Dopo le armi, Trump blocca l'intelligence per Kiev: «Colpita la capacità di difendersi dai missili»

(Aggiornato alle 14.43) Non c'è limite al peggio per l'Ucraina. Dopo la sospensione temporanea dell'invio di armamenti, gli Stati Uniti di Donald Trump, riporta in esclusiva il Financial Times, hanno interrotto pure lo scambio di informazioni militari con Kiev: una mossa che potrebbe seriamente ostacolare la capacità dell'esercito ucraino di colpire le forze russe. Due funzionari americani hanno confermato al quotidiano britannico che i canali di intelligence con Kiev sono stati chiusi, sottolineando tuttavia che la condivisione di informazioni sulla Russia e sull'Ucraina è ancora attiva nei confronti degli alleati europei.
Ne avevamo parlato ieri con Mauro Gilli, ricercatore associato al Politecnico di Zurigo ed esperto di tecnologia militare e politica internazionale: proprio il supporto "logistico" dato dall'intelligence rappresenta un aspetto critico del sostegno statunitense all'Ucraina, ancora più delle armi. «Dall'inizio della guerra, gli Stati Uniti hanno fornito all'Ucraina un supporto di geolocalizzazione degli obiettivi da colpire: informazioni riguardanti la localizzazione di obiettivi militari russi, fissi e mobili, utili non solo per l'offensiva, ma anche per la difesa dello spazio aereo ucraino».
Da noi ricontattato, Gilli ha commentato la notizia odierna: «Le munizioni a lungo raggio di precisione richiedono la capacità di identificare i propri obiettivi – tramite geolocalizzazione nei casi di obiettivi statici, e con il cosiddetto tracking nel caso di obiettivi mobili. Questo processo di identificazione fa parte di quella serie di passaggi che le forze armate devono compiere con grande precisione e tempismo. Solo così», spiega Gilli, «è possibile colpire i bersagli mobili, come i tank, prima che siano spostati, o intercettare i missili nemici prima che arrivino a colpire sul territorio ucraino». Di questa parte del supporto americano, continua l'esperto, «si parla molto poco, ma è fondamentale».
E ora? «Per gli obiettivi a lungo raggio questo compito non può essere svolto dalle forze ucraine, perché richiede una costellazione di satelliti e aerei specializzati nell'acquisizione di bersagli».
Manca, è vero, una conferma ufficiale dai governi di Kiev o Washington sul blocco di queste informazioni. Ma secondo un post su X del corrispondente dalla Casa Bianca di Fox News Edward Lawrence, il capo della CIA John Ratcliffe avrebbe fatto sapere che lo stop voluto da Trump include armi e intelligence.
Se ciò che emerge dall'articolo del FT dovesse essere confermato, l'Ucraina si troverebbe in una situazione complicatissima: «La capacità di continuare a colpire obiettivi a lungo raggio nel territorio occupato dalla Russia sarà significativamente più ridotta».
Ma, soprattutto, a essere colpita sarà la difesa dell'Ucraina. In un momento in cui le forze di Vladimir Putin continuano a colpire e, duramente, il Paese invaso, la capacità di intercettare missili russi di precisione sarà ridotta dalla mossa voluta da Trump. «Per il targeting difensivo Kiev si appoggia anche ai Paesi europei ed è lecito pensare che continuerà a farlo. La capacità di Kiev di avvistare i missili russi in entrata non verrà completamente meno, ma è verosimile che a causa di questo stop subisca un calo qualitativo e quantitativo».