Guerra in Ucraina

Cosa sta succedendo all'interno dell'acciaieria Azovstal

I soldati ucraini hanno diffuso due video che mostrano bambini e donne rifugiati nei sotterranei – Ieri i corridoi umanitari da Mariupol in direzione Zaporizhzhia sono falliti ancora una volta – Oggi i russi promettono un «cessate il fuoco»
© AZOV media
Jenny Covelli
25.04.2022 08:10

«Oggi, a Pasqua, gli invasori russi continuano a bombardare e tentare di assaltare l'impianto Azovstal nella città assediata di Mariupol, lanciando attacchi aerei sulle teste dei bambini». È l'ultima accusa lanciata ieri in un videomessaggio dal capitano Sviatoslav Palamar, vicecomandante del reggimento Azov, che resta asserragliato nell'impianto siderurgico con circa duemila combattenti, insieme ai marines dell'esercito ucraino. Che ha aggiunto: I russi continuano «a lanciare attacchi aerei, sparano con cannoni, carri armati e cannoni navali». Nell'acciaieria ci sarebbero centinaia di civili bloccati, tra cui molte donne e bambini. Nella giornata di sabato Palamar aveva parlato di «persone ferite e morte all'interno dei bunker e alcuni civili intrappolati sotto gli edifici crollati» a seguito del lancio di «bombe pesanti, bombe anti-bunker» che avrebbero «praticamente distrutto tutti gli edifici nell'area della Azovstal».

Corridoi umanitari falliti

Continuano quindi gli appelli internazionali a Mosca a consentire un'evacuazione urgente. «Il luogo in cui si trovano civili e soldati è bersagliato da pesanti bombardamenti aerei, fuoco di artiglieria e da un'intensa concentrazione di forze e attrezzature per l'assalto», ha denunciato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky. Ma i corridoi umanitari da Mariupol in direzione Zaporizhzhia sono falliti ancora una volta. Un nuovo tentativo è previsto nella giornata di oggi, ha spiegato la vicepremier di Kiev, Iryna Vereschuk, avvertendo i cittadini di «stare attenti e vigili» contro il rischio che venga organizzato un «corridoio parallelo che porti in territori russi». Ma i civili all'interno dell'Azvostal, al momento, resterebbero tagliati fuori dai piani di evacuazione. E, stando al Kyiv Independent che cita le autorità locali, la Russia starebbe concentrando le sue forze militari vicino a Huliaipole, nella regione ucraina sudorientale di Zaporizhzhia.

Il (primo) video

Nel frattempo, prima su Telegram poi su YouTube, è apparso un video postato dal canale «AZOV media» del reggimento Azov che il Kyiv Independent fa risalire a giovedì 21 aprile. Dieci minuti in cui si vedono i soldati che entrano nei sotterranei dello stabilimento Azovstal, nella città portuale di Mariupol. Si vedono donne, bambini e neonati accampati nei bunker delle acciaierie. Secondo quanto riporta Ukrainska Pravda, i bambini parlano di voler vedere la luce del sole e abbracciare i parenti. Le madri si mostrano comprensibilmente molto preoccupate: chiedono un «corridoio umanitario sicuro per lasciare la città».

L'acciaieria Azovstal resta simbolo della resistenza. E, anche per questo, bersagliata da fake news. Tra cui la presenza di una presunta base segreta NATO al suo interno e di un laboratorio bio-militare gestito dagli Stati Uniti. Ma, come spiegato da facta.news, non esistono fonti indipendenti in grado di confermare l’effettiva presenza di una base all’interno dell’acciaieria, informazione data per primo da Pepe Escobar su Twitter, un giornalista brasiliano individuato dal Dipartimento di Stato americano come un autore di propaganda e disinformazione filorussa. Che dire dei «laboratori biomilitari»? È uno dei complotti che, sin dalle prime settimane, ha accompagnato la narrazione del conflitto. Anzi, la falsa notizia risale al 2018 e la sua diffusione è stata ricondotta alla propaganda russa.

Il comandante (per necessità)

Sergey Volyna, comandante della 36. brigata della marina nazionale, trincerato nel complesso siderurgico di Azovstal, ha lanciato più volte appelli a «tutti i leader mondiali». Una settimana fa, ha preso carta e penna e si è (infine) rivolto a papa Francesco, con una lettera: «È giunto il momento in cui solo le preghiere non bastano più. Aiuti a salvare gli abitanti di Mariupol. Porti la verità nel mondo, aiuti a evacuare le persone e salvi le loro vite dalle mani di Satana, che vuole bruciare tutti gli esseri viventi». Nel descrivere Mariupol, il comandante parla di «inferno sulla terra». «Sua Santità, papa Francesco - si legge nella lettera riportata dai media ucraini -, non sono cattolico, sono ortodosso. Credo in Dio e so che la luce vince sempre le tenebre. Ho combattuto per più di 50 giorni sotto assedio. Sono un guerriero. Sono un ufficiale che ha prestato giuramento di fedeltà al suo Paese. E sono pronto a combattere fino alla fine. Nonostante la forza schiacciante del nemico, nonostante le condizioni disumane sul campo di battaglia, il fuoco costante dell'artiglieria e dei razzi. Ho poco tempo per descrivere tutti gli orrori che vedo qui ogni giorno. Donne con bambini e neonati vivono nei bunker. Nella fame e nel freddo, i feriti muoiono ogni giorno perché non ci sono medicine, acqua, cibo. Fino a sette giorni prima di questa lettera era Volodymyr Baranyuk il comandante della 36. brigata dei marines ucraini. Ma il colonnello è morto a Mariupol, a seguito della tentata sortita dall'impianto siderurgico Ilyich sventata dalle forze speciali della DPR, le milizie separatiste. Per Sergey Volyna «Mariupol è ancora ucraina. Lotteremo fino alla fine. Ma dobbiamo sapere che il mondo ha fatto tutto il possibile».

Il (secondo) video

Le forze russe e i loro delegati ucraini filorussi hanno annunciato in una nota diramata a metà giornata che si impegnano a «cessare unilateralmente le ostilità alle 14.00 (ora di Mosca), a ritirare le unità a distanza di sicurezza e garantire la partenza dei civili in una direzione scelta da loro» per consentire alle persone rifugiate nei sotterranei di lasciare l'acciaieria assediata di Azovstal. In mattinata il battaglione Azov ha postato su YouTube un nuovo video («parte 2») in cui sono le mamme dei bambini ripresi nel primo a parlare. «I bambini non riescono a dormire a causa dei bombardamenti continui», racconta una donna, stando a quanto riferisce Ukrainska Pravda. I visi sono inevitabilmente tesi, provati dalla fatica e dalla paura. Al posto dei pannolini, per i più piccoli, si usano buste di plastica, al posto delle coperte vestiti sporchi. «Ci hanno privato dalla nostra vita pacifica sulla nostra terra, che non è la loro terra; della nostra bella città, del lavoro, della nostra scuola, dell'ospedale. Non abbiamo più acqua o cibo, ne rimane solo per pochi giorni. Cosa daremo da mangiare ai bambini? Per quanto tempo saremo qui, sotto i bombardamenti? E che dire del mondo intero? Sta guardando come Mariupol viene uccisa?».

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