Stati Uniti

Che cos'è il movimento 50501?

La popolazione statunitense torna a scendere in piazza contro le politiche di Donald Trump: oggi un'altra serie di manifestazioni in tutti gli Stati, sull'onda della manifestazione «Hands Off» del 5 aprile
©SHAWN THEW
Red. Online
19.04.2025 09:09

Gli Stati Uniti tornano a scendere in piazza contro Trump. Oggi, 19 aprile, il Paese assisterà a una mobilitazione nazionale che coinvolgerà tutti e 50 gli stati, oltre al Distretto di Columbia. Una «giornata d’azione» contro le politiche della Casa Bianca – con manifestazioni che spazieranno da eventi di solidarietà e mutuo aiuto a proteste pubbliche in piazze e centri cittadini – che rappresenta un’estensione dell’onda di partecipazione civica iniziata con la manifestazione «Hands Off» del 5 aprile, la quale ha raccolto milioni di partecipanti nella più grande protesta in un singolo giorno del secondo mandato di Trump.

Organizzate in modo decentralizzato, le manifestazioni si raggruppano sotto un unico nome. Quello del movimento 50501: «50 proteste, 50 Stati, 1 movimento». Cerchiamo di capire come funziona.

Una protesta trasversale

Contattato dal Washington Post, Hunter Dunn, portavoce di 50501, ha definito il gruppo come un «movimento di base, non violento, pro-democrazia e anti-abusi del potere esecutivo». Ma non chiamatela protesta dei dem: Dunn ha sottolineato che la mobilitazione non è legata a un partito politico in particolare. Tra i manifestanti si trovano infatti, sì, democratici, ma anche numerosi indipendenti e anche repubblicani: «Perché tutti credono in un governo giusto che metta le persone prima dei profitti».

E, come il pubblico, pure le tematiche sono variegate: le manifestazioni si concentreranno su temi diversi quali cambiamento climatico, diritti LGBTQ+, antifascismo, e tagli ai finanziamenti federali.

I luoghi della protesta

Le manifestazioni odierne si svolgeranno in centri nevralgici di ogni Stato. A Chicago (Illinois), spiega il quotidiano americano, l’appuntamento è fissato per mezzogiorno (le 19 ora svizzera) in Daley Plaza, un punto di ritrovo, storicamente, per proteste di ogni tipo. A Houston (Texas), invece, il raduno è previsto per le 15 (le 22 ora svizzera) presso il municipio cittadino. In altre città, i manifestanti si incontreranno in biblioteche pubbliche, centri commerciali e capitali statali.

Nella capitale Washington D.C., spiega il Washington Post, cortei sono previsti direttamente davanti alla residenza del vicepresidente JD Vance, vicino al Washington Monument e nei pressi di Lafayette Square. Particolare attenzione sarà dedicata alla marcia delle 13 (le 19 in Svizzera) lungo la 15th St. NW, organizzata per chiedere il ritorno di Kilmar Abrego García, un uomo deportato per errore in El Salvador (ne avevamo parlato qui). Altre manifestazioni a D.C. si focalizzeranno sul rifiuto dell’«agenda dei miliardari» e sul sostegno a diritti civili e sociali, come l’accesso alla sanità e la protezione dei migranti.

Non solo proteste

Come già sottolineato, tuttavia, non tutti gli eventi in programma il 19 aprile saranno di protesta. In varie località, sottolineano i media americani, i partecipanti prenderanno parte a eventi comunitari: raccolte di cibo, distribuzione di prodotti per l’infanzia e igiene personale, momenti di formazione e pasti condivisi. Sempre a Washington, ad esempio, il team organizzatore ha annunciato un’iniziativa di mutuo aiuto per aiutare i lavoratori colpiti dai tagli al personale federale.

«L’obiettivo di una Giornata d’Azione non è solo la protesta, ma anche l’impatto sulla comunità», ha spiegato Dunn. «Stiamo cercando modi per rafforzare i legami tra le persone, aiutare i vicini, costruire solidarietà in un momento storico difficile».

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