Sotto la lente

Caso Alaska Airlines, tra nuove testimonianze e problemi legati alla pandemia

Al via un'udienza di due giorni per far luce sull'incidente avvenuto a gennaio su un Boeing 737 MAX 9, quando un portellone si staccò in volo, poco dopo il decollo
© AP
Red. Online
07.08.2024 10:45

La notizia, a inizio gennaio, aveva fatto il giro del mondo. «Un portellone si è staccato in volo su un Boeing 737 MAX 9 di Alaska Airlines», recitavano i media. Un incidente che, difficilmente, poteva passare inosservato. Ad accompagnare la notizia, poi, erano arrivate anche le fotografie. Immagini che mostravano un grosso buco nell'aereo. L'esplosione si era portata via un portellone (ritrovato qualche giorno dopo nel cortile di una casa) e, ancora una volta, aveva messo in gioco la reputazione di Boeing. Esponendo il colosso dell'aviazione a nuovi rischi legali. 

Insomma, dimenticare che cosa accadde quel 5 gennaio è difficile. Quasi impossibile. Ma, giorno dopo giorno, mese dopo mese, si cerca di far luce su che cosa accadde. Ieri, infatti, gli investigatori federali hanno iniziato a interrogare i funzionari di Boeing e, in particolare, il suo principale fornitore, per capire, una volta per tutte, come si sia verificato l'incidente. Un'udienza di due giorni, che promette di arricchire le indagini di ulteriori dettagli. 

A tal proposito, dunque, sono stati resi noti i commenti dei piloti e degli operai di Boeing. In totale, il National Trasportation Safety Board (NTSB) ha rilasciato più di 3.000 pagine di documenti, contenenti informazioni sull'incidente. Tra questi, c'è anche il commento del copilota del volo Alaska Airlines. Che ha parlato di «caos» e ha rivelato che le sue cuffie sono state «strappate» dalla forza dell'esplosione. Il comandante, invece, ha descritto «un'esperienza esplosiva», affermando di essersi ritrovato, improvvisamente, a non riuscire a comunicare con gli assistenti di volo. Assistenti che, all'interfono, stavano parlando di «un buco nell'aereo». Motivo per cui, captate queste parole, il velivolo venne fatto atterrare il più rapidamente possibile. 

«È stato un incidente traumatico per l'equipaggio e i passeggeri», ha dichiarato la presidente dell'NTSB Jennifer Homendy all'inizio del primo giorno di udienza. «Siamo molto dispiaciuti per tutto ciò che avete vissuto durante questo evento molto traumatico», ha aggiunto rivolgendosi ai passeggeri a bordo e ai loro familiari. 

Secondo un rapporto preliminare, all'origine dell'incidente potrebbero esserci quattro bulloni che fissavano il pannello non adeguatamente sostituiti in fase di riparazione. Ciononostante, il Consiglio di sicurezza non determinerà la causa più probabile, con precisione, al termine dell'udienza. Per chiarire, una volta per tutte, che cosa accadde realmente quel 5 gennaio, potrebbe volerci ancora un anno. Forse di più.

Nel frattempo, però, tra i primi testimoni comparsi martedì ha fatto capolino anche Elizabeth Lund. Da febbraio vicepresidente senior della qualità di Boeing. Nel corso dell'udienza, Lund ha dichiarato che la produzione di jet Max è scesa sotto i 10 al mese dopo l'esplosione avvenuta sul volo di Alaska Airlines, salvo poi aumentare nuovamente, ma rimanendo sempre sotto i 30 velivoli. 

L'attenzione, poi, si è spostata sull'impatto della pandemia. In particolare, sul legame tra Covid, produzione ed esperienza dei lavoratori. Secondo il vicepresidente di Spirit – azienda che produce le fusoliere per i velivoli MAX – solo cinque anni fa il 95% dei dipendenti della fabbrica aveva lavorato con la lamiera. Una percentuale che ora raggiunge solo il 5%. I dipendenti, ora, devono sottoporsi a ulteriori formazioni per praticare fori e installare elementi di fissaggio nelle carrozzerie degli aerei. 

Non solo. Prima della pandemia, ha spiegato ancora Lund, la maggior parte delle persone che venivano assunte nelle fabbriche Boeing «aveva esperienza nel settore aerospaziale, spesso nell'esercito». Poi, però, le cose sono cambiate. «Dopo il Covid abbiamo scoperto che un numero considerevolmente maggiore di dipendenti non aveva esperienza nel settore aerospaziale». Una situazione su cui si è intervenuti, però, solo a gennaio 2024, dopo l'incidente sul Boeing di Alaska Airlines. Ragione per cui, oggi, qualcuno si dice scettico- «Non siamo mai stati impressionati dalla formazione di Boeing», ha dichiarato Lloyd Catlin, rappresentante dell'Associazione internazionale dei macchinisti e dei lavoratori aerospaziali. «Ci sono stati dei cambiamenti, ma non so se sono sufficienti». 

Non è finita qui. Durante l'udienza, Lund ha fatto sapere che Boeing sta lavorando per evitare che «i connettori dei portelloni si chiudano se non sono fissati saldamente». Una misura che scongiurerebbe il ripetersi di eventi analoghi a quelli avvenuti a gennaio. Ma i tempi per portare a termine questo progetto potrebbero essere lunghi, lunghissimi. 

Correlati