Che cosa c'entra il Fentanyl con i dazi di Donald Trump?

Oggi, c’è stata una prima, significativa frenata alla guerra commerciale avviata da Donald Trump: l’entrata in vigore delle misure nei confronti del Messico, infatti, è stata ritardata di un mese dopo uno scambio di vedute (definito costruttivo dalle parti) fra il presidente degli Stati Uniti e l’omologa messicana Claudia Sheinbaum. Concretamente, il Messico si impegnerà a schierare – nell’immediato – 10 mila soldati alla frontiera. Soldati chiamati, Trump dixit, a fermare il flusso di migranti e di Fentanyl verso gli Stati Uniti. Non è la prima volta che la cosiddetta «droga degli zombie» finisce al centro delle attenzioni del tycoon. Perché, però, se ne parla nel quadro di tensioni commerciali? Proviamo a fare chiarezza.
Che cosa si intende per «crisi del Fentanyl»?
Nato come farmaco per il trattamento del dolore cronico, il Fentanyl oggi è (anche) una pericolosissima droga. Prodotta illegalmente e venduta da narcotrafficanti e gang criminali. Secondo la Drug Enforcement Administration (DEA), l’Agenzia federale antidroga statunitense, il Fentanyl è «100 volte più potente della morfina e 50 volte più potente dell’eroina». Di conseguenza, per ottenere gli stessi effetti di sballo dell’eroina è sufficiente un quantitativo molto inferiore. Nel 2022, secondo i dati a disposizione, oltre 70 mila americani sono morti per overdose da Fentanyl.
Trump, parlando di Fentanyl, ha fatto riferimento anche della Cina: perché?
Gli Stati Uniti affermano che le sostanze chimiche per la versione illegale del Fentanyl provengono dalla Cina. Secondo la Casa Bianca, le autorità cinesi non hanno intrapreso le necessarie azioni per frenare questa piaga. Pechino, dal canto suo, ha più volte spiegato di non essere a conoscenza di un traffico illegale di Fentanyl.
E il Messico, invece, che cosa c’entra?
I cartelli della droga messicani, agli occhi delle autorità statunitensi, sono responsabili dell’arrivo nel Paese di grandi quantità di Fentanyl. Non finisce qui: la Casa Bianca ritiene che gli stessi cartelli siano, a un livello «intollerabile», alleati con il governo messicano. Un’accusa, questa, che la presidente del Messico ha respinto con forza.
Ultima domanda: Trump ha nel mirino anche il Canada. Significa che il Fentanyl arriva pure da lì?
Sì, gli Stati Uniti sostengono che i cartelli messicani abbiano dei laboratori di Fentanyl in Canada. Il primo ministro canadese, l’uscente Justin Trudeau, ha tuttavia chiarito che meno dell’1% del Fentanyl in entrata negli Stati Uniti proviene dal Canada.