiva con diversi dipendenti». 

Boeing, recentemente, ha rallentato la produzione del 787. In parte a causa di problemi con i fornitori. Come il 737, anche questo modello è stato associato a potenziali problemi di sicurezza. L'incidente occorso al 737 MAX di Alaska Airlines, per contro, ha spinto alcuni informatori a farsi avanti e a denunciare la scarsa cultura della sicurezza in seno a Boeing. Due «gole profonde», nello spazio di poche settimane, sono morte. Una, John Barnett, apparentemente per suicidio. L'altra, Joshua Dean, dopo aver lottato contro un'improvvisa infezione. Su Boeing, detto della FAA, sta indagando anche il Senato mentre gli investigatori del National Transportation Safety Board e del Dipartimento di Giustizia stanno indagando sull'esplosione avvenuta poco dopo il decollo a bordo del volo AS 1282 di Alaska Airlines.

L'azienda, dal canto suo, ha difeso i propri processi e respinto alcune affermazioni fatte dagli informatori, sostenendo che mancassero di accuratezza. Non solo, venendo all'aereo su cui ora la FAA ha aperto un'indagine, il 787, giova ricordare che Boeing ha sempre difeso il proprio modello e respinto ogni accusa legata alla scarsa sicurezza.