«Due giorni dopo che abbiamo aperto il centro è successo il finimondo»
«Guardi, due giorni dopo che abbiamo aperto il nostro centro ad Aleppo è scoppiato il finimondo. Allo stato attuale, dalle informazioni frammentarie in nostro possesso, tutti e 15 gli impiegati stanno bene, idem la cinquantina di bambini. Stiamo pregando per loro e per la comunità cristiana». Ketrin Kanalga, esercente di Locarno, è vicepresidente dell’associazione no profit «Il giardino dei bambini» con sede a Bellinzona. Nelle scorse ore ha fatto il punto con la delegata dell’ONG per il Medio Oriente, tornata dalla Siria da pochissimo. «C’è grande preoccupazione per quello che sta succedendo. La situazione è molto precaria. Il popolo ha paura e, soprattutto i giovani, temono per il loro futuro», ci confida al telefono, con la voce rotta dall’emozione.
Scuole e case anziani
Nato nel 2008 con l’obiettivo di dare una mano in Romania, «Il giardino dei bambini» ha quale scopo la raccolta di derrate alimentari, disinfettanti, indumenti, medicine, attrezzature e denaro per aiutare le famiglie povere e per coloro che sono stati colpiti da guerre e carestie. Oggi opera in Medio Oriente, Africa e nell’Europa dell’est nonché in altre parti del mondo. Ora il fronte «caldo» è soprattutto il primo, purtroppo. L’ONG è stata attiva nel nord dell’Iraq (Piana di Ninive e Mosul), in Giordania ed in Siria (Damasco, Homs, Aleppo e nel nord-est del Paese) fornendo materiale per gli ospedali e aiutando nella costruzione, in Siria, di una dozzina di scuole e di due case anziani. E ciò grazie alla collaborazione fra cattolici ed ortodossi e ai contributi raccolti nelle comunità di don Carmelo Andreatta a Locarno e di don Maurizio Silini nella Collegiata di Bellinzona.
Fra povertà e speranza
Il 28 novembre scorso è stato inaugurato il centro di accoglienza/orfanotrofio con assistenza psicosociale per una cinquantina di bambini abbandonati ad Aleppo e a Homs. «Eravamo così entusiasti. Ne hanno parlato persino i media locali. Vi lavorano maestri, psicologi, cuochi. Aiutiamo i bambini pure nel loro inserimento: consideri, infatti, che la maggior parte delle famiglie sono povere e i bimbi, invece di andare a scuola, sono costretti a raccogliere l’immondizia per strada per poter racimolare qualche soldo. Ma nemmeno il tempo di festeggiare che è successo quello che tutti sappiamo...», rileva Ketrin Kanalga. Le forze antigovernative alla fine di novembre hanno conquistato Aleppo. Da quel momento è stato un crescendo. Il 5 dicembre è stata la volta della città di Hama. E oggi la capitale Damasco, costringendo alla fuga il presidente Bashar al-Assad, al potere da quasi cinque lustri. Ha fatto perdere le sue tracce, alla pari della moglie e dei due figli, salendo su un aereo per una destinazione tenuta rigorosamente top secret.
C'è apprensione
L’associazione ticinese segue con apprensione queste terribili ore. I volontari hanno una speranza che pulsa nel cuore, ben sintetizzata dalle parole della vicepresidente: «Il mondo deve intervenire affinché non capiti come in Libia. I Governi internazionali devono agire per proteggere tutte le etnie. La popolazione era ripartita, per l’ennesima volta, dopo la guerra ed il terremoto. Si leggeva nei loro occhi la voglia di guardare al futuro con ottimismo. Per dirle: le strade di Aleppo, nelle scorse settimane, sono state decorate con le luminarie natalizie. Nessuno si aspettava tutto ciò dopo quattro anni di parziale tregua. Non ci rimane che pregare per il bene della comunità cristiana». Chi volesse aiutare può informarsi cliccando sulla pagina Internet dell’associazione bellinzonese all’indirizzo www.ilgiardinodeibambini.ch.